Cari corregionali, visto da Roma il teatrino sulla Calabria è ancora più doloroso

Che scendano in campo i migliori perché la Calabria i migliori li ha. Io guardando dal mio oblò romano continuo a sperare che ci sia un sussulto di orgoglio

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di Antonia Postorivo
20 novembre 2020
16:26

Per non commettere il reato di cui all’articolo 651 del Codice Penale, dichiaro subito la mia identità! Diciamo che declino le mie generalità anche per evitare di essere sbranata dai tanti leoni da tastiera al grido: ma cosa ne sai tu che vivi a Roma. Noi solo possiamo parlare. Noi Calabresi di Calabria!

Ed allora dichiaro: sono nata ed ho vissuta, fino al Liceo Scientifico, in Calabria. Poi sono partita, senza valigia di cartone in mano, alla volta di Roma, dove vivo, per studiare e laurearmi in Giurisprudenza

E, come dicono quelli bravi, "guardo il mondo (la mia Calabria) da un oblò" e non mi annoio un po’ anzi sono furente. Lo spettacolo deprimente ( voglio esser gentile verso tutti i protagonisti) che si sta consumando sulla nomina del Commissario della Sanità Calabrese è semplicemente vergognoso

Visto da Roma, questo teatrino, miei cari corregionali, credetemi, è ancora più doloroso.

Voi direte: certo tu stai a Roma noi stiamo qui cosa puoi capire, oramai sei romana non più calabrese.

Ed invece no!

Non puoi dimenticare il luogo che ti ha dato i natali e non puoi che indignarti quando vedi la tua Regione bistrattata da un Governo completamente in tilt su questa nomina e non solo.

Tutti, e dico tutti nessuno escluso, stanno dando il peggio di loro.

Tutti, e dico tutti, ci fanno vergognare mentre dovrebbero vergognarsi solo loro, lor soltanto per lo spettacolo indegno della Calabria che stanno offrendo agli italiani e non solo ai calabresi di Calabria.

A reti unificate assistere da giorni ad interviste di commissari, di politici, di ex commissari, di improbabili personaggi in cerca d’autore o che invece l’autore lo hanno ma è pessimo. 

Tutto è assolutamente insopportabile. Tutto è impossibile da sopportare. 

Ed allora vi dico cosa dicono e mi dicono a Roma sapendo che sono Calabria di origini : la Calabria è una causa persa. La Calabria va abbandonata al suo destino, è tempo perso. 

Miei cari corregionali non date ragione a quelli che vi/ci guardano da Roma e dicono che siamo una terra da abbandonare per sempre perché ingovernabile. 

Abbiate un sussulto di orgoglio (quello che abbiamo noi che viviamo a Roma nel dire : sono di origini calabrese) e fate in modo di dimostrare a tutti che siamo persone straordinarie. 

Non è possibile che Roma pullula di calabresi grandi professionisti, luminari, menti eccelse, di grandi lavoratori che onorano ogni giorni le origini calabresi facendosi rispettare per il lavoro che svolgono, che svolgiamo e per il rispetto che portiamo alla nostra Terra di origine. Noi ci proviamo da qui a tenere alta la bandiera calabra ma voi, miei cari corregionali, ci dovete dare una mano. Ed allora pretendete rispetto ma datelo. Recatevi al voto ( i dati dell’astensione in Calabria sono tragici e non va bene ) e votate bene. 

Che si faccia avanti una classe dirigente di politici bravi. 

Che si facciano sentire con gran forza i tanti sindaci calabresi che amministrano bene le loro città, ne sono tanti, credetemi. 

Che scendano in campo i migliori perché la Calabria i migliori li ha.


Io guardando dal mio oblò romano continuo a sperare che ci sia un sussulto di orgoglio.

Miei cari corregionali Roma vi guarda, dimostriamogli chi siamo.

di Antonia Postorivo
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