Un errore eliminare completamente lo smart working. Per la Calabria sarebbe una parziale risposta alla fuga dei giovani

Dare la possibilità ai giovani calabresi di lavorare da casa, e anche di studiare a casa grazie alle università telematiche, aiuterebbe molto le famiglie, soprattutto dal punto di vista economico

92
di Franco Laratta
3 aprile 2024
09:44
Smart working
Smart working

È stato a suo tempo un frettoloso e insensato provvedimento dell’allora ministro Brunetta, che subito dopo la pandemia Covid-19, ha stabilito il ritorno dei dipendenti pubblici negli uffici. Oggi il governo in carica ha completato l’opera con l’addio definitivo allo smart working. Che rimane per in parte per i lavoratori del settore privato, ma non più per i dipendenti pubblici.

È il ritorno a vecchie logiche che non consentono la modernizzazione della Pubblica Amministrazione che rimane il fulcro della ripresa (e dell’innovazione) del Paese, ma che oggi appare ed è vecchia, inadeguata, immersa in una burocrazia asfissiante che frena qualsiasi processo di cambiamento. Tutto questo in controtendenza con quanto sta avvenendo in tanti paesi del mondo.


Lo smart working può essere un’ottima risposta per alleggerire il traffico nelle città, per diminuire notevolmente l’inquinamento, per aiutare i giovani lavoratori a rimanere nei propri posti di origine, dove è possibile lavorare con meno costi, più tempo, più capacità produttive. 

E pensiamo al sud, dove è in atto un’assurda fuga verso il Nord. Pensiamo ai piccoli e medi borghi della Calabria, in pieno spopolamento. Dare la possibilità ai giovani calabresi di lavorare da casa, e anche di studiare a casa grazie alle università telematiche, aiuterebbe molto le famiglie, soprattutto dal punto di vista economico, ma anche perché frenerebbe la fuga dei ragazzi del Sud. E farebbe bene anche alle grandi città: non dimentichiamo che quelle del Nord, come Milano, ma anche più giù, fino a Roma, sono tra le più inquinate al mondo. Il lavoro a distanza alleggerirebbe anche i costi dei fitti degli appartamenti, oggi proibitivi, costi che gravano tantissimo nell’economia delle famiglie.

Lavorare e studiare da casa può rappresentare una innovazione importante, sia nel pubblico come nel privato, perché garantirebbe certamente più efficienza e migliorerebbe la qualità della vita sia per i cittadini ma che soprattutto per i diretti interessati. Sarebbe probabilmente un’occasione irripetibile per salvare il Sud dallo spopolamento, ovviamente insieme ad altri provvedimenti. Ma è necessario trovare forme e modi per garantire una presenza saltuaria negli uffici di appartenenza, anche per evitare i problemi legati all’isolamento nella propria abitazione, e anche ad alcune forme di estraneizzazione. Le soluzioni ci sono, tanto che in molte altre parti del mondo sono state già adottate, con risultati positivi.

Ma su questi temi il dibattito politico è muto, anzi del tutto inesistente. Come accade per tutti i grandi temi, dove le forze politiche non lavorano per un interesse nazionale e generale, ma solo per un piccolo e misero tornaconto elettorale.

di Franco Laratta
GUARDA I NOSTRI LIVE STREAM
Guarda lo streaming live del nostro canale all news Guarda lo streaming di LaC Tv Ascola LaC Radio
top