Le ragioni del successo di Conte in Calabria: garbo e curiosità per il “Vip”. Ma saranno voti per il M5s?

L’ex presidente del Consiglio è stato accolto da entusiasmo e piazze piene. Tra i motivi la delusione dei cittadini verso i politici di lungo corso. Ora però c’è il banco di prova delle urne

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di Giuseppe Alonge
24 settembre 2021
18:08

Si è conclusa tra lo stupore generale e qualche polemica nazionale (legata alla mancanza di rispetto delle norme anti-Covid circa il distanziamento interpersonale nelle piazze), la due giorni-tournée dell’ex Presidente del Consiglio e (almeno per ora) ex avvocato del popolo Giuseppe Conte in Calabria, regione chiamata - tra qualche giorno - anche al voto regionale (unica regione in Italia al voto a causa della prematura scomparsa della presidente Santelli) e non solo a quello locale.
Trasferta elettorale che si è conclusa con inattesi bagni di folla ovunque nelle sue tappe calabresi. L’ho definita tournée proprio perché l’ex Presidente del Consiglio, ora Presidente del movimento 5 stelle, è stato accolto come una vera rockstar con tanto di smartphone spianati - stile concerto - pronti a catturarne immagini, a registrarne battute e discorsi.

Vien da chiedersi come sia stata possibile una vera partecipazione di massa in un periodo così particolare: fiaccati da una terribile e ancora temibile pandemia, con i partiti politici di fatto commissariati e, con la politica tutta, a corto di fiato-fiducia, di idee dirompenti-rivoluzionarie, e poi, con il movimento 5 stelle (movimento-partito che lo stesso Conte, con coraggio, tenacia, pazienza ed equilibrio, ha deciso di guidare e ricostruire), addirittura in implosione.
Si tratta soltanto dell’emersione di una nuova partecipazione popolare del sud che cerca riscatto sociale? Si tratta della forza carismatica di un leader sempre più popolare o, cos’altro c’è da considerare e/o analizzare per poterla spiegare? Certamente, sono molteplici gli aspetti da considerare, ci sono elementi strettamente personali del “personaggio Conte” ed elementi di contesto e congiunturali che, possono spiegarci di questa partecipazione per i più inattesa.
Naturalmente, garbo, stile, pacatezza, galateo istituzionale, empatia, tutti elementi extracurriculari individuabili nella figura di Giuseppe Conte, uniti ad una curiosità nel veder colui il quale da Presidente del Consiglio (sovraesposto e pressato), ha guidato il Paese nel periodo più difficile dal dopoguerra ad oggi, entrando con compostezza, saldezza emotiva e di tensione nervosa, pur con tratti di evidente sofferenza, nelle case degli impauriti e scossi italiani, rassicurandoli con piglio autorevole e tratti di umanità non comune, con comprensione, rispetto e vicinanza verso timori e sofferenze, è stato senza dubbio un aspetto che ha creato attenzione, avvicinamento, fiducia verso il Conte leader politico, trasformandosi in partecipazione fisica alla prima occasione utile.


Poi, che il tutto si verificasse in Calabria, luogo da sempre sfruttato e abbandonato da politici voraci ed insensibili, spesso disinteressati alle sorti di questa terra pur accogliente ma “refrattaria”, è un fattore in più da considerare. Senso di solitudine, abbandono, bisogno, disorientamento anche da infodemia, a volte alimentano non solo rabbia ma altresì partecipazione, quasi a volersi imporre una nuova illusione, con speranza mista a frustrazione. C’è da aggiungere (altro fattore da considerare) che Conte non è percepito come il politico classico, come il politico di professione a caccia di voti che vive nei palazzi del potere tra privilegi e interessi personali da coltivare. Volendo sintetizzare: la retorica dell’ex avvocato del popolo (che lo fa somigliare ai tribuni della plebe dell’antica Roma) e l’empatia dell’uomo garbato, pacato, educato, umano ed elegante, fanno di Conte un leader popolare con tratti distintivi da “iperleader” (per usare un termine coniato dall’intellettuale spagnolo Juan Carlos Monedero…. ) che (al di là che sia lui leader a sostenere il partito e non il contrario, almeno in questa fase di ricostruzione) condensando i tratti distintivi della leadership carismatica di accezione weberiana moderna, è passato da un exploit mediale-digitale, ad un consenso personale reale. Insomma, almeno finora Giuseppe Conte è riuscito a trasformare i like di facebook in partecipazione fisica di piazza quindi reale e non più virtuale.

Certo è che, alla fine questo consenso personale, dovrà trasformarsi in voto nella cabina elettorale e qui si sa, conta (più che Conte) l’organizzazione ed una nuova selezione territoriale, in un contesto dove ancora spadroneggiano le logiche clientelari e il voto “militare” e dove, i 5 stelle si sono dimostrati deboli nel costruire voto di opinione (per una serie di fattori che analizzerò in un diverso momento) che li portasse a conquistare seggi in Palazzo Campanella (rispetto ad es. alla folta rappresentanza pentastellata in Parlamento, lì dove è stato il brand dell’allora vincente Movimento a catapultare un numeroso gruppo di sconosciuti nei palazzi del potere).
Sarà il nuovo brand a marchio Conte, a trascinare i candidati 5 stelle anche in Consiglio regionale, superando la fatidica soglia di sbarramento (sarebbe la prima volta per i 5 stelle calabresi) o, ancora una volta, il voto di preferenza sarà la vera mannaia per candidati che non hanno radicamento territoriale e voto personale? Sarà il voto di opinione a prevalere grazie alla grande partecipazione o, ancora una volta il primo partito sarà quello dell’astensione? Tra pochi giorni lo scopriremo intanto, dopo il bagno di folla da Lamezia e con tanto di foto con bimbo in braccio, il nuovo leader pentastellato ringrazia e promette di ritornare. Almeno questa è una promessa che non costa nulla, non carica di aspettative e che di certo sarà rispettata.

di Giuseppe Alonge
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