Il porto di Vibo Marina come un’aosi faunistica, la natura torna a respirare

L’aria è più pulita, il mare è tornato cristallino,  l’inquinamento acustico è quasi scomparso e si possono sentire anche gli uccelli cinguettare

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di Giuseppe Addesi
22 aprile 2020
08:58

Il porto di Vibo Marina è deserto, sparito anche l’andirivieni incessante delle petroliere come conseguenza del crollo dei consumi di carburante.

Il ferreo  lockdown ha interessato anche le banchine, dichiarate zona off-limits  per tutto il periodo delle festività pasquali. E se sulla terraferma le anatre sono state viste tranquillamente a spasso sul lungomare, nello specchio d’acqua del porto è stato avvistato, manco a dirlo, uno squalo. Una verdesca, accompagnato da due pesci pilota, nel silenzio del porto deserto si è avvicinato fino ai pontili che ospitano le imbarcazioni da diporto.  E la natura sembra riemergere, della serie “non tutti i mali vengono per nuocere”.

Durante questo forzato e doloroso stop delle attività economiche e sociali, è incredibile osservare la reazione della natura che, senza far rumore, torna a respirare timidamente e si riprende gli spazi che le appartenevano.


Chiusi nelle nostre case, possiamo assistere alla sua rigenerazione: l’aria è più pulita, il mare è tornato cristallino, l’inquinamento acustico è quasi scomparso e si possono sentire anche gli uccelli cinguettare.

Sembra che ci stia mandando un messaggio di speranza, di rinascita, per un futuro forse finalmente più rispettoso.

di Giuseppe Addesi
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