È proprio nel “deserto” di questa modernità che può prosperare la fede, autentica, esistenziale e decisiva verso il miracolo della vita, verso Dio
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Quale corrente stiamo seguendo? Quella della tempesta, contraddistinta dalla confusione e dalla ricerca dell'apparenza oppure quella dell'umano nella sua dimensione spirituale? Dove ci sta indirizzando il nostro spirito?
Nell’impetuoso scorrere del XXI secolo, segnati dall’imperativo della frenesia e dall’idolatria dell’ego personale, l’uomo contemporaneo sembra aver smarrito il legame più intimo e profondo con la dimensione spirituale della propria esistenza. La fede, un tempo fulcro saldo dell’ethos individuale e collettivo, sorge oggi vaga, esiliata ai bordi di un mondo che festeggia il virtuale e dimentica l’Essenza divina.
Una crisi spirituale che abbranca il nostro tempo, creando un vuoto religioso, ma soprattutto una perdita ontologica. Rinunciando alla visione spirituale dell’essere, l’uomo si trova a vagabondare, senza padre e senza madre. Questo tempo antepone il consumismo alla contemplazione, il piacere effimero alla ricerca dell’eterno. L’anima, denudata della sua esaltazione verso l’aldilà, si ritrova in balia di un’esistenza sconnessa e priva di principio.
L’iper-razionalismo predominante, unito a una crescente riduzione allo stato profano dei costumi, ha reso disagevole l’esperienza del sacro. Persino la parola “religione”, (dal latino: religio-onis, relegĕre “raccogliere - raccolta”, ma anche “legare di nuovo”) un tempo distinta con impegno e considerazione, oggi sembra inaridita di significato, relegata ai margini del dibattito geopolitico o confinata in un’intimità priva di profondità teologica.
Tuttavia, nella coscienza delle nostre vite, si occulta un affanno, uno strepito dello spirito che desidera riscoprire l’Assoluto. È proprio nel “deserto” (allontanando le tentazioni) di questa modernità che può prosperare la fede, autentica, esistenziale e decisiva verso il miracolo della vita, verso Dio.
L’atto rivoluzionario è rinnovarsi (“rilegare”) sul senso del nostro essere, sull’origine e sul destino dello spirito. Solo pregando nel silenzio interiore del nostro cuore, aprendosi all’ascolto e accogliendo il dubbio come direzione nella fede, l’essere umano potrà avere vita eterna, l’inestinguibile infinito verso la luce divina.