Chi l'ha detto che una fascia tricolore non la si possa indossare in modalità double face. E senza che venga scolorita in nessuna delle due versioni. Murone non potrebbe certo offendersi, il fresco fresco sindaco di Lamezia. E Pino Galati, l'alter ego molto più ego che alter, a questo puntava fin dall'inizio.
Rischia di contare poco post mortem l'attribuzione della genesi, poi risultata vincente, della candidatura dell'avvocato a sindaco della quarta città della Calabria. In principio Murone, un po' come il fecit deus della Bibbia, non era sostanzialmente in quota di nessuno. E se "qualcuna" per prima delle aree di pertinenza politica aveva fiutato l'affare questa era certamente di perimetro Pd e non d'azzurro che governa la Regione.

Non a caso quando si aprono le trattative serie per la nomination è il più potente regnante catanzarese di governo nazionale a mostrare "risentimento" per Murone proprio per la sua versatilità. E cioè le porte semiaperte, contemporaneamente, anche al Pd. Civismo, certo. Ma s'è faticato un po' più del solito a organizzare una squadra colorata per il dopo Mascaro anche perché non è stato difficile rintracciare lo scarica barile pre gara. Occhiuto al solito defilato, ovviamente sulla carta. Insieme a Cannizzaro, notizia anche questa, puntavano ad altro e ad altri. Il partito di Ferro "risentito". Furgiuele scontato padrone di casa, chi c'è c'è e palestra a mostrare muscoli. Mancuso a fargli la guerra in trasferta. Ma chi si intesta per davvero Murone e soprattutto chi spinge forte sull'acceleratore dentro le contrade sterminate di Lamezia?

Certamente lui, Pino Galati. Al secolo il più potente politico della Piana quantomeno negli ultimi 25 anni. A fasi alterne però, piuttosto uscito di scena due o tre curve fa ma in grado e con largo anticipo di rientrare alla grande nei "giochi" con le elezioni di Lamezia. Un simbolo tra i tanti che passa oggi il convento, il non certo affascinante brand di "Noi moderati", e poi soprattutto lui. Una lista, 3500 voti. Che valgono almeno il doppio in termini di relazioni, pressing, lobbing, il gioco classico del potere messo a terra che Pino Galati conosce come pochi.
Oggi la fascia di Murone non è double face per diminutio nei confronti del sindaco. Se la prende bene, può essere la sua forza e polizza assicurativa. Se si va di orgoglio, invece, non sarà certamente Galati quello con più rischi in prospettiva.
Come il suo aeroporto Lamezia è pista di atterraggio e decollo. Galati ha ripreso quota, ci sono altre urne di peso in divenire. Ad atterrare non ci pensa proprio. Altri invece potrebbero essere costretti a manovre di emergenza.