Bando per i borghi, Marcellinara ricorre al Tar e chiede i danni alla Cittadella

Partono i ricorsi contro la graduatoria definitiva, attesa da anni, dell'avviso pubblico da 100 milioni per progetti nei piccoli centri calabresi. Il sindaco Scerbo furibondo: «Il comportamento della Regione? Sembra di essere su Scherzi a parte»

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di Camillo Giuliani
13 febbraio 2021
13:43
Sarà il Tar della Calabria a decidere chi abbia ragione tra la Regione e il Comune di Marcellinara
Sarà il Tar della Calabria a decidere chi abbia ragione tra la Regione e il Comune di Marcellinara

Che la gestione del bando da 100 milioni di euro per i borghi fosse stata un pastrocchio destinato a scontentare parecchie persone era evidente. E, infatti, a poche settimane dalla pubblicazione – attesa mesi e mesi prima – della graduatoria definitiva dei beneficiari sono partiti i ricorsi contro la Regione.

Il primo è quello del Comune di Marcellinara, che lo ha notificato ieri a Nino Spirlì. Sarà il Tar della Calabria a doversi pronunciare sull’annullamento, previa sospensiva, del decreto dirigenziale con cui la Cittadella, a ridosso di Natale, ha approvato l'elenco finale dei centri che dovrebbero ottenere il denaro da utilizzare a sostegno dei progetti di valorizzazione e di potenziamento dell’offerta turistica e culturale dei borghi calabresi.


Prendere o lasciare

La notizia era nell'aria da tempo ormai, il sindaco Vittorio Scerbo lo aveva già anticipato. E Scerbo ha mantenuto la parola, non lesinando giudizi severi sul comportamento tenuto dalla Regione con lui e altri suoi colleghi.

«Il Comune – racconta Scerbo – ha fatto quanto previsto dal bando con la formale e regolare presentazione dell’istanza e niente più. Nel mentre dell’istruttoria, senza quindi che si sia concretizzata la conclusione formale del procedimento amministrativo, il Comune di Marcellinara, come tutti quelli ammessi alla valutazione, è stato convocato dal dirigente generale del Dipartimento Urbanistica e Beni Culturali della Regione Calabria ed ha sottoscritto verbale per il finanziamento di un progetto stralcio di 300mila euro per la realizzazione della “Casa della Creatività”». In pratica il sindaco si sarebbe ritrovato di fronte al classico, quanto inusuale in contesti istituzionali, bivio: «Prendere o lasciare».

Gli accordi disattesi

E i progetti interi, che nel caso di Marcellinara valevano cinque volte tanto (un milione e mezzo di euro, il contributo massimo previsto dall'avviso pubblico)? Sembravano non interessare più: «Nessuno – prosegue il sindaco - ha mostrato valutazioni dell’originale proposta progettuale per la realizzazione del Borgo dell’arte, anche se - a pensar male si fa peccato, ma il più delle volte ci si indovina – tale riguardo non penso sia stato fatto ai più».

Fatto sta che Scerbo aveva deciso (e sottoscritto insieme alla Regione) che avrebbe preso e non lasciato. Salvo scoprire a distanza di un anno che l'accordo siglato era diventato, senza un apparente perché, carta straccia e Marcellinara non avrebbe visto un centesimo.

Coincidenze del calendario

Da qui la decisione di rivolgersi al Tar, un ricorso «necessario anche per mettere alla berlina alcuni comportamenti che l’ente regionale non può nemmeno pensare, immaginarsi la sottoscrizione di verbali di intesa, quando si avvicinano le scadenze di rinnovo elettorale. Un procedimento pubblicizzato come quello della rinascita per i Borghi calabresi si è concluso con il più classico dei “Sei su scherzi a parte!”».

Giova ricordare, a tal proposito, una singolare coincidenza: i documenti relativi ad eventuali erogazioni a beneficio dei Comuni arrivano sempre a ridosso dello svolgimento delle Regionali; i verbali citati da Scerbo risalgono, infatti, a poche settimane prima di quelle in cui trionfò Jole Santelli, le gradutatorie definitive uscite a Natale quando le nuove elezioni erano attese per San Valentino.

Oltre all'annullamento, chiesti i danni

A portare avanti le ragioni di Marcellinara al cospetto dei giudici amministrativi sarà l'avvocato Giovanni Romano del Foro di Lamezia Terme. Dovrà dimostrare la validità delle contestazioni «sull’eccesso di potere e la contraddittorietà di comportamento della Regione Calabria, il difetto di istruttoria, la carenza di motivazione e la violazione dei principi di correttezza e buona fede dell’affidamento ragionevole». Non solo: dopo l'esclusione dall'elenco dei beneficiari, il Comune chiederà anche «il risarcimento del danno dovuto alle risorse investite per la proposta progettuale presentata e la successiva richiesta avanzata dalla Regione Calabria per il progetto stralcio».

giuliani@lactv.it

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