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«Candidato a segretario del Pd calabrese in nome della democrazia», l’intervista a Franchino l’anti-Irto

L’ex consigliere regionale di Trebisacce conferma l’indiscrezione rivelata dal nostro network e rilancia: «Provengo dal vecchio Pci, oggi convivo con chi ha idee diverse» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Antonio Clausi
3 gennaio 2022
22:03
Nel riquadro, Mario Franchino
Nel riquadro, Mario Franchino

Nicola Irto non sarà il solo a concorrere per il posto di segretario regionale del Partito Democratico. L’indiscrezione fornita da LaC News24 trova riscontro nelle parole del diretto interessato. Mario Franchino, di Trebisacce ed ex consigliere regionale, spiega i motivi che lo hanno spinto a scendere in campo. «È la conclusione di un percorso abbastanza lungo iniziato nel 2014 - dice -. Il mio gruppo, conclusa l’esperienza in Regione, ha sempre continuato a lavorare. Si chiamò dapprima Ricostituenti, poi Democratici e Riformisti. Nella fattispecie, insieme ad autorevoli esponenti nazionali e delle cinque province, mi ha chiesto un impegno maggiore».

L’attacco all’ala commissariale

Quando tutto lasciava pensare ad un candidato unico, dall’assemblea del T-Hotel di Lamezia Terme è saltata fuori la novità di giornata. «Non vogliamo parlare di contrapposizioni, ma solo ripristinare una normale dialettica in un partito che da molti anni è commissariato - aggiunge Franchino -. Non c’è stata discussione, i territori sono stati dimenticati, abbiamo subìto due sconfitte pesantissime alle regionali e un altro ko alle provinciali».


Parola d’ordine: rivitalizzare

Franchino parla di rivitalizzare il Pd calabrese, sia a livello eristico che di contenuti stessi da presentare agli elettori. «Non ci sembrava un fatto democratico che si andasse verso una candidatura unica - evidenzia ancora -. Io provengo dal vecchio Partito Comunista e una volta davo un’accezione diversa al termine “congresso unitario”. Oggi conviviamo sotto lo stesso tetto, condividiamo le regole, il progetto, la carta di identità, ma come in ogni democrazia istituzionale c’è bisogno di uno scambio di opinioni tra una maggioranza e un’opposizione. Anche se questo deve avvenire con candidature alternative e programmi di confronto. Abbiamo deciso di contribuire alla rivitalizzazione del Pd e di ricostituire una normale dialettica interna. A margine di anni di riunioni anche a Roma e di incontri tematici, sono contento che nel mio gruppo si sia deciso all’unanimità di partecipare alla fase congressuale».

Raccolta firme e presentazione

Il passo immediato prima dell’ufficializzazione della candidatura di Mario Franchino, sarà la raccolta delle firme. C’è tempo per presentare l’incartamento necessario entro il 7 gennaio. «Siamo consapevoli delle difficoltà. Viviamo in tempi di pandemia e non so se il partito riuscirà a portare avanti la fase congressuale. Noi dovremo bruciare i tempi e dovremmo attingere per la raccolta delle firme all’anagrafe degli iscritti certificata. Ad oggi, però, non c’è ancora e so che ci sono dei problemi in alcuni circoli - chiude l’esponente democrat -. Non vorrei che un domani ci trovassimo davvero dinanzi ad una candidatura unica. Oggi, nella riunione avuta a Lamezia, mi hanno chiamato sognatore, ma io voglio solo che il congresso si svolga attraverso una normale dialettica democratica».

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