Città unica

Caputo: «L’iter per la fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero è partito. Ci guadagnerà la gente»

Il vicepresidente del consiglio regionale snocciola i temi caldi: il dissesto di Palazzo dei Bruzi, il referendum, i Psc e la data dell'1 febbraio 2025: «Chi sostiene la sola unione dei servizi teme di perdere l’autonomia amministrativa»

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di Antonio Clausi
7 maggio 2023
07:30
Nel riquadro Pierluigi Caputo
Nel riquadro Pierluigi Caputo

Da quando Pierluigi Caputo, Katya Gentile, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Pietro Santo Molinaro, Pasqualina Straface, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo hanno depositato la proposta di legge sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero così da creare una città unica, l’argomento è diventato subito caldo all’ombra della Sila. Il testo è approdato ufficialmente giovedì nella Commissione Affari istituzionali.

È proprio il vicepresidente del consiglio regionale ad esporsi in prima persona fotografando il punto di vista del centrodestra che spinge forte per la realizzazione del progetto. Ma Caputo sa bene che è probabile che trovi le barricate in tutti e tre i municipi, le cui amministrazioni non fanno i salti di gioia all’idea di dover terminare prima, il 1 febbraio 2025, il loro mandato. Martedì è previsto anche un consiglio comunale in simultanea tra Cosenza e Rende, mentre nel prossimo week-end Castrolibero eleggerà il nuovo sindaco. Orlandino Greco, uno dei più convinti oppositori alla proposta di fusione, è il favorito assoluto.


Caputo, la proposta di legge regionale di cui lei è primo firmatario parla chiaramente di fusione. Perché l'unione dei servizi che asuspicano invece i tre Comuni non è sufficiente?

«L'unione dei servizi non è sufficiente a generare le "economia di scala" e quindi ottenere risparmi sui tributi, garantiti di contro dalla fusione. Il Comune unico comporta diversi vantaggi, come l'eliminazione di inefficienze e duplicazione amministrative, la possibilità di sviluppare politiche più coordinate e coerenti per il governo del territorio. Chi sostiene la sola unione dei servizi teme di perdere l'automonia amministrativa, trascurando i vantaggi dei cittadini».

Il testo giovedì mattina è approdato in Commissione. Non siete entrati nel merito e l'interpretazione data da qualcuno è quella di una frenata. È veramente così?

«È esattamente il contrario, finalmente si è partiti con l'avvio dell'iter procedurale per giungere al referendum consultivo. le prossime sedute di Commissione serviranno a sentire tutti i soggetti interessati tra cui sindaci, associazioni di categorie, ordini professionali, cosietà civile e chiunque altro intendesse partecipare per fornire un importante contributo così per una massima partecipazione condivisione».

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