Catanzaro, il Pd si prepara alle comunali. Passafaro: «Vogliamo vincere ma serve cambio d’approccio»

INTERVISTA | Il giovane coordinatore cittadino democrat e il progetto del Nuovo Centrosinistra. Lo scopo è quello di primeggiare alle prossime amministrative ma alta è l'attenzione sul tema del radicale rinnovamento di un'area politica che nel capoluogo ha alle spalle una lunga serie di cocenti impreviste sconfitte (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Danilo Colacino
14 luglio 2021
08:13
Salvatore Passafaro
Salvatore Passafaro

Giovane, preparato, appassionato. Sono aggettivi che si sentono spendere spesso in favore del coordinatore cittadino del Pd, Salvatore Passafaro, peraltro figlio di quel Franco che durante la consiliatura di Rosario Olivo fu presidente del Consiglio e inoltre più volte membro della stessa assise. Ma la storia del padre è, e resta, ben altra. Una faccenda diversa, in sostanza. Senza contare che il profilo “dell’erede” è low. Pochi fronzoli e minore propensione allo scontro verbale. Un approccio differente, dunque. Così come di tutt’altra natura è il progetto in cui si è cimentato Passafaro Jr, che non a caso si chiama Nuovo Centrosinistra. Lo porta avanti con una serie di forze storiche di quell’area - leggasi Psi - che in cima ai Tre Colli sembravano in via d’estinzione da anni, se non decenni.

Stamani presenterà pure insieme a un gruppo di colleghi degli altri partiti e forze dello schieramento, in realtà riproporrà, la Carta dei Principi e dei Valori, precisando e ampliando i contenuti di una serie di punti del testo in oggetto nel corso di una conferenza stampa indetta alle 10 nella Sala Concerti di Palazzo De Nobili. Ma il suo parere e qualche anticipazione riusciamo a strappargliela, sebbene rimanga abbottonato. «Stiamo andando avanti con un’attenta pianificazione - esordisce - che definirei in progressione semplicemente perché ogni giorno si aggiungono sigle e formazioni finora rimaste ai margini di un coinvolgimento attivo per mancanza di un riferimento preciso. Un contenitore di idee e iniziative che non ravvisavano al cospetto di chi era interessato solo a meri calcoli numerici».


Perché, scusi, lei e i suoi colleghi avete deciso di imitare il barone Pierre de Coubertin, presentandovi all’appuntamento elettorale soltanto per partecipare?
«Al contrario. Voglio, vogliamo, vincere. Io e tutti noi. Ma ciò che si deve capire è il cambio d’approccio. Non si ragiona più secondo il solito cliché, ormai logoro, dell’accaparramento di pacchetti di voti. Un vecchio, seppur sempre redditizio, meccanismo in base a cui si sottoscrivono accordi con i cosiddetti “campioni” delle preferenze. Patti che rendono fruttuosi dividendi a entrambi le parti in… causa, ma che di fatto escludono chiunque voglia essere della partita senza una dote di svariate centinaia di preferenze già in tasca. Che, attenzione, poi potrebbe pure ben figurare, riuscendo a farsi apprezzare nel partito, e soprattutto dai cittadini, senza appunto una qualsivoglia dote in termini di consensi. Gente che invece è spesso costretta a figurare unicamente nelle vesti da riempilista».

Sì, l’intento è lodevole, d'accordo. Ma, ragionando così, per mutuare il gergo calcistico spagnolo rischiate l’ennesima terribile embarcada, peraltro dopo l’inatteso flop del 2017 in cui siete arrivati ai nastri di partenza con la doppia cifra abbondante in fatto di liste. Eppure… Non teme un replay?
«Non si lasci fuorviare da quanto accaduto quattro anni fa, in cui un’inattesa e bruciante sconfitta e la costituzione di una coalizione piena di persone non certo molto affini al centrosinistra ha ben presto privato il Pd di rappresentanti nella civica assise. Uno degli ultimi dei nostri esponenti a lasciare quel consesso è stato l’attuale stimato consigliere regionale Libero Notarangelo, che ha appunto optato per concentrarsi solo sul mandato di Palazzo Campanella. Ma anche questo scenario iniziale può costituire un vantaggio con ancora una volta nessuna rendita di posizione con cui dover fare i conti. Cosa non da poco, si fidi».

Centrodestra favorito come ormai di consueto nel capoluogo o, esclusa la compagine di cui lei è parte integrante, c’è spazio per pretendenti inattesi?
«Procedo con ordine rispetto ai termini della sua domanda. Se il centrodestra sarà in pole è difficile dirlo. Di sicuro potrà contare su un buon viatico, anche per quanto ha fin qui ricordato lei. Senza contare che non credo alla presunta spaccatura in agguato. Me lo ha confermato la spinosa vicenda della mozione di sfiducia presentata nei confronti di Marco Polimeni (attualmente successore del papà dello stesso Salvatore alla presidenza dell’assemblea cittadina, ndr) in cui un intervento dall’alto del candidato a governatore forzista Roberto Occhiuto ha messo tutto a tacere. Segno che da quel lato si ricompatteranno in qualsiasi circostanza, anche di duro scontro interno. Non escludo, però, l’affacciarsi di un terzo blocco che magari aggregherà chi non si riconosce nella loro e nella nostra proposta».

A proposito di intendimenti e linee guida, sa che non abbiamo ancora capito come vi stiate muovendo voi Democrat catanzaresi.
«Si faccia un giro nei circoli che hanno ripreso a pulsare, se mi consente il termine. Poi si legga a fondo, aiutandoci a diffonderlo, il documento odierno con quanto di importante contiene e alla fine ne (ri)parleremo. Certo, non posso mica negare che siamo in piena fase di riorganizzazione. Ma con presupposti che non esito a definire parecchio incoraggianti. A cominciare da una campagna tesseramento che ci sta regalando una bella risposta sotto forma di adesioni».

Squilli di tromba pre-elettorali, insomma. Vabbè, le crediamo sulla parola.
«Le svariate iniziative promosse, ad esempio in difesa del Sant’Anna o del sondaggio online sulla città con oltre duemila partecipanti, non sono propaganda. Il resto lo vedremo presto nei prossimi mesi».

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