Governo Meloni

Chi è Carlo Nordio, da pm delle Br e del Mose a nuovo ministro della Giustizia

Ha lasciato la magistratura nel 2017, nella sua lunga carriera si è occupato di alcuni dei temi più caldi per il Paese. In occasione dell'elezione del presidente della Repubblica, Fratelli d'Italia lo volle come candidato di bandiera

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21 ottobre 2022
19:55

La magistratura l'ha lasciata nel 2017, quando ricopriva l'incarico di procuratore aggiunto di Venezia, culmine di una carriera cominciata nel 1977 e che lo ha visto affrontare tutte le questione più calde: a partire dalle indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona, passando negli anni di Tangentopoli per l'inchiesta sulle coop rosse, fino ad arrivare al procedimento sul Mose di Venezia.

Ma la giustizia è rimasta sempre al centro dell'attenzione di Carlo Nordio, il nuovo ministro chiamato alla guida del dicastero di via Arenula.


Lo dimostra anche l'impegno profuso negli scorsi mesi in occasione dei referendum promossi dalla Lega e dei Radicali: fautore da sempre della separazione delle carriere in magistratura, è stato uno degli esponenti più rappresentativi del Comitato per il sì. Convinto garantista, Nordio - che è originario di Treviso e ha 75 anni- di giustizia ha continuato a occuparsi nei suoi interventi su diversi quotidiani . E a questo tema ha dedicato sei libri. L'ultimo, pubblicato quest'anno, è una riflessione che spazia da Tangentopoli al "crollo della magistratura".

Votato da Fratelli d'Italia come candidato di bandiera in occasione dell'elezione del presidente della Repubblica, in contrasto con la ricandidatura di Sergio Mattarella da parte dell'allora maggioranza di governo, e poi eletto alle Politiche in Veneto con Fratelli d'Italia, Nordio ha assunto spesso posizioni "impopolari" dentro la magistratura, come quando si è schierato per il sorteggio per la composizione del Csm. Da tempo favorevole all'abolizione della legge Severino, dopo il suo approdo in Parlamento ha chiarito però che in questo momento c'è un'altra priorità: «La prima cosa da fare è accelerare i processi, che hanno tra l'altro un forte impatto sull'economia, che ci costa due punti di Pil. In questo momento l'aspetto più importante, ancora più della separazione delle carriere, del Csm e' l'impatto che sull'economia puo' avere la giustizia».

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