L’esponente politico, primo cittadino fino al febbraio scorso, presenta a LaC Tv il suo programma elettorale, puntando sulle opere pubbliche, i giovani e il turismo religioso: «Dobbiamo avere la voglia di essere paolani e di essere protagonisti del nostro futuro»
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Continua il viaggio di Dentro la Notizia sulle elezioni comunali in Calabria, il format di LaC condotto da Pier Paolo Cambareri, che ha ospitato il sindaco uscente di Paola Giovanni Politano e ricandidato alla guida della Città di San Francesco (clicca qui per vedere l’intera puntata). Un focus sull’appuntamento elettorale paolano che ieri ha visto ospite in studio Roberto Perrotta.
Politano parte ripercorrendo la vicenda della sfiducia. «Sono stato sfiduciato il 21 febbraio di questo anno, dopo due anni e mezzo, 31 mesi come ripetutamente si dice in questo periodo. Ci riproponiamo alla città consapevoli dell’impegno che abbiamo messo in campo in questi due anni e mezzo con la voglia di fare e con la voglia di continuare quel percorso che ci aveva visto comunque vittoriosi due anni e mezzo fa. Siamo stati premiati dalla fiducia della popolazione e su quell’onda vogliamo continuare. Partendo sicuramente degli errori che ci sono stati, perché oggi non è facile amministrare. Pensiamo che abbiamo dato un segnale positivo diverso alla città e vorremmo continuare».
Paola città piena di cantieri
«Una città piena di cantieri. Dal 2022 abbiamo avuto la capacità di aprire cantieri, creando anche dei disagi alla popolazione, perché poi è chiaro i lavori implicano anche delle difficoltà a livello di quotidianità. Però vedere questa città viva, questa città che risponde, questa città che si mette in gioco, che ha voglia di rinnovarsi penso che sia una delle priorità».
Alla domanda sul lavoro svolto, Politano spiega: «Noi della nostra passata, mi permetto di dire, amministrazione e futura amministrazione abbiamo ereditato alcune cose. Tante le abbiamo portate a casa noi ma l’abbiamo fatto sempre con lo spirito di condivisione che c’è sempre contraddistinto provando a responsabilizzare ogni singolo cittadino. Basta fare un giro su Paola, è in atto un’opera complessiva di riqualificazione urbana e con una visione unica e unitaria e penso che si percepisce anche nelle strade. Ripeto i cantieri danno tanto perché comunque si crea indotto, si crea lavoro e si creano condizioni e possibilità per la cittadinanza intera. Sicuramente questo è il nostro fiore all’occhiello ed è un’opportunità che abbiamo voluto regalare alla città».
L’amministrazione Politano e la crisi idrica
Il sindaco uscente ha fatto una disamina completa dell’emergenza idrica che ha colpito il territorio. «Abbiamo vissuto una delle crisi idriche più importanti degli ultimi anni, al punto da far dichiarare lo stato di calamità al nostro governatore. È stata una crisi idrica che è ha interessato a tutta la regione, anche i paesi montani e città montane che solitamente non avevano di questi problemi. È chiaro che nella città di mare, – spiega Politano - soprattutto nel periodo con l’arrivo di tante turisti, con la popolazione che triplica a volte il problema si acuisce. Un problema atavico che comunque non ci esenta da responsabilità perché comunque è chiaro che abbiamo sofferto soprattutto nell’ultima estate. Siamo stati in montagna per trovare nuove fonti di approvvigionamento, avevamo iniziato un percorso diverso che è chiaro che avrebbe necessitato anche di finanziamenti di un certo tipo per intervenire in maniera più strutturata, senza dimenticare i problemi alla rete idrica che bisogna affrontare nell’immediato».
«Ho deciso di cadere a testa alta»
Politano ripercorre la vicenda della sfiducia senza giri di parole. «Quando un sindaco viene sfiduciato, sicuramente sono stati commessi degli errori e non sono uno di quelli che dice io non ho sbagliato sono perfetto. Sono stati fatti errori di scelte amministrativa e di scelte politiche delle quali io mi assumo la responsabilità. Però io ho fatto una scelta è vero che si può cadere fisiologicamente con le varie amministrazioni comunali, ma poi a volte basta anche poco per rimanere in piedi. Io ho deciso di cadere a testa alta guardandomi allo specchio il giorno dopo. È chiaro avendo bisogno anche io di un periodo di ripresa perché è chiaro che una sfiducia segna. Con questa libertà e con questa trasparenza proprio di non aver dovuto scendere a compromessi mi ripropongo mi ripropongo alla città e io ovviamente racconterò le mie motivazioni».
«Dobbiamo essere orgogliosi di essere paolani»
«Intanto dalla voglia di essere paolani e di essere protagonisti del nostro futuro, io dico sempre che c’è una cosa che ci contraddistingue su 8 miliardi di cittadini del mondo e l’essere paolano e noi questo non lo dobbiamo perdere». Politano parte dall’amore per la propria città per tracciare il futuro. «Ho l’onore di vivere nella città più bella del mondo. C’è la necessità di una vera e propria rivoluzione, che deve partire da ogni singolo cittadino da quella famosa alzata di maniche che ognuno dovrebbe fare per garantire un futuro migliore ai nostri figli. Questa rivoluzione deve partire dal basso dalla gente comune verso il futuro, perché noi siamo fortunati abbiamo tante possibilità. Abbiamo il santo patrono della Calabria, abbiamo uno dei centri ferroviarie più importanti del meridione, il mare, i monti e uno degli ospedali più importanti del territorio. Siamo vicini all’aeroporto di Lamezia Terme. Vogliamo mettere in interconnessione il porto di gioia Tauro, l’aeroporto di Lamezia Terme e la stazione ferroviaria di Paola. Ma questa è una sfida che deve riguardare non solo il sindaco della città di Paola. Io spero anche il governatore della Calabria».
Politano traccia un bilancio anche sui rapporti istituzionali dopo la prima esperienza da sindaco. «Vale il discorso al contrario rispetto alla responsabilità che ognuno di noi deve assumere in questa rivoluzione culturale. Io dico deve passare dal basso, ma non può prescindere dall’interlocuzione finalizzata al bene comune con i vari enti e quindi con il presidente della Provincia o con il presidente della Regione Calabria. Siamo tornati da protagonisti alla Bit di Milano, a parlare insieme a padre Francesco Trebisonda provinciale dell’Ordine dei Minimi. Il santuario di Paola è un mondo davvero magico 365 giorni all’anno e siamo andati a raccontare la nostra realtà. Che cos’è San Francesco di Paola nel mondo, perché poi è rappresentato in tutte le parti del mondo, e l’abbiamo fatto insieme al presidente Occhiuto, proprio perché con lui abbiamo intrapreso questo discorso sinergico a proposito di turismo religioso religioso. Ci siamo ritornati quest’anno nell’anno giubilare per raccontare le cose belle della nostra città che anche mare e lidi, accoglienza e centro storico».
Politano, i giovani e i trasporti
«Ho voluto candidare nella mia lista una giovane ragazza di Paola, da poco studente universitaria, per sapere la visione che i ragazzi hanno della nostra città, di come la vorrebbero costruire insieme a noi ed è chiaro che ritorniamo al discorso dei trasporti. Noi siamo fortunati ripeto, c’è quest’opera strategica di 1.800 milioni che va ad interessare un territorio e nuclei familiari che lì hanno speso i sacrifici delle loro vite. Abbiamo interloquito direttamente con Ferrovie dello Stato, abbiamo fatto capire che non c’è nessun indennizzo che possa risarcire queste famiglie rispetto alla perdita della loro storia, del proprio pezzo di terreno, della propria casa. Il sindaco di Paola, secondo me avrebbe potuto fare poco in termini di opposizione all’opera che comporterà tutta una serie di giovamenti in termini occupazionali e di indotto».
Il Porto San Francesco di Paola
«Ci siamo assunti questa responsabilità di cambiare la denominazione porto di San Francesco. C’è un progetto importante, stiamo parlando di circa 40 milioni di euro con tutto ciò che questo potrebbe comportare anche in termini di qualificazione urbana. Tra le altre abbiamo chiesto a Ferrovie dello Stato – continua Politano – il rifacimento di tutta la rete idrica proprio in virtù di queste opere compensative».
L’appello ai paolani
«Io dico che tanto è stato fatto. Non possono essere nove consiglieri comunali – conclude Giovanni Politano – che mi hanno sfiduciato a decidere sul futuro delle sorti della città, ma deve essere il popolo. Il popolo libero. il popolo che mi ha sempre conosciuto come uno di loro, un figlio della mia città. Per quanto riguarda me stesso, ce la metterò tutta come ho sempre fatto, non snaturando il mio modo di essere, e sono sicuro che riusciremo a scrivere insieme ancora una volta una pagina importante guardando al futuro».