Consiglio regionale, dirigenti già nominati per i prossimi 3 anni: è “accurduni”, i nomi

Le caselle apicali della burocrazia regionale di Palazzo Campanella sono state già decise a tavolino prima delle elezioni. E scoppia (di nuovo) il "caso" Lauria 

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di Alessia Bausone
6 febbraio 2021
11:30
Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale
Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale

Giochi già fatti per le caselle apicali della burocrazia del Consiglio regionale della Calabria per i prossimi tre anni. Nove dirigenti per quattro caselle importanti: dirigente capo area del processo legislativo e assistenza giuridica; dirigente capo area gestione; direttore generale e segretario generale del consiglio regionale. Un “accorduni” tra i big della burocrazia di Palazzo Campanella che prescinde dalle elezioni regionali e che non risente dei colori politici delle maggioranze di turno, al fine di autoconservarsi e di escludere che qualsiasi professionalità esterna possa anche solo concorrere alla selezione.

Il tutto avviene con il placet di una politica prona e di basso livello. Un tempo la si sarebbe definita “casta”, mentre oggi l’accordo tra politica e burocrazia per le caselle apicali della burocrazia di Palazzo Campanella rischia di passare quasi in sordina. Tutti contenti all’insegna del detto “tutto cambi affinchè non cambi nulla”, con buona pace delle norme sullo spoil system.


Il “caso” Lauria bis: violato il regolamento?

L’atto di nomina ad interim della segretaria generale del Consiglio regionale Maria Stefania Lauria le affidava la “mission” di predisporre gli avvisi di selezione del suo successore, secondo una precisa norma del del Regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi del Consiglio regionale della Calabria, l’articolo 11 bis, voluto specificamente dall’Ufficio di Presidenza guidato da Mimmo Tallini, prevedeva di aprire nelle selezioni anche a candidature esterne rispetto ai dirigenti di ruolo del Consiglio regionale.
Il bando di selezione per segretario e direttore generale emanato il 1 febbraio, però, presenta delle criticità che lo rendono mozzo. Non solo è stato emanato in violazione della norma voluta da Tallini (che nemmeno viene richiamata), chiudendo a persone esterne rispetto ai 9 dirigenti del Consiglio regionale, ma a deliberarlo è stato direttamente l’ufficio di Presidenza del consiglio regionale a guida Giovanni Arruzzolo e non la reggente Maria Stefania Lauria. L’organo politico si è, quindi, sostituito all’organo gestionale pur non potendolo fare. Sarà per questo che nella seduta dell’Ufficio di Presidenza del 1 febbraio, appena prima dell’approvazione dei bandi di selezione per segretario e direttore generale il segretario questore Graziano Di Natale è uscito, mentre l’altro componente di minoranza Nicola Irto era assente?

La burocrazia salva se stessa: porte chiuse agli esterni

La risposta della ministra della funzione pubblica Fabiana Dadone all’interrogazione parlamentare sul “caso Lauria” lanciato da LaCNews24 e firmata dai pentastellati Alessandro Melicchio e da Dalila Nesci, pur assolvendo in parte dai ritardi amministrativi (causa pandemia e crollo della Calipari) l’amministrazione regionale, sottolineava l’acclarata esigenza, sottolineata dall’allora Presidente Tallini in una apposita missiva al ministero, di “riordinare l’organizzazione del consiglio regionale e di varare bandi e partecipati”, come dimostrato “dalla deliberazione 20 del 26 giugno 2020, con la quale è prevista la partecipazione di professionalità esterne ai bandi in oggetto”.
Peccato che, come si è detto, entrambi i bandi emanati dall’Ufficio di Presidenza (e non, inspiegabilmente, dalla reggente Lauria) siano diretti solo agli interni.
Nelle altre Regioni, invece, i bandi per queste caselle sono sempre aperti per selezionare le migliori eccellenze professionali per incarichi così delicati. La legge regionale 53 del 2012 della Regione Veneto sottolinea come l’incarico di segretario generale è “di norma conferito a un dirigente della Regione del Veneto con esperienza almeno triennale di direzione di strutture apicali” ma che “L’incarico può essere conferito anche ad esperti e professionisti estranei all’amministrazione regionale che abbiano svolto per almeno cinque anni attività dirigenziale apicale in organizzazioni pubbliche o private di dimensioni e complessità paragonabili all’Assemblea legislativa regionale”
Nel Lazio il 28 gennaio 2015 l’Ufficio di Presidenza aveva formulato indirizzi per la pubblicazione dell’avviso di una professionalità esterna per il conferimento dell’incarico di segretario generale del consiglio regionale.
In Puglia il 15 settembre 2015 l’Ufficio di Presidenza del consiglio regionale aveva dato mandato al segretario generale pro-tempore di procedere all’indizione della selezione per l’incarico di segretario generale del Consiglio regionale, ovviamente aperto a candidature anche esterne. Dello stesso tenore la legge regionale 4 del 2008 della Toscana.

I nomi dei predestinati

Sempre tra i corridoi di Palazzo Campanella (e anche in cittadella regionale) si fanno già i nomi, pescati tra i 9 super dirigenti del Consiglio regionale, di chi ricoprirà gli incarichi apicali per i prossimi tre anni (i due dirigenti capo area, il segretario e il direttore generale del Consiglio regionale). I nomi sono, oltre a Maria Stefania Lauria che non fa mistero di bramare una riconferma come segretario generale del Consiglio regionale, il dirigente del settore assistenza giuridica e responsabile anticorruzione Sergio Lazzarino, il dirigente settore commissioni Giovanni Fedele e l’attuale dirigente risorse umane Antonio Cortellaro.

La “grana” Priolo

A rompere le uova nel paniere all’accorduni c’è Maurizio Priolo, ex segretario generale del consiglio regionale, legato a Nicola Irto. Lo scorso settembre Priolo, che risulta anche tra gli indagati per il crollo dell’Auditorium Calipari, ha fatto ricorso al Tribunale di Reggio Calabria contro la nomina ad interim di Maria Stefania Lauria come suo successore. L’udienza è fissata a fine 2021 ma nel testo del ricorso si legge come la segretaria generale “ex talliniana” non avrà strada facile nel coronamento del suo ambito triennio come segretaria generale del Consiglio non più ad interim, facendo tremare l'accorduni tra alti burocrati accettato da una politica inerme e inerte.
Nel ricorso di Priolo si legge: “Tenendo in considerazione la necessaria ed indispensabile relazione tra conferimento di incarico e le esperienze professionali maturate affini al ruolo da ricoprire, non v’è infatti dubbio che l’esperienza della Dott.ssa Lauria risulta del tutto insufficiente in relazione al ruolo dirigenziale oggetto di conferimento nonchè oggettivamente inferiore a quella del Dr. Priolo”, in più si sottolinea: “La Dr.ssa Lauria non ha mai ricoperto incarichi di alta direzione, nè presso il consiglio regionale della regione calabria nè presso altre amministrazioni pubbliche. Il cv professionale della Dott.ssa Lauria è privo di esperienze lavorative significative in materia di adozione di atti gestionali, di predisposizione e attuazione di piani e programmi strategici dell’ente”.
Concludendo con una stilettata sui bandi: “Non contiene alcun elemento che lasci emergere la redazione da parte della Dr.ssa Lauria di alcun avviso di conferimento di incarico (mentre la deliberazione di conferimento le attribuisce il mandato alla predisposizione degli avvisi per il conferimento degli incarichi di segretario e direttore generale)” ed un autoelogio “È il caso di precisare che l’organico dei Dirigenti del consiglio regionale della Calabria si compone di 9 dirigenti e che, al netto di Priolo e della Lauria, tra i sette rimanenti, nessuno ha un curriculum migliore, in relazione all’incarico da ricoprire, del dr. Priolo”. 

Giornalista
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