Consiglio, lotta in Tribunale tra i dirigenti più pagati della Calabria: 360mila euro in due

L’ex segretario dell’Assemblea Maurizio Priolo è ricorso agli avvocati perché considera illegittima la nomina del suo successore, Maria Stefania Lauria, fatta a suo tempo da Domenico Tallini. Chiede quasi 10mila euro in più al mese, ma dimentica che anche lui non ha mai sostenuto un concorso per entrare in Regione (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Alessia Bausone
26 novembre 2020
06:45

Lo scorso 3 luglio abbiamo lanciato il caso delle irregolarità e delle anomalie nella nomina ad interim, da parte dell’ufficio di presidenza a guida Tallini, della segretaria generale del consiglio regionale Maria Stefania Lauria. La questione, finita in Parlamento (per il tramite del deputato Alessandro Melicchio), ha portato gli ispettori del dipartimento della funzione pubblica della presidenza del consiglio dei ministri il 16 settembre a chiedere con urgenza alla Regione Calabria tutte le carte sulla nomina per approfondimenti sulla legittimità della nomina e le opportune verifiche. Inoltre, la procura di Reggio Calabria ha aperto un fascicolo e per il tramite della polizia giudiziaria ha acquisito tutti gli atti relativi alla nomina della Lauria.

Oggi il “caso” ha un ulteriore tassello perchè ad entrare in scena è Maurizio Priolo, segretario e direttore generale del consiglio regionale prima di Maria Stefania Lauria, recentemente tornato noto alle cronache per essere tra gli indagati per il crollo dell’Auditorium Calipari, ha fatto ricorso al Tribunale del lavoro di Reggio Calabria contro la nomina di chi l’ha succeduto, chiedendo un lauto risarcimento e iniziando un "catfight giudiziario" tra le cariche più pagate della Calabria.


Tallini difese la nomina

Il ricorso, assegnato alla magistrata Valentina Olisterno, avrà la sua prima udienza in un tempo lontano: il 15 dicembre 2021, ma le argomentazioni addotte da Priolo per il tramite dei suoi legali sono interessanti perchè ripercorrono le tappe che hanno portato alla nomina ad interim della Lauria, piena di ombre e scarna di luci, come abbiamo per primi denunciato.

Nel periodo di tempo intercorrente tra la deliberazione dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale a guida Nicola Irto numero 70 del 27 novembre 2019 (che prorogava la scadenza di Priolo fino a 90 giorni dopo l’insediamento del nuovo Consiglio regionale) e il giorno della scadenza della proroga, 24 giugno 2020, l’Amministrazione regionale non provvedeva ad indire nessun avviso di conferimento degli incarichi di segretario e direttore generale del consiglio regionale, eppure era al corrente della tempistica, anche perchè in entrambi gli uffici di Presidenza del Consiglio regionale del 2019 e del 2020 vi erano sempre sia Domenico Tallini (prima segretario questore e poi Presidente del Consiglio) e Nicola Irto (prima Presidente del Consiglio e poi vicepresidente).

Due giorni dopo la scadenza di Priolo dall'incarico, l’ufficio di presidenza del consiglio regionale emanava la deliberazione che nominava ad interim proprio Maria Stefania Lauria, già dirigente del settore aula del consiglio regionale. Per Priolo tale nomina è del tutto illegittima, essendo avvenuta: “senza l’indizione di alcun interpello; senza alcuna valutazione, anche comparativa, dei dirigenti interni al ruolo del consiglio regionale; senza fornire alcuna motivazione della scelta compiuta”.

Se per Tallini, che difese a più riprese pubblicamente la nomina, si doveva scongiurare una paralisi amministrativa, Priolo ritiene che non essendo stato indicato un termine entro il quale gli avvisi di selezione del nuovo segretario e direttore generale del consiglio regionale sarebbero dovuti essere banditi e non essendo stato indicato un termine di durata della reggenza, si ha “una ulteriore prova dell’assenza dei presupposti di necessita ed urgenza tali da non consentire lo svolgimento di una legittima procedura di conferimento di incarico. È, infatti, evidente che ove vi fosse stata una reale urgenza, la deliberazione n.21/2020 avrebbe dovuto prevedere un termine stringente per l’adozione dell’interpello, al fine di ripristinare quanto prima una situazione di  legittimita con riferimento alla nomina di una delle figure di vertice del Consiglio regionale della Calabria”. 

A Lauria “incarico in aperta violazione di legge”

Nel ricorso, si legge che l’incarico è “gravemente illegittimo, in quanto violativo delle ineludibili regole di pubblicita e di partecipazione nel conferimento degli incarichi dirigenziali”. Inoltre, si sostiene come “la scelta della dr.ssa Lauria non sia scaturita all’esito di un’analisi di tutti i curricula dei dirigenti in possesso dei requisiti per il conferimento dell’incarico, essendosi piuttosto trattato di un vero e proprio affidamento diretto dell’incarico in aperta violazione di legge”. Insomma, si adduce la violazione dell’articolo 19, comma 1 e comma 1 bis del D.lgs 165/2001, come abbiamo sempre sostenuto anche noi e come ha denunciato in Parlamento nell’interrogazione parlamentare Alessandro Melicchio.

La richiesta di risarcimento danni per mancato maxi-stipendio

Nel ricorso Priolo mette nero su bianco che qualora ci fosse stato un interpello e lui avesse partecipato, avrebbe sicuramente vinto rispetto alla Lauria. Scrivono i suoi legali:”Stando ai rispettivi curricula, risulta del tutto insufficiente in relazione al ruolo dirigenziale oggetto di conferimento nonché oggettivamente inferiore di quella del dr. Priolo” e che “risulta evidente la violazione dei criteri meritocratici”.

Ma non si limita a questo, afferma, come conseguenza della illegittima scelta perpetrata dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale, di aver subito un “danno da perdita di chances” e alla Giudice del lavoro di Reggio Calabria chiede la differenza retributiva (pari a 9.928,75 euro lordi mensili) tra il suo stipendio (circa 121mila euro l'anno) e quello di Maria Stefania Lauria (240mila euro) che, come è già stato scritto, è più simile a quello del Presidente della Repubblica che a quello di un dirigente pubblico regionale e fanno della reggente, la donna più pagata della Calabria.

Ecco le tabelle retributive:

L’accusa di conflitto di interesse

Nel ricorso di Priolo si evidenzia un ulteriore tratto interessante, ossia il fatto che “la durata dell’incarico di reggenza è subordinata alla redazione dell’avviso (di selezione, ndr) da parte della stessa dott.ssa Lauria, con evidente conflitto di interesse”.

Difatti, come abbiamo evidenziato noi già a luglio, vi è la possibilità che l’avviso di selezione del nuovo segretario e direttore generale del consiglio regionale della Calabria possa prevedere punteggi aggiuntivi per chi abbia già svolto anche solo l’interim del predetto incarico (seppur nonostante fosse attorniato da anomalie e irregolarità denunciate su più fronti).

Inoltre, la stessa commissione esterna che selezionerà il successore effettivo della Lauria, probabilmente sarà scelta dal capo di gabinetto del consiglio regionale, dello stesso colore politico del Presidente del Consiglio regionale, come già successo nel 2015. Già, perchè l’allora capo di gabinetto del Consiglio regionale Nicola Irto, Ugo Massimilla (attualmente segretario Pd di Belvedere Marittimo), per la selezione del segretario generale del Consiglio regionale aveva nominato una commissione formata da due docenti universitari (Francesco Manganaro e Giuseppe Tropea) e dall’allora presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Reggio Calabria, Alberto Panuccio, già avvocato personale di Maurizio Priolo. Un caso di conflitto di interessi? Beh, nulla a confronto del fatto che l’ex segretario generale del Consiglio regionale Nicola Lopez nel 2013 ravvisò, in riferimento anche alla situazione di Priolo “anomalie che sostanziano delle palesi illegittimità", recepite poi in una interrogazione parlamentare della pentastellata reggina Federica Dieni che si chiede: «Priolo, che non ha mai fatto un concorso, è un segretario generale abusivo?».

Giornalista
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