Il campo dei miracoli dei consiglieri regionali. Versano 3mila euro e ne incassano 25mila

VIDEO | Grazie alla nuova legge regionale sui vitalizi, alla scadenza della legislatura (23 novembre) i politici che siedono a Palazzo Campanella potranno maturare anche l’indennità di fine mandato, quella che i comuni mortali chiamano “liquidazione”. Un privilegio retroattivo che verrà calcolato dal 2014

di Enrico De Girolamo
17 ottobre 2019
13:41
Consiglio regionale, i privilegi non finiscono mai
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Chi è disposto a versare 3mila euro per averne in cambio 25mila? Tutti, ovvio. Ma solo pochi fortunati potranno piantare le loro monete d’oro in questo campo dei miracoli, che a differenza di quello usato dal Gatto e la Volpe per truffare Pinocchio, funziona davvero. Ad essere baciati dalla "sorte" sono – manco a dirlo – i consiglieri regionali, che con la nuova legge sui vitalizi, approvata nel maggio scorso, possono usufruire di questa strana scatola magica che moltiplica i soldi. A farsi i conti è stato Michele Mercuri, ricercatore di Open Calabria, laboratorio culturale e divulgativo che sforna spesso interessati e documentate analisi sulla situazione economica e politica locale, ma non solo.

Vitalizi mai aboliti, hanno solo cambiato nome

Mercuri parte da una premessa: a differenza di quanto si cerca di far passare all’esterno, la Regione non ha abolito i vitalizi per i consiglieri regionali, anzi.
L’articolo 6 della Legge 13/2019 - quella del maggio scorso spacciata per epocale “riforma” da Palazzo Campanella - introduce per i consiglieri regionali l’indennità a carattere differito, affermando che “ha la stessa natura giuridica dell’istituto già previsto dall’articolo 14 della l.r. 3/1996”, quella degli assegni vitalizi appunto. Insomma, la si può chiamare indennità differita (percepita alla cessazione del mandato), ma sempre vitalizio è.
Non paghi, nell’approvare la nuova disciplina, i consiglieri regionali calabresi hanno reintrodotto anche l’adeguamento Istat e il Trattamento di fine mandato (quello che i comuni mortali chiamano “liquidazione”).


Pronti a seminare le loro monete d'oro

Ed è qui che si entra nel campo dei miracoli. Secondo Mercuri, infatti, «la reintroduzione dell’indennità di fine mandato è molto più favorevole rispetto a quella del passato». La vecchia legge del 1993, infatti, stabiliva che “sull'indennità di carica (cioè lo “stipendio”, ndr) è disposta, al netto delle ritenute fiscali, una trattenuta obbligatoria del 4 per cento, quale contributo per la corresponsione dell'indennità di fine mandato”.
«Oggi invece - spiega il ricercatore di Open Calabria - è applicata una trattenuta mensile pari all’1 per cento dell’indennità mensile di carica al lordo. In pratica, al consigliere viene fatta una trattenuta dell'1% sull'indennità di euro 5.100/mese per 5 anni (3.060 euro di trattenute) per poi corrispondere a fine mandato 5.100 euro x 5, pari a 25.500 euro totali (22.440 euro a testa al netto delle trattenute, 695.640 euro a carico del bilancio regionale per tutti i 30+1 consiglieri)».
Come se non bastasse, la legge in vigore prevede che l'anno che fa maturare l'indennità non debba essere necessariamente “intero”, ma basta anche una semplice frazione, dunque anche un solo secondo conta come 365 giorni utili a far maturare la “liquidazione”.
Infine, ecco dove i consiglieri potranno piantare le loro monete d’oro: la retroattività dell’indennità di fine mandato. L’indennità, infatti, matura fin dalle elezioni del 2014 quindi tra pochi giorni, alla scadenza dei cinque anni di mandato, il 23 novembre prossimo, ogni consigliere potrà versare 3.060 euro per averne immediatamente indietro 25.500. Il Gatto e la Volpe di Pinocchio al confronto sono patetici dilettanti.


degirolamo@lactv.it

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