«Il dimensionamento è fatto sulla base della riduzione della popolazione scolastica e poiché non c'è stato un decremento così significativo probabilmente per il 2026/2027 non dovremmo adottare alcun dimensionamento». Con queste parole l’assessore all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo ha temporaneamente chiuso l’unica vera polemica dell’odierno Consiglio regionale.

D’altra parte è sulla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale sulla modifica del cronoprogramma relativo alle procedure e ai provvedimenti amministrativi per la definizione del Piano regionale di dimensionamento scolastico e programmazione dell'offerta formativa che si è accesa la polemica nel corso di un Consiglio regionale tutto sommato soft.

L’illustrazione del provvedimento ad opera della consigliera azzurra Pasqualina Straface - che indica al 30 maggio dell’anno di riferimento la data utile per la trasmissione della Delibera di Giunta Comunale per la proposta di dimensionamento scolastico alla Provincia/Città Metropolitana, e al 31 ottobre la conclusione del procedimento con l’adozione della delibera della giunta regionale di approvazione del dimensionamento scolastico e dell'offerta formativa regionale – fa saltare dalla sedia il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo convinto che oggi in aula è stato presentato un provvedimento amministrativo con cui addirittura si anticipano i tempi per l’applicazione di un piano di dimensionamento scolastico che in realtà, per lui, è «un'operazione di macelleria sociale» in una regione come la Calabria.

Polemica durante il Consiglio regionale di ieri sul provvedimento che introduce un nuovo cronoprogramma nel Piano di dimensionamento scolastico, duramente bocciato dal consigliere Antonio lo Schiavo. A replicare al notaio vibonese è stata l’assessore all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo.

«Noi tagliamo autonomie scolastiche, ne tagliamo 84 – afferma il notaio vibonese -, come può un dirigente scolastico avere 15-20 plessi da dover gestire? Ovviamente questo è impossibile e il taglio delle autonomie scolastiche è il preludio poi al taglio dei plessi scolastici - abbiamo 296 pluriclasse - e il preludio al taglio di scuole nelle aree interne».

Lo Schiavo non si capacita del fatto che da una parte si vuole combattere lo spopolamento della Calabria, ma nello stesso tempo viene proposto un piano che in qualche modo, a suo parere, agevola e incentiva lo spopolamento stesso. «La scuola è il primo riferimento istituzionale dello Stato nelle aree più disagiate e inoltre noi non abbiamo fatto come le altre regioni del meridione, non abbiamo impugnato un piano particolarmente duro per la Calabria come ha fatto la Campania o, ad esempio, non abbiamo sollevato un conflitto di competenze istituzionali alla Corte Costituzionale come ha fatto l'Emilia Romagna. Noi l'abbiamo accettato supinamente accodandoci a delle scelte di governo nazionale che penalizzano proprio le regioni più deboli».

Secondo Lo Schiavo «dovremmo avere un sussulto di orgoglio come cittadini calabresi perché su alcune questioni, sul taglio delle scuole, non sono battaglie di destra o di sinistra, sono battaglie di civiltà e sono battaglie che servono per mantenere vive quelle aree interne che giorno dopo giorno perdono i cittadini».

Dello stesso avviso è anche il capogruppo dem Mimmo Bevacqua secondo cui è «grave non prendere atto del fatto che l'iniziativa annienta i territori fragili e le famiglie e mortifica il lavoro dei docenti con un'attività formativa che segna il passo. Non ci si rende conto - ha dichiarato - che la mancanza di sviluppo è dovuta anche alla negazione dell'istruzione».

Una polemica in piena regola che l’assessore all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo prova a spegnere sul nascere: «Quello che abbiamo fatto oggi è una cosa abbastanza semplice, abbiamo ripreso il nuovo cronoprogramma e tenuto conto di quelle che sono le disposizioni normative e quindi la legge adesso prevede che il termine per il piano di dimensionamento non sia più novembre ma sia il 31 ottobre e quindi noi abbiamo adeguato questo termine».

Caracciolo ha quindi spiegato che la Regione può chiedere 30 giorni di proroga ma mentre prima veniva data semplicemente, senza alcun provvedimento, adesso ci vuole un decreto del ministero.

Ma l’assessore va oltre: «Il piano di dimensionamento e le linee guida che sono state fatte lo scorso anno dalla Regione hanno tenuto conto di tutte le criticità del nostro sistema e quindi delle zone montane. Noi – ha sottolineato Caracciolo - le tuteliamo in modo particolare e basta vedere le linee guida che sono state adottate lo scorso anno e non solo».

Insomma, per l’assessore all’Istruzione la Regione Calabria è stata virtuosa nell'adozione del piano di dimensionamento scolastico e questo ha fatto sì che, così come tutte le altre regioni virtuose, anche la Calabria abbia avuto delle premialità, differentemente dalle regioni che invece non hanno provveduto nei termini. «Aggiungo e dico – ha continuato Caracciolo - che probabilmente ci saranno delle novità, non mi posso spingere oltre, per quello che sarà Il dimensionamento del ’26-‘27. Il dimensionamento è fatto sulla base della riduzione della popolazione scolastica e poiché non c'è stato un decremento così significativo probabilmente per il 2026/2027 non dovremmo adottare alcun dimensionamento».