Cosenza, emergenza abitativa: stop all’occupazione in Comune di Prendocasa

La protesta a Palazzo dei Bruzi, iniziata ieri mattina, si è conclusa con un accordo: la prossima settimana si terrà un tavolo istituzionale con prefetto e Regione

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di Camillo Giuliani
18 marzo 2021
18:00
Alcuni attivisti di Prendocasa questa mattina all’ingresso di Palazzo dei Bruzi
Alcuni attivisti di Prendocasa questa mattina all’ingresso di Palazzo dei Bruzi

Dell'emergenza abitativa a Cosenza si riparlerà tra sette giorni, stavolta insieme alla Regione e alla Prefettura. Si è conclusa con questo impegno da parte delle istituzioni l'occupazione del salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi, iniziata nella mattinata di ieri dal movimento Prendocasa e alcuni nuclei familiari disagiati che hanno trascorso tutta la notte in municipio nell'attesa delle risposte che cercavano.

Niente rassicurazioni per adesso sull'arrivo delle mensilità di affitto arretrate che il Comune non versa ormai da un anno e mezzo, né spiegazioni sul perché i soldi fossero spariti già allora salvo ricomparire nei mesi scorsi soltanto per alcuni locatori e non per tutti. Di quello, con ogni probabilità, si discuterà tra una settimana. Per inquilini e attivisti, però, è già un successo. Fino a poche ore fa, infatti, dalla Prefettura non era arrivato il minimo segnale di apertura. L'interlocuzione di queste ore tra l'assessorato comunale al Welfare e la Regione, però, ha stemperato le tensioni e si è giunti all'accordo per un tavolo istituzionale allargato.


Verso ora di pranzo in piazza XI settembre si sono ritrovati l'assessore De Rosa, il comandante della polizia municipale Loise e i vice prefetti Micucci e Bardari (vicario), una riunione che si è conclusa con un verbale in cui il Comune si impegna a tenere aggiornata la Prefettura su quanto sta facendo per risolvere il problema in vista del prossimo summit (previsto sulla carta il 23 marzo, ma dovrebbe tenersi il 25 così da permettere alla Catalfamo di esserci).

Le iniziative in tal senso sono sostanzialmente tre: censire con accuratezza i beneficiari delle sovvenzioni per capire chi ne abbia realmente diritto, escludendo i titolari di reddito di cittadinanza o sostegni economici simili, così da quantificare esattamente le risorse da destinare – sempre che si trovino – all'emergenza abitativa; adottare un regolamento chiaro sul tema, così come sulle modalità di assegnazione delle case popolari, spesso discutibili; preparare le relative graduatorie nel minor tempo possibile. Difficile che da qui alla prossima settimana si raggiungano risultati attesi, in alcuni casi, da decenni. Ma per le decine di persone, bambini inclusi, che rischiano lo sfratto a giugno anche il miraggio di una soluzione è già tantissimo.

 

 

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