Oltre il commissariamento

Crotone, il sottosegretario Costa: «Alla sanità in Calabria servono investimenti e razionalizzazione»

VIDEO | Il rappresentante di governo in visita all'ospedale cittadino: «Vengo spesso in questa regione per toccare con mano le criticità e assumermi l’impegno di provare a dare risposte»

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di Francesca Caiazzo
27 settembre 2021
17:00

«Uscire dal commissariamento e ridare la sanità ai calabresi mi pare un percorso ormai tracciato, su questa ipotesi c’è ormai un’ampia convergenza, quindi confido che arriverà presto questa condizione e si possa ripartire separando la gestione straordinaria di rientro dalla gestione ordinaria». Lo ha detto questa mattina il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, parlando con i giornalisti a margine della visita all’ospedale di Crotone, accompagnato dal commissario dell’Asp di Crotone, Domenico Sperlì.

Coinvolgere enti locali

«La Calabria – ha aggiunto – ha bisogno di tornare a investire in sanità, investire in strutture, razionalizzare, efficientare e dare servizi ai calabresi. Dobbiamo cogliere l’opportunità che arrivano dai fondi europei per strutturare sul territorio quelle attività che avvicinano i servizi ai cittadini e permettono agli ospedali di lavorare al meglio. Questa condizione al momento non c’è e dobbiamo costruirla attraverso la condivisione con gli enti locali».


Costa afferma di essere venuto a Crotone, e nei giorni scorsi anche in altre zone della regione, intanto per ringraziare il personale sanitario per il contributo fornito nell’emergenza pandemica, ma «anche per toccare con mano le criticità e le prospettive per la Calabria e assumermi l’impegno di provare a dare risposte. Credo ci sia l’occasione affinché anche in Calabria ci sia una sanità di qualità, accessibile a tutti. Come governo dobbiamo darci l’obiettivo che un cittadino italiano, indipendentemente da dove risieda, deve avere pari dignità e pari servizi, soprattutto se parliamo di sanità».

Carenza di personale

Per quanto riguarda la carenza di personale sanitario, Costa ammette che si tratta di un problema che riguarda tutto il Paese e che affonda le radici nell’accesso alla formazione universitaria: «Dobbiamo chiederci se ha ancora senso parlare di numero chiuso per gli infermieri e le facoltà di Medicina. Noi abbiamo aumentato le borse di studio portandole da 7mila a 18 mila, ma ovviamente non basta». Nell’immediato, intanto, «abbiamo messo in campo risorse per dare risposte anche in termini di personale e devo dire che anche i fondi europei danno opportunità per investimenti sul personale».

Il ruolo della sanità privata

E sul rapporto tra sanità pubblica e sanità privata convenzionata aggiunge: «Possono lavorare insieme, è uno degli insegnamenti che ci ha lasciato il Covid. Occorre trovare i giusti equilibri e creare le condizioni affinché i cittadini possano accedere a servizi di qualità facilmente accessibili a tutti. Se il privato può dare un contributo in questo percorso di rilancio, ben venga».

Recuperare i ritardi nella prevenzione oncologica

Intanto, il Covid ha rallentato le attività di screening, soprattutto in campo oncologico, provocando ritardi sul fronte della prevenzione, unica arma per vincere contro i tumori: «Questo è uno dei motivi per cui dobbiamo veicolare ogni giorno messaggi di fiducia nei confronti del vaccino, perché non possiamo più permetterci ci fare entrare pazienti Covid negli ospedali, che hanno bisogno di ritornare alla normalità e ridare i servizi ordinari, soprattutto in materia di screening. Quando parliamo di oncologia, la diagnosi precoce diventa fondamentale e può salvare vite».

Nel corso della visita all’ospedale di Crotone, il sottosegretario è stato sollecitato da più parti sull’attivazione dell’Emodinamica, mentre il sindaco Vincenzo Voce, nel ricordare la bocciatura dell’atto aziendale dell’Asp da parte della Conferenza dei sindaci che presiede, ha ribadito la necessità di ridare autonomia alla sanità calabrese.

Giornalista
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