Dal referendum del 1946 al governo Meloni, l’Italia ripercorre la sua storia. Un bilancio tra conquiste civili, crisi politiche e la sfida aperta di un futuro più giusto e coeso
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Il 2 giugno 1946, l’Italia si recò alle urne per decidere il proprio destino istituzionale: monarchia o repubblica. Il referendum istituzionale, indetto dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale, sancì la vittoria della Repubblica con 12.718.641 voti contro 10.718.502 favorevoli alla monarchia. Il Re Umberto II, salito al trono da appena un mese, fu costretto all’esilio, e l’Italia cominciò il suo cammino repubblicano.
Alle urne andarono anche le donne, a cui era stato riconosciuto da poco il diritto al voto, un evento dirompente nella storia democratica del Paese. L’Italia repubblicana nacque dunque da una scelta popolare, seguita, nel marzo 1947, dalla promulgazione della nuova Costituzione, che entrò in vigore il 1° gennaio 1948.
I momenti salienti: tra ricostruzione e boom economico
La giovane Repubblica dovette affrontare subito la ricostruzione materiale e morale di un Paese devastato. Gli anni Cinquanta furono quelli della rinascita, grazie anche al Piano Marshall e a una forte coesione sociale. Si fondarono le grandi imprese pubbliche, nacque l’Eni con Enrico Mattei, si svilupparono settori chiave come la siderurgia, l’automobile e la chimica.
Negli anni Sessanta l’Italia visse il “miracolo economico”: un incremento straordinario del Pil, l’esplosione dell’industria, l’esodo di milioni di meridionali verso il Nord e l’estero, la nascita della classe media. La Fiat simboleggiava l’ascensore sociale, la Vespa la modernità, la televisione l’omologazione culturale.
Ma questi furono anche gli anni in cui si manifestarono le prime fratture sociali: la questione meridionale irrisolta, la marginalizzazione delle campagne, le disuguaglianze urbane.
Gli anni difficili: terrorismo, corruzione, crisi
Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta, la Repubblica conobbe il periodo più buio della sua storia: i cosiddetti “anni di piombo”, con lo scontro frontale tra terrorismo nero e rosso, culminato nel rapimento e assassinio di Aldo Moro nel 1978. Lo Stato riuscì a resistere, ma pagò un prezzo altissimo.
Negli anni Ottanta l’Italia sembrò tornare a sorridere: Milano diventò la “capitale morale” dell’Italia rampante, le televisioni private di Berlusconi rivoluzionarono il costume, Craxi portava il Psi al potere. Ma sotto la superficie fermentava il germe della corruzione sistemica.
Il 1992 fu l’anno della svolta. Gli omicidi di Falcone e Borsellino, e l’inchiesta di Mani Pulite, demolirono la Prima Repubblica. I partiti storici – Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli – collassarono. Si aprì la stagione della Seconda Repubblica.
La Seconda Repubblica: instabilità, bipolarismo e crisi
La nuova fase politica è stata dominata dalla figura di Silvio Berlusconi, imprenditore e leader di Forza Italia, che per vent’anni avrebbe polarizzato il Paese tra centrodestra e centrosinistra. L’alternanza è stata frenetica: Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte, Draghi, Meloni.
Il sistema politico è mutato senza una nuova Costituzione: leggi elettorali cangianti, partiti-persona, leadership senza basi solide. I governi, dal 1946 al 2025, sono stati 68: una media di poco più di un governo ogni 13 mesi.
Nel frattempo, la globalizzazione, la crisi del 2008, l’austerità europea, la pandemia da Covid-19, e la guerra in Ucraina hanno messo a dura prova la tenuta del sistema economico e sociale italiano.
L’economia: tra eccellenze e fratture
Nonostante le crisi, l’Italia resta l’ottava economia del mondo per Pil nominale. La forza del Paese risiede nelle PMI, nel Made in Italy, nell’agroalimentare, nella moda, nel turismo, nella meccanica di precisione, nella farmaceutica.
Milano è diventata una città europea, motore economico e culturale. Il Nord continua a trainare, ma il divario con il Sud rimane abissale: occupazione femminile, infrastrutture, servizi pubblici, istruzione. La questione meridionale resta irrisolta, e il rischio di un’Italia a due velocità si è aggravato.
La società: diritti, trasformazioni, tensioni
La Repubblica italiana ha attraversato cambiamenti epocali: dal divorzio (1970) all’aborto (1978), dall’ingresso delle donne in magistratura alla legge sulle unioni civili (2016). Tuttavia, resta ancora in sospeso una legge sul matrimonio egualitario e sui diritti delle persone LGBT+.
L’Italia è diventata una società multietnica, ma l’integrazione è incompiuta. Le tensioni migratorie, la paura sociale e le strumentalizzazioni politiche hanno alimentato populismi e nazionalismi.
Il presente: tra sovranismo e transizione
Nel 2025, il governo guidato da Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) è il primo esecutivo pienamente espressione della destra post-fascista a guida stabile. La presidente del Consiglio ha consolidato il suo potere, ma tra critiche interne e tensioni con l’Unione Europea.
L’Italia è coinvolta nelle grandi sfide del nostro tempo: transizione energetica, cambiamento climatico, intelligenza artificiale, invecchiamento della popolazione, sicurezza internazionale.
Il futuro: quale Repubblica per il XXI secolo?
Nel 2025 la Repubblica compie 79 anni. Il suo futuro dipende dalla capacità di riformarsi:
- una giustizia efficiente
- una scuola moderna
- investimenti in ricerca e innovazione
- un patto sociale che unisca generazioni e territori
- una governabilità solida ma democratica
L’Italia ha risorse, talenti, cultura, capitale umano. Ma serve una visione. Come scrisse Piero Calamandrei: «La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare». La Repubblica non è solo una forma di Stato, è una promessa da rinnovare ogni giorno.
Cronologia essenziale della Repubblica
- 2 giugno 1946 – Referendum istituzionale, nasce la Repubblica
- 1 gennaio 1948 – Entra in vigore la Costituzione
- 1954 – Nascita della RAI televisiva
- 1963-1969 – Centro-sinistra e boom economico
- 1970 – Legge sul divorzio
- 1978 – Assassinio di Aldo Moro, legge sull’aborto
- 1992-1994 – Mani Pulite, fine della Prima Repubblica
- 1994 – Berlusconi al governo
- 2008 – Crisi finanziaria globale
- 2011 – Governo tecnico Monti dopo la caduta di Berlusconi
- 2020 – Pandemia da Covid-19
- 2022 – Governo Meloni
- 2025 – 79 anni di Repubblica
I Presidenti della Repubblica (1946–2025)
- Enrico De Nicola (provvisorio) – 1946-1948
- Luigi Einaudi – 1948-1955
- Giovanni Gronchi – 1955-1962
- Antonio Segni – 1962-1964
- Giuseppe Saragat – 1964-1971
- Giovanni Leone – 1971-1978
- Sandro Pertini – 1978-1985
- Francesco Cossiga – 1985-1992
- Oscar Luigi Scalfaro – 1992-1999
- Carlo Azeglio Ciampi – 1999-2006
- Giorgio Napolitano – 2006-2015 (eletto due volte)
- Sergio Mattarella – 2015 in carica (rieletto)
Per festeggiare il 2 giugno, serve ricordare, ma anche pensare al domani. Una Repubblica forte non è quella che celebra il passato, ma quella che sa affrontare il futuro con coraggio, giustizia e coesione.