Elezioni Calabria, Meloni stoppa Santelli. Il sì di FdI solo dopo accordo su Puglia e Marche

Stallo nella coalizione. La leader di Fratelli d'Italia teme imboscate e pretende che il via libera in Calabria sia legato al patto per le altre regioni. La coordinatrice calabrese di Forza Italia è pronta, ma gli Occhiuto minacciano scissioni

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di Redazione
16 dicembre 2019
20:59
Jole Santelli e Giorgia Meloni
Jole Santelli e Giorgia Meloni

Si complica il rebus per la scelta del governatore del centrodestra in Calabria. Qui Forza Italia rischia di spaccarsi in due, con l'azzurra Jole Santelli, candidata della coalizione, e l'azzurro Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza, in corsa da solo. Tutti attendono l'ufficializzazione del nome da parte di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che ha posto un veto sugli Occhiuto (Mario e il fratello Roberto, vicepresidente vicario dei deputati forzisti, pronto a lasciare Fi se la Lega dovesse confermare il “no” alla sua famiglia). Ma questa ufficializzazione, annunciata da giorni, ancora non è arrivata.

Lo stallo

Lo stallo, raccontano, dipende da un combinato disposto di fattori, ma soprattutto dall'altolà imposto da Giorgia Meloni, che ha chiesto a Fi e Carroccio di siglare un accordo complessivo sui nomi di tutte le regioni che vanno al voto, non solo la Calabria. Fdi non sarebbe disposta a mollare sul punto perché non si fida, temendo doppi giochi, e da qui la rivendicazione per sé di Puglia e Marche come da “schema” concordato con gli alleati al recente vertice a tre di Milano. «Meloni darà il suo ok per la Calabria solo dopo aver ottenuto garanzie sulle altre Regioni che vanno al voto, a cominciare da Puglia e Marche», dice un big azzurro che sta seguendo da vicino la pratica. Allo stato, in particolare, a quanto si apprende, a rendere più difficile la situazione c'è il caso della Puglia: l'europarlamentare Raffaele Fitto, che ha accolto Fdi nel suo gruppo, l'Ecr, sarebbe il candidato naturale alla Regione, con la benedizione della stessa Meloni. All'ultimo summit di Arcore, raccontano, quando Meloni ha fatto il nome di Fitto (che si è detto disponibile a ricandidarsi) sia Berlusconi che Salvini non avrebbero mosso obiezioni.


Resistenze

Forti resistenze, invece, all'ex governatore sarebbero state espresse dai leghisti pugliesi, in particolare da quelli che prima erano parlamentari con Fitto sotto la stessa insegna di Forza Italia. Ieri Salvini era a Bari e non si è sbilanciato a riguardo: «I nomi dei candidati governatori arrivano alla fine, prima vengono la squadra e il progetto». Una frase di circostanza, secondo alcuni, per prendere tempo, che potrebbe, alla fine nascondere un veto su Fitto. Un modo, invece, secondo i più, per non bruciare Fitto, riconoscendo a Fdi la scelta del governatore in Puglia.

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