Elezioni Calabria, prove tecniche di accordo a sinistra tra diktat dei 5s e ambizioni del civismo

La strada è tutta in salita. I Cinquestelle pongono irrinunciabili condizioni a cominciare dal rinnovamento radicale della rappresentanza istituzionale. Reggeranno a queste richieste le correnti del Pd e Italia Viva? E Tansi siederà al tavolo? Interrogativi che troveranno forma nella riunione di domani a Roma (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Pa. Mo.
12 dicembre 2020
13:13
Carlo Tansi, Riccardo Tucci, Giuseppe Graziano, Nicola Fiorita, Jasmine Cristallo, Nino De Masi
Carlo Tansi, Riccardo Tucci, Giuseppe Graziano, Nicola Fiorita, Jasmine Cristallo, Nino De Masi

Grandi manovre sul fronte del centro sinistra in vista delle elezioni regionali. L’auspicio che aveva manifestato ai microfoni della nostra testata Riccardo Tucci, uno degli esponenti del M5S incaricato di sondare il terreno per un’alleanza larga che comprenda il Pd, pare che si stia concretizzando, o almeno, sembra sia stato messa in cantiere la prima tappa di questa ipotesi. Domani ci sarà una importante riunione convocata dal Pd nazionale. L'universo che va dal Pd a Tansi passando per il movimento cinque stelle fino a Pino Aprile, la sinistra di Nicola Fiorita e le sardine di Jasmine Cristallo, infatti, potrebbe cominciare a parlarsi. Se poi “son rose e fioriranno”, ciò è tutto da verificare.

Il tavolo romano

Una cosa è certa: il Pd ha convocato un tavolo per una prima ricognizione sulle intenzioni dei possibili interlocutori. La lista degli invitati comprende quasi tutte le espressioni di quei movimenti civici molto attivi negli ultimi tempi. Pd, M5s, Italia viva, Io resto in Calabria (ex Callipo ), Art 1, Sinistra italiana, Socialisti, Centro democratico, Verdi, Fiorita (Calabria aperta), Tansi (Tesoro Calabria), Sardine. Questa, al momento, la lista degli invitati. Una galassia molto ampia, dunque, che tenta di dare un ordine ad una storica e, quasi antropologica, propensione alla frammentazione dei movimenti che vanno dal civismo a quelli derivanti da costole della sinistra tradizionale. Tuttavia, se il progetto si concretizzasse, potrebbe trasformare in realtà quello che oggi appare come una irraggiungibile utopia. Al tavolo ci sarà una novità: il Pd si presenterà con due commissari. A Stefano Graziano, recentemente riconfermato da Zingaretti, infatti, si aggiungerà Marco Pacciotti, attualmente responsabile nazionale delle politiche sull’immigrazione dei democrat, dirigente del Pd romano, vicinissimo a Gianni Cuperlo e al segretario Zingaretti. Segno che, il segretario democrat intende seguire da vicino, quasi in prima persona, la vicenda calabrese.


Le condizioni dei Cinquestelle

Il Pd, infatti, è consapevole che la strada è tutta in salita e non sarà una passeggiata. Ciò lo si comprende dalla linea del M5S che, certamente ha manifestato delle aperture, ma ponendo soprattutto delle irrinunciabili condizioni.  Una fra tutte: il rinnovamento radicale della rappresentanza istituzionale. Il movimento cinque stelle chiede, a partire dalla candidatura a Presidente,  figure nuove, capaci di costruire e federare un’alleanza tra soggetti politici che fino ad ora si sono caratterizzati più per le diffidenze reciproche che dalla fiducia. Condizioni analoghe sono poste  anche dagli altri potenziali alleati, anche se con sfumature diverse. Tuttavia, tutti pongono una radicale discontinuità con il passato.

Discontinuità chiesta anche dai movimenti civici

Lo pongono i movimenti civici raccolti dallo scrittore e giornalista Pino Aprile, l'imprenditore Nino De Masi, osservatore attento al nascente dialogo, il quale ha richiesto, innanzitutto al PD, un reset generale di uomini e metodi del passato. Molto più difficile si presenta il dialogo con Carlo Tansi, il quale, allo stato, ha manifestato la volontà di voler continuare il suo percorso in splendida solitudine, incoraggiato su questa posizione dal risultato delle amministrative di Crotone. Se intenderà procedere su questa linea, dunque, lo si capirà dalla sua partecipazione o meno alla riunione convocata per domani. Il percorso del Pd, dunque, si presenta tortuoso. Al Nazareno, infatti, sono stretti tra la vitale esigenza di liberarsi da un passato ingombrante e, le spinte altrettanto forti, provenienti delle correnti interne che puntano ad auto conservarsi. Una morsa micidiale. Inoltre, sempre sul fronte interno, c’è una parte consistente del partito assolutamente intollerante all’ipotesi di un nuovo “Papa nero” dopo la catastrofica vicenda di Pippo Callipo.

L'incognita Irto

Non a caso, infatti, registra un crescente consenso l’ipotesi di una candidatura a presidente di Nicola Irto, giovane ex presidente del consiglio regionale. Secondo molti, Irto, potrebbe conciliare la legittima esigenza di un rinnovamento generazionale con la giusta esperienza politica e istituzionale che impone il ruolo. Tuttavia, dalle parti del M5S fanno sapere di non essere in condizione di sostenere una candidatura dal profilo così caratterizzato e, inoltre, sempre dagli ambienti pentastellati, evocano il rischio che, sull’ex presidente del consiglio regionale, incombano non ben specificate tempeste di natura giudiziarie che potrebbero interessarlo. Insomma un quadro complesso, al quale si aggiunge una certa velleità di Italia Viva. L’attivismo del senatore Ernesto Magorno, infatti, sembra propedeutico alla richiesta da parte del partito del leader di Rignano sull’Arno, di rivendicare, al tavolo dell’alleanza,  proprio la candidatura del sindaco di Diamante a Presidente della regione, il quale, evidentemente, pur avendo sposato la “filosofia politica del rottamatore”, di rottamare se stesso, pare non abbia nessuna intenzione.

Giornalista
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