Caso Creazzo, il commissario di Fdi: «Scelta mia, il partito non c'entra»

Dopo l'inchiesta Eyphemos il partito si ritrova nella bufera proprio mentre sono in corso le trattative per la formazione della giunta e il centrodestra deve scegliere il prossimo candidato sindaco della Città metropolitana

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di Riccardo Tripepi
27 febbraio 2020
10:31
Edmondo Cirielli
Edmondo Cirielli

Dietro il silenzio di Giorgia Meloni sull’esplodere del caso Creazzo, rimasto coinvolto nell’inchiesta Eyphemos portata avanti dalla Dda di Reggio Calabria, si cela l’avvio di un’operazione di rinnovo che potrebbe essere totale.

Il caso Nicolò

Fratelli d’Italia in riva allo Stretto, nonostante i buoni risultati ottenuti ai vari appuntamenti con le urne, continua ad annaspare e a fare discutere.

Fin dal principio le scelte sui referenti reggini non sono andate nella direzione sperate. Si era puntato tutto su Alessandro Nicolò, consigliere regionale di lungo corso appena fuoriuscito da Forza Italia, ma dopo quale mese il consigliere regionale venne coinvolto nell’inchiesta “Libro Nero”, per il quale sta ancora scontando la misura cautelare della detenzione in carcere.


L'invio del commissario Cirielli

Giorgia Meloni decise così di affidare la gestione del partito e delle liste ad Edmondo Cirielli, deputato e questore della Camera, inviato a Reggio Calabria come commissario.

Le sue scelte hanno portato a due consiglieri regionali eletti Domenico Creazzo e Giuseppe Neri, ma hanno fatto tanto discutere ancora prima dell’arresto di Creazzo. Gli eletti di Fdi sono stati proprio i due transfughi provenienti dal centrosinistra, tanto da avere indispettito molti della base che si erano spesi per il partito quando la percentuale non era ancora in doppia cifra. L’inserimento poi delle truppe scopellitiane, a giochi fatti quando avrebbero invece dovuto esprimere prima un candidato da inserire nella lista Fdi secondo accordi nazionali raggiunti con il Mns di Gianni Alemanno, hanno provocato altre tensioni.


Adesso, con il partito trasformato in una polveriera, l’intervento di Cirielli che sembra sotto dettatura. Il commissario si assume personalmente la responsabilità della scelta di Creazzo sulla quale il partito non avrebbe messo bocca. «Sono mortificato per l’accaduto, ma basta con la speculazione politica sulle elezioni regionali in Calabria. La decisione di candidare Creazzo è stata solo mia.

Il suo arresto è grave, ma dalla Commissione Parlamentare Antimafia non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione – dichiara Cirielli - Come dichiarato dal Procuratore Capo della Dda, Giovanni Bombardieri, l’inchiesta giudiziaria non riguarda sigle politiche o partiti ma singole persone. FdI non ha - come non li ha nessun partito - strumenti ispettivi sui candidati. La nostra lista, come le altre, è passata al vaglio della Commissione Parlamentare Antimafia guidata da Nicola Morra (M5S). Ebbene, nessuno dei nostri candidati, compreso Creazzo, è stato “segnalato” da tale organismo alla vigilia della tornata elettorale, segno, dunque, che era una persona che mai aveva dato adito a sospetti. Dunque, non vi era alcun motivo per non candidarlo. Inoltre - sottolinea Cirielli -  è stato inserito in lista perché incensurato ed appartenente al Corpo della Guardia di Finanza. Nel corso di tanti anni, tra l’altro, sia da sindaco di Sant’Eufemia d’Aspromonte che da ex vice presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, non è stato mai coinvolto in alcuna indagine giudiziaria. D’altronde – conclude Cirielli - anche da quello che si legge sui giornali ed emerge dalle prime carte processuali, Creazzo non era una persona legata alle cosche ma che, in occasione della campagna elettorale, avrebbe commesso un reato. E, quindi, dopo la nostra scelta di candidarlo al Consiglio regionale. Ovviamente speriamo, sul piano umano, che alla fine possa dimostrare la sua estraneità alle accuse. In caso contrario FdI e in primis il sottoscritto che si è fidato di lui, saremmo vittime di tale vicenda».

Partito in difficoltà per comunali e giunta regionale

Ovviamente la situazione è molto più sbilanciata di così. In attesa che il processo faccia la sua strada, Fdi sarà chiamato a sedersi al tavolo del centrodestra per la scelta del candidato sindaco. E lo farà, adesso, con un potere contrattuale ridotto al lumicino. Se le strade che portavano ad una possibile candidatura di Giuseppe Bombino, caldeggiato dagli ex scopellitiani, piano sempre più ripide, anche il partito dovrà adesso ascoltare con maggiore attenzione le richieste degli alleati. In buona sostanza saranno Francesco Cannizzaro per Fi e Cristian Invernizzi per la Lega a dare le carte non appena si apriranno le danze.

Non solo. Anche le pretese del partito in vista della formazione della giunta e dell’elezione del presidente del Consiglio regionale sembrano ridimensionate. Sicuro del posto di assessore potrebbe essere soltanto Fausto Orsomarso, mentre si allontana da Reggio la casella relativa alla presidenza di palazzo Campanella. Dovesse rimanere in Fdi il nome accreditato diventerebbe a questo punto quello di Filippo Maria Pietropaolo, uomo vicino a Wanda Ferro, ma la sensazione è che la casella potrebbe anche cambiare partito. E da questo punto di vista Baldo Esposito della Casa delle Libertà scalda i motori, considerato che Tonino Gentile al tavolo delle trattative con Jole Santelli non è intenzionato a uscire a mani vuote dopo il quasi 7% di voti conferito alla causa.

Giornalista
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