L’analisi

In Calabria Festa dell’Unità che non… unisce: il Pd non invita il M5s e gli altri esponenti dell’opposizione

Parte domani a Vibo Valentia il tradizionale appuntamento politico dei dem ma il partito tiene fuori tutti quelli con cui condivide il fronte anti Occhiuto. Esclusi anche sindaci e associazioni. E domenica arriva la segretaria Schlein

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di Massimo Clausi
31 agosto 2023
09:57
Elly Schlein (foto da facebook)
Elly Schlein (foto da facebook)

Aveva promesso un’estate “militante” Elly Schlein. La neo segretaria del Pd non è, però, che si sia sprecata troppo su questo fronte. Così militanti e simpatizzanti aspettano il rituale appuntamento con le feste dell’Unità per cercare di capire che vento tira dalle parti del Pd.

A livello nazionale prove di campo largo

A livello nazionale l’appuntamento clou è per il 9 settembre a Ravenna quando in cartellone c’è il confronto fra il presidente del partito, Stefano Bonaccini e il leader del M5s Giuseppe Conte, su un tema più che emblematico: «Si riparte!». Segno evidente che la Schlein vuole riannodare i fili del discorso avviato con i grillini e il famoso campo largo anche in prospettiva elezioni europee.


In Calabria solo "campo stretto"

In Calabria la Festa regionale dell’Unità è in programma da domani fino al tre settembre in quel di Vibo Valentia. Una di tre giorni di dibattiti in cui si affronteranno diversi temi: dalla libertà di informazione al salario minimo; dalla sanità al Pnrr; dall’autonomia differenziata al binomio donne e Welfare. Per il 3 la chiusura è affidata proprio alla segretaria nazionale Schlein. Un cartellone ricco di spunti, non c’è che dire. Ma il problema si materializza quando si leggono i partecipanti ai vari dibattiti. Non che i relatori non siano all’altezza delle discussioni previste, anzi. Piuttosto vogliamo sottolineare un nodo tutto politico. Mentre sul piano nazionale è chiara l’intenzione della segreteria di portare avanti un'alleanza organica con il M5S, in Calabria invece il partito evidentemente si crede autosufficiente.

Fuori tutti

Alla festa, infatti, non è presente nessun esponente dei 5 Stelle né il capogruppo regionale Davide Tavernise, né la coordinatrice regionale Anna Laura Orrico. In realtà non è presente nessun esponente di nessun altro partito con buona pace del campo largo. Non solo ma nel programma non è stato previsto un confronto con i consiglieri regionali dell’opposizione per delineare quella che potrebbe essere un’alternativa politica all’attuale amministrazione regionale. Mancano pure i sindaci. A parte quello di Castrovillari, Domenico Lo Polito, e di Acri, Pino Capalbo, non sono stati invitati i primi cittadini di Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria. Assente anche un confronto con le associazioni. Ad esempio nel dibattito su donne e Welfare, vista anche l’attualità, sembra strano che non sia stata invitata alcuna associazione o centro anti violenza.

Il Pd si basta a se stesso

Insomma la sensazione è che questa festa il Pd l’abbia costruita su stesso, cercando di rappresentare tutte le aree del partito magari per non avere polemiche interne. Perchè nonostante il tentativo di mettere fine alle correnti, queste continuano a persistere nel partito come dimostra anche la recente polemica fra il segretario della Federazione provinciale di Cosenza, Vittorio Pecoraro, e i due consiglieri regionali Mimmo Bevacqua e Francesco Iacucci.

Per mantenere gli equilibri interni, però, si corre il rischio di mettere in secondo piano la visione della costruzione di uno schieramento politico e sociale alternativo a quello che attualmente governa la Regione. Visto da Vibo il tentativo portato avanti da Sinistra Italiana appare una montagna insormontabile.

Giornalista
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