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Il 41-bis divide quanto la protesta di Cospito, a Perfidia dibattito serrato sul tema che infiamma la politica

Nella puntata di venerdì della trasmissione di Antonella Grippo l’intervento del magistrato Nino Di Matteo ha arricchito un confronto che ha visto gli interessanti contributi di Klaus Davi, Angelo Bonelli, Enza Bruno Bossio, Stefania Craxi e Anna Laura Orrico

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di C. L.
5 febbraio 2023
13:07

I mille risvolti della cattura di Matteo Messina Denaro, la vicenda dell’anarchico Cospito e l’infelice intervento di Giovanni Donzelli alla Camera, sono stati al centro della puntata di Perfidia dal titolo “Non sono stato io”.

Antonella Grippo ha animato un dibattito serrato domandando ai suoi ospiti se, nell’intreccio delle vicende che stanno caratterizzando le ultime settimane la materia del contendere non sia l’ergastolo ostativo e il 41 bis, ma non solo, ottenendo dai suoi ospiti interpretazioni, opinioni e anche speranze.


Il sostituto procuratore nazionale antimafia Nino Di Matteo è stato l’ospite di punta di un parterre importante costituito anche dalla senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Angelo Bonelli, dal massmediologo Klaus Davi, dall’ex parlamentare dem Enza Bruno Bossio, e dalla deputata pentastellata Anna Laura Orrico.

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La vicenda per tutti è molto complessa. Il massmediologo Klaus Davi non punta l’indice sulla visita in carcere dei parlamentari del Partito democratico - «hanno fatto quello che devono fare i parlamentari», dice – quanto piuttosto su quello che definisce un errore politico sul piano della comunicazione. Errore fatto successivamente, con la conferenza stampa che di fatto ha cambiato l’inerzia della campagna elettorale delle regionali, fissate fra otto settimane.

Rispetto al regime del 41-bis Davi si professa contrario ad una modifica ad personam della misura, «sarebbe un messaggio contraddittorio dopo la cattura di Matteo Messina Denaro», afferma.

Di tutt’altro tenore l’opinione di Angelo Bonelli, che si è focalizzato sul contestato intervento del meloniano Giovanni Donzelli che ha reso pubblici degli atti sensibili mettendo «in gravi difficoltà l’agente che ha redatto quella relazione». In sostanza per il deputato dei Verdi «se Donzelli si permette di accusare quattro deputati dando in mano alla politica un elemento che non deve avere perché la decisione se un detenuto deve stare al 41-bis non spetta né a Donzelli né a Del Mastro né al ministro della Giustizia, ma al procuratore che dice se quel detenuto non ha più le caratteristiche per stare al 41 bis».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la deputata del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico: «Viviamo in uno stato di diritto dove il carcere è rieducativo e dove la tutela della salute di ogni cittadino, quindi anche dei cittadini che sono detenuti dovrebbe essere messa al primo posto. Probabilmente si poteva agire prima che Cospito arrivasse a 100 giorni di digiuno e probabilmente in questa situazione essendo diciamo particolarmente denutrito e incapace di svolgere qualunque tipo di attività si potrebbe valutare un attenuante ma questo non significa che il 41-bis debba essere abolito nel nostro paese».

Contraria al 41-bis si è dichiarata, ma non da ora, Enza Bruno Bossio: «Il 41-bis è un atto amministrativo ed è evidente che non c'entra con la condanna, nel senso che uno può essere condannato all'ergastolo e non avere il 41-bis, può avere addirittura l'ergastolo ostativo e non avere il 41-bis. Che quindi è una cosa che ha a che fare con la vita carceraria. Le scemenze di Donzelli hanno distratto dalla discussione principale su come rivedere il 41-bis. Io ovviamente sono per abolirlo così com'è, perché l’attuale 41-bis che è un elemento totale di disumanità Quindi io sono la battaglia di Compito guardate

Stefania Craxi: «Va ristabilito l'equilibrio tra i poteri»

«Diciamo la verità, che il centrodestra in questa formazione non ha mai governato. Beh sconterà qualche inesperienza, però è giusto che se la facciano, perché il confronto con la realtà fa bene a tutti e penso che la stabilità sia un valore sia per la maggioranza che per l'opposizione».

L’aspetto politico delle vicende che stanno attraversando il governo Meloni, lo affronta Stefania Craxi. La parlamentare di Forza Italia salva però il ministro Carlo Nordio dal vortice delle polemiche, che proprio alla Camera ha auspicato che la politica non continui ad essere supina rispetto al potere giudiziario.

«Nordio è un magistrato serio, e i mali della Giustizia li conosce bene e li conosce dall'interno. Se una persona che ha diritto ad avere dietro dei soldi o ha diritto ad avere una casa non può farlo e deve attendere nove anni, qualche problema ci sarà. Lo squilibrio dei poteri che si è creato all'interno del nostro sistema è uno squilibrio reale. Spesso si è utilizzata la giustizia come arma di battaglia politica. Si è inoculato nella società, anzi, la sinistra per essere precisi, ha inoculato nel nostro sistema il morbo del moralismo militante, salvo poi avere una doppia morale. Bisogna riportare la giustizia nell'alveo che le è proprio. La giustizia deve essere un servizio a tutela delle ragioni del cittadino e soprattutto va ristabilito l'equilibrio tra i poteri se i costituenti hanno deciso che quell'equilibrio doveva essere mantenuto anche con delle forme di garanzia che purtroppo in questi anni si sono smantellate, beh quell'equilibrio va ricostituito».

Detto questo, Stefania Craxi non sembra disposta a fare sconti: «Beh fatto salvo che bisogna avere la massima attenzione, chi sconta una pena deve farlo con dall'altra parte uno Stato che tenga in conto la massima umanità. Cospito va curato e va seguito, va impedito che il suo stato di salute peggiori, però non si può neanche consentire il ricatto e la violenza verso lo Stato. Vorrei ricordare che gli amici anarchici di Cospito, qualche mese fa, hanno fatto un attentato in Grecia in cui la dottoressa Schlein, che è una diplomatica italiana, e la sua famiglia, hanno rischiato la vita, questo francamente non è tollerabile».

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