Consiglio regionale

Il centrodestra cerca di rimediare alla figuraccia: legge sul gioco d’azzardo di nuovo in aula il 12 dicembre

La norma era già all’ordine del giorno ma la mancanza del numero legale al momento del voto ha fatto segnare un clamoroso punto all’opposizione. Tanti gli argomenti in discussione nella prossima seduta: ecco quali

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di Claudio Labate
2 dicembre 2022
19:21

Due, se non addirittura tre, nuove sedute del Consiglio regionale potrebbero entrare nell’agenda di Palazzo Campanella da qui alla fine dell’anno. Il presidente Filippo Mancuso ha infatti convocato per oggi la conferenza dei capigruppo per programmare i lavori dell’assemblea legislativa che sicuramente si riunirà almeno due volte da qui alla fine dell’anno. La prima seduta è stata fissata per il 12 dicembre.

Ma c’è da considerare che l’approvazione del Bilancio di previsione 2022/2024, anche alla luce del giudizio di parifica reso ieri dalla Corte dei Conti, deve avvenire tassativamente entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio, che scatta in assenza di approvazione del documento autorizzatorio delle spese per l'anno successivo.


Il documento economico su cui lavora la giunta non è stato ancora calendarizzato in Commissione Bilancio, ma intanto il presidente Mancuso a margine dell’udienza della magistratura contabile ha assicurato che «laddove sono state rilevate incongruenze e disfunzioni, si agirà per porvi rimedio» anche perché, ha spiegato, l’intenzione è continuare ad avere con la Corte un dialogo di costante e leale collaborazione.

Disciplina delle sale da gioco, il centrodestra insiste

Come era prevedibile quello di giorno 12 sarà un ordine del giorno piuttosto ricco, e riproporrà in sostanza alcune delle proposte legislative che sono state congelate dalla mancanza del numero legale che ha provocato la chiusura in anticipo dei lavori consiliari.

Il centrodestra, al netto dei mal di pancia interni, vorrà dimostrare di essere comunque una corazzata e (ri)porterà in aula la legge n°107 che tende a eliminare dalla norma regionale preesistente alcune limitazioni come le fasce orarie di apertura che ora verranno decise dai sindaci, e riducono la distanza - da 500 a 300 metri – dai cosiddetti punti sensibili (quali scuole, ospedali e centri di formazione su tutti). Naturalmente l’imperativo è portare a casa la norma ed evitare magre figure come nel corso dell’ultima seduta dell’Assemblea.

Dovrebbe trovare posto nell’ordine del giorno anche la modifica alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale). La proposta di legge in materia di strutture speciali, in particolare, aggiunge la figura del responsabile amministrativo dell’Ufficio di gabinetto della Giunta e prevede che il segretario particolare, il responsabile amministrativo e l’autista del presidente, del vicepresidente e degli assessori, possano essere scelti all’esterno della pubblica amministrazione.

Così come dovrebbe rientrare tra i punti in discussione anche la regolarizzazione delle occupazioni senza titolo degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, secondo la quale gli occupanti abusivi avranno tempo fino al 30 giugno del 2024 per dimostrare di avere i requisiti per poter aspirare a regolarizzare la propria posizione.  

Tempo di surroghe

Ma i nodi da sciogliere a Palazzo Campanella sono ancora tanti. E su tutti, rimane quello relativo alle incompatibilità di chi seppur eletto in Parlamento lo scorso 25 settembre, non ha ancora esercitato l’opzione restando formalmente in carica anche nell’assise calabrese.

Le uniche dimissioni che fino al momento mantengono il crisma dell’ufficialità, perché se n’è già preso atto in aula proprio nell’ultima seduta di Consiglio, sono quelle del neo senatore del Partito democratico Nicola Irto.

Al termine dell’ultime seduta a Palazzo Campanella anche Fausto Orsomarso (che è consigliere eletto e nominato in giunta) ha formalizzato il proprio addio, optando per Palazzo Madama.  

Nonostante la giunta delle elezioni vada regolarmente deserta, le due surroghe saranno portate in Consiglio proprio il 12 dicembre prossimo. Ma se nel caso del meloniano Orsomarso, la surroga sarà una pratica veloce, così non può dirsi per il “cambio” nelle fila del Pd.

L’ormai ex assessore al turismo sarà surrogato dalla prima dei non eletti Sabrina Mannarino, avvocato penalista del foro di Paola, già pronta a sedere sugli scranni di Palazzo Campanella già dal giorno dopo l’elezione di Orsomarso al Senato.

Nel caso di Irto, la surroga prevederà tempi più lunghi. Al suo posto la “classifica” dei non eletti dem dà l’ingresso di Giovanni Muraca, ex assessore ai Lavori pubblici della giunta comunale reggina guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà. Come quest’ultimo, anche Muraca è stato sospeso per la condanna rimediata in primo e secondo grado nell’ambito del processo “Miramare”. Ergo, rimane sospeso, e dovrà cedere il passo ad Antonio Billari, entrato in Consiglio già la scorsa legislatura in quota Democratici e progressisti. Ma se non ci sono dubbi su chi siederà sullo scranno che fu di Irto, una incognita rimane sui tempi. Certamente il Consiglio osserverà l’iter prevedendo l’ingresso di Muraca e poi dovrà attendere la comunicazione ufficiale della sospensione. Anche perché, contrariamente a quanto accaduto per Palazzo San Giorgio, la comunicazione non arriverà dalla Prefettura reggina ma direttamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. I più ottimisti prevedono l’ingresso di Billari, comunque, entro la prossima seduta di Consiglio.     

Si rimane invece in attesa per Giovanni Arruzzolo e Simona Loizzo - già ribattezzati bi-poltronisti - che per ora rimangono nel pieno delle loro funzioni a Palazzo Campanella, nonostante nel frattempo siano stati eletti in Parlamento.

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