A Rende la Lega prende percentuali da prefisso telefonico. Per Forza Italia niente effetto Cannizzaro nemmeno in provincia di Reggio. E Occhiuto continua a fingersi disinteressato dimenticando di essere dirigente di primo piano del suo partito
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Meno male che Iacobini, inteso come il collega Gianpaolo, c’è. Altrimenti il centrodestra avrebbe fatto davvero registrare il classico zero tituli. Oltre alla vittoria a Cassano all’Ionio il centrodestra regionale si può attaccare solo al ballottaggio di Lamezia Terme con il candidato Mario Murone che si è fermato però a 3000 voti in meno delle liste. Il secondo tempo a Lamezia non sarà affatto facile, visto che ago della bilancia sarà Gianpaolo Bevilacqua candidatosi con un raggruppamento civico proprio in contrasto con i residenti della cittadella regionale. Gli ultimi giorni di campagna elettorale hanno fatto registrare attacchi ad alzo zero di Murone a Bevilacqua più che alla Lo Moro. Difficile quindi che ci sarà un accordo ora.
Non va meglio in provincia di Reggio Calabria. Anche qui sembra svanito l’effetto Cannizzaro, inteso come Francesco il deputato, l’unico sinora in grado di vincere in qualche comune. Invece questa volta a Scilla, Marina di Gioiosa Ionica, San Lorenzo e Melito Porto Salvo la vittoria è andata altrove.
In tutto questo il presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, non ha detto una parola, come se la vicenda non lo riguardasse affatto. Forse è rimasto scottato dallo scontro frontale con Flavio Stasi a Corigliano Rossano, dove ha malamente perso, ma da allora ha avuto l’atteggiamento del primus inter pares ovvero ha vestito i panni dell’arbitro. Però è un atteggiamento un po’ ipocrita perché se è vero che è presidente di tutti i calabresi è anche vero che è dirigente di primo piano del suo partito, Forza Italia.
Il dato che gli Azzurri non governano nemmeno un comune importante quando manca quasi un anno e mezzo dalle regionali non è certo un buon segno. Sempre che sia vera la voglia di Occhiuto di ricandidarsi per un secondo mandato. La sensazione è che il presidente sia un po’ scarico dopo un inizio brillante. La stagione delle grandi riforme come Arrical, il consorzio unico di bonifica, Azienda zero, il potenziamento della Sacal sembra finita. Lo stesso Consiglio regionale non si riunisce da quasi un mese e mezzo e all’ordine del giorno della prossima seduta non ci sono certo temi epocali.
Ma la crisi del centrodestra non riguarda solo Forza Italia. Anche la Lega è in una situazione davvero complicata. A Rende, nonostante l’impegno sul territorio di un deputato (Simona Loizzo) e un consigliere regionale (Katya Gentile) ha preso la “bellezza” di 272 voti che non gli consegnano nessun consigliere comunale e una percentuale da prefisso telefonico.
A Lamezia Terme che ha una grande tradizione di destra il deputato Domenico Frugiuele almeno si è attestato su un 8,6% che è in linea con il dato nazionale del Carroccio. A Paola basta Emira Ciodaro che da sola vale più del triplo di quanto preso a Rende: 1111 voti! Il suo accordo eretico con il socialista Roberto Perrotta alla fine ha avuto la meglio.
Sempre a destra non può essere soddisfatta Fratelli d’Italia. Almeno in provincia di Cosenza dove il senatore Fausto Orsomarso perde sia a Paola sia a Rende dove aveva schierato due uomini a lui molto vicini. A Rende in particolare FdI non riesce ad essere primo partito. Ma qui come detto sopra il problema è che l’apparato regionale è rimasto a guardare e ha consentito a storici esponenti del centrodestra di candidarsi altrove. Tanto a Rende come a Lamezia nessuno da Roma chiederà conto dei risultati.
Tutti segnali che rappresentano una spia pericolosa per il centrodestra, a patto che il centrosinistra esca dalla sindrome del tafazzismo e inizi ad organizzarsi sul serio.