L’unico carrarmato blu accerchiato da quelli rossi. Sul Risiko delle amministrative la “conquista” di Cassano rappresenta l’unica soddisfazione del centrodestra, circondato dalle armate rosse, in tutta la Sibaritide e più in generale in Calabria. E piuttosto che centrodestra, sarebbe meglio specificare che si tratta della sola Forza Italia, giacché la Lega a queste latitudini non esiste mentre Fratelli d’Italia si mormora abbia appoggiato –con tutti i suoi limiti numerici sul territorio – la candidata progressista.
Cassano è un po’ come un bagliore nel buio ed anche per la sua genesi, il voto cassanese suscita alcune riflessioni.
Come accennato, il centrodestra sui territori sostanzialmente non esiste. Sembra più un apparato che governa la stanza dei bottoni e nient’altro, e nonostante si faccia la corsa ad iscrivere sindaci e amministratori, cambiando l’ordine degli fattori il risultato non sembra mutare, se non nei piccolissimi centri.

Ancora, Forza Italia – non soltanto nella Sibaritide – oggi assume sempre più le sembianze di Gianluca Gallo. È lui il regista dell’operazione Cassano, in cui ha schierato un uomo a sua immagine e somiglianza, un ragazzo per bene, proveniente dal mondo cattolico, uno Scout che ha “servito” Cassano impegnandosi nel suo tessuto sociale, padre di famiglia di tre figli e senza grilli per la testa. Non solo il classico ragazzo per bene, ma preparato.

Attorno a lui Gallo ha costruito un’armata che ha saputo spazzare via tredici anni di Gianni Papasso, quindi di socialismo, ovvero di centrosinistra. In quei tredici anni – è bene rimarcarlo – ha cambiato il volto della sua città. Ha trasformato Cassano, anche grazie ai quasi 50 milioni di euro intercettati, ha lanciato segnali forti contro la ‘ndrangheta, andando anche a presidiare e conquistare i beni confiscati e demolendo il resto. Ha rasserenato, dopo anni di piombo. Ma tutto questo non è bastato e – forse cedendo al narcisismo per aver fatto bene – come una mantide religiosa ha divorato il suo stesso futuro.

Pasqualino Notaristefano e Gianni Papasso

Qualcuno ieri sera, tra le vie di Cassano si è spinto a commentare che Papasso abbia commesso l’errore di schierare una sua delfina, l’ex assessore Carmen Gaudiano, medico apprezzato, ma non l’uomo che è stato al suo fianco per dodici anni, e forse l’erede al “trono” sulla carta designato, che avrebbe potuto rendere la vita più difficile al centrodestra, ovvero il suo presidente del consiglio comunale. Con Pasqualino Cristiano Notaristefano, nelle settimane precedenti alle elezioni sono volati gli stracci, con quest’ultimo che ha accusato il suo primo cittadino di non aver mai “ceduto” al confronto politico.

Se tutto ciò abbia influito nelle dinamiche favorevoli all’ambiente del centrodestra è difficile da stabilire, sta di fatto che per via di questa faida Papasso forse non riteneva Notaristefano “influenzabile” con facilità – la coalizione civico-progressista si è fermata al 38%, nonostante abbia lasciato un segno tangibile sulla città.
Nel frattempo fette di progressismo hanno zompato il fosso ed anche gli sforzi profusi dal quarto piano del Palazzo di Città non sono serviti. L’unica magrissima consolazione per Papasso è l’elezione di suo figlio Davide, il più votato in assoluto, che siederà tra le opposizioni.

L’aura di Gallo

Ma torniamo al carrarmato blu in mezzo alle armate rosse. Gallo – dicono gli agricoltori calabresi – sta facendo bene, mettendo a loro disposizione gli strumenti forniti dall’Europa, senza badare troppo agli amici, e gli amici degli amici. Un lavoro che accresce il consenso e lo proietta ad essere certamente uno dei politici più apprezzati della regione. Gallo è uomo anche lesto; sa dove si può bruciare e fa un passo indietro – come nelle elezioni di Corigliano Rossano, “vicina” di casa sua, Cassano, in cui non lo si è notato – ma sa altrettanto bene dove e quando pigiare sull’acceleratore.

Si mormora – sempre in quel di Cassano – che dopo decenni di lotte, Gallo e Papasso qualche hanno addietro abbiano sepolto l’ascia di guerra per dissotterrarla – non poteva essere altrimenti – in questa tornata elettorale. Un segnale? Le attenzioni della Regione verso il comune di Cassano, nonostante abbiano giocato con maglie diverse. Ai prossimi appuntamenti elettorali sovracomunali i due – dicono sempre i ben informati – torneranno a fare combutta, facendo finta di stuzzicarsi. E per la città di Cassano è meglio così.

L’aura di Gallo però, già offusca i suoi stessi compagni di partito e per questo qualcuno vorrebbe “spedirlo” a Roma, da dove non “nuocerebbe” a nessuno. Il “problema” è che a Roma – con l’attuale legge elettorale con cui, sostanzialmente, si viene “nominati” – non si è più determinanti. Di certo, però, Gallo non è uno di quelli che briga, e come il suo sindaco, resta al servizio del partito. E della sua città, spianando la strada a Giampaolo Iacobini, al quale ieri sera ha lasciato completamente la scena, mettendosi di lato.

Insomma, in politica – come un po’ in tutti i campi – non c’è riconoscenza e meritocrazia, perché se ci fosse, il Partito democratico – ad esempio – non collezionerebbe figuracce su figuracce, permettendosi il lusso di mantenere sempre lo stesso status quo. Gli Attila della politica: dove passano loro…