Botta e risposta

Il sindaco di Fuscaldo smentisce la “truffa” sulla proprietà del convento, ma è polemica con l’opposizione

VIDEO | Durante l'assemblea sono state illustrate le ragioni per cui la struttura è considerata patrimonio della congregazione dei Padri Passionisti e non del comune

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di Francesco Frangella
27 gennaio 2024
23:00

Il sindaco di Fuscaldo, Giacomo Middea, ha tenuto un incontro pubblico presso la sede distaccata del municipio alla Marina, circondato dai membri della maggioranza consiliare. L'appuntamento aveva l'obiettivo di fare chiarezza sulla questione che attualmente coinvolge l'amministrazione del borgo tirrenico, focalizzandosi sul convento di San Francesco di Paola nel centro storico. L'opposizione, guidata dall'ex sindaco Davide Gravina, ha sollevato dubbi sulla proprietà della struttura, storicamente riconosciuta alla congregazione dei Padri Passionisti. Secondo il movimento extraconsiliare “Fuscaldo Europea”, però, la congregazione si sarebbe appropriata indebitamente del convento nel 1927, compiendo una presunta truffa con la complicità di un notaio napoletano. L'attuale amministrazione ha pertanto respinto ogni accusa, sostenendo che altri documenti contraddicono la versione fatta circolare ultimamente, motivo per cui non sono previste azioni eclatanti da proporre all’attenzione del consiglio comunale.

«Pubblicamente e dinanzi a tutta la nostra Comunità - ha detto l’attuale primo cittadino - abbiamo ristabilito una verità storica, che non può essere sacrificata sull’altare di nessuna strumentalizzazione e nessuna menzogna».


«A chi non farebbe piacere che il Convento fosse del Comune? - ha seguitato Giacomo Middea - Purtroppo, però, la storia, i documenti e gli atti sanciscono una realtà che da decenni è riconosciuta e sancita e le polemiche o, peggio ancora, le speculazioni, i tentativi di divisione sociale e gli atteggiamenti di odio e di offesa verso un ordine monastico, non giovano sicuramente alla secolare storia di una comunità come la nostra».

Un altro aspetto sul quale il sindaco ha invitato a riflettere, riguarda l’identità e il carisma dei presunti truffatori, uomini di chiesa che in più di un’occasione si sarebbero distinti per opere meritorie che mal si conciliano con le accuse proposte da chi vorrebbe che il municipio si attestasse la proprietà del bene.

«Per uno dei due padri tirati in ballo - ha concluso Middea - è addirittura in corso un procedimento di canonizzazione, monsignor Faggiano è stato definito “il vescovo dalle mani bucate”, è nato e morto in povertà e per questo, francamente, stento ad associare ad una figura di questo livello la parola “truffatore”».

«L’appuntamento - ha detto ancora il sindaco - per quanto riguarda l’Ente, rappresenta la seconda volta in cui si chiarisce ciò che non servirebbe nemmeno chiarire. Anche perché c’è già un’Amministrazione comunale che cura, con molta attenzione, con determinazione e con competenza, gli interessi del nostro Comune, così come i problemi, che sono tanti e che non possono essere messi in secondo piano rispetto ad una vicenda, a quanto pare, creata “ad hoc».

Presenti in sala anche Davide Gravina e Luigi Suma, componenti di “Fuscaldo Europea” e autori degli studi che smentirebbero la versione del primo cittadino, che già in sala e poi sui social, hanno duramente contestato la posizione assunta dall’attuale amministrazione comunale.

«La rivendicazione della proprietà del Convento di Fuscaldo - ha fatto sapere l’ex primo cittadino Gravina - non è questione di lana caprina. Necessita definirla al più presto. Prima domanda: a chi andrebbero i soldi dell’eventuale vendita della struttura religiosa (pericolo apparso ufficialmente nel maggio 2021)? Seconda domanda: un’ala della struttura religiosa potrebbe ospitare importanti progetti (politiche sociali, corsi di formazione, ecc.), chi incasserebbe i soldi dell’affitto? In quest’ultima ipotesi – proprietà comunale - i soldi dell’affitto potrebbero essere impiegati dall'amministrazione comunale per sostenere il mondo dello sport e quello delle politiche sociali. Inoltre, gli eventuali investitori hanno la necessità di sapere con certezza il nome del proprietario del Convento per non “sprecare” i loro eventuali investimenti».

«La differenza di comportamenti consiste anche in questo - ha chiosato il leader di “Fuscaldo Europea” - ai nostri incontri loro "misteriosamente" assenti, per difendere la nostra storia e le nostre radici noi sempre presenti».

«È la prima volta, nella storia della nostra comunità - ha concluso Gravina - che un governo comunale è alla ricerca di come "svendere" il simbolo del proprio paese. La strada maestra da seguire, ancorati alla verità documentale, è quella di difendere con forza il nostro patrimonio immobiliare (Convento, chiesa e terreni) e il nostro tesoro storico-artistico-religioso (libri, quadri, sculture, crocifissi, statue, arte sacra, arredi sacri). Fuscaldo Europea sarà presente ovunque si discuta pubblicamente del Convento di Fuscaldo».

La vicenda, anziché dirimersi, ha assunto connotati tutt’altro che sereni per l’intera comunità affacciata sul tirreno cosentino, coinvolta in una querelle che a breve potrebbe interessare anche la magistratura (forse l’unico modo per mettere fine ad ogni polemica).

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