L’evoluzione del M5s in Calabria: dalle barricate a bussola del centrosinistra

Il Movimento è diventato il perno della mediazione politica al tavolo intorno al quale si sta coagulando la coalizione che dovrà competere con il centrodestra alle regionali di febbraio

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di Alessia Bausone
21 dicembre 2020
10:34

In politica tutto può succedere ma questa se l’aspettavano in pochi. Il Movimento 5 Stelle è stato negli anni una formazione anti-sistema e un po’ “barricadiera” che nel passato anche recente si è posta all’angolo rispetto ai maggiori contendenti politici regionali, preferendo una lotta solitaria e identitaria che, però, ha trovato l’annoso scoglio di un abnorme quorum dell’8% su base regionale (prima del 2014 la soglia era al 5% e per questo venne considerata una norma “anti-M5S” voluta dal centrodestra allora al governo).

A favorire ciò non solo lotte intestine ma anche una serie di possibili interlocutori ritenuti non credibili e un Partito Democratico ancora troppo appesantito da quella che il suo capogruppo in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua in più occasioni ha chiamato “Zavorra”.


Oggi, con un Governo nazionale giallo-rosso e con le modifiche delle “burocrazie interne” al M5S frutto degli Stati Generali, si sono poste le basi per una replica della coalizione di governo sul territorio calabrese, allargata alle esperienze civiche (Tesoro Calabria in primis).

A tenere le redini del dialogo tra le varie forze al tavolo (divenuti tavoli) del centrosinistra calabrese è, con stupore di osservatori e commentatori, proprio il M5S, divenuto “forza politica responsabile”.

Lo ha detto uno dei tre coordinatori pentastellati, il deputato Alessandro Melicchio due giorni fa a “Prima della notizia” intervistato dal direttore Pasquale Motta: «Il M5S ha aperto al dialogo più ampio possibile e credo che questo sia una novità assoluta in Calabria. Lo abbiamo fatto per dare una alternativa politica ai calabresi. L’indecenza del governo di centrodestra è sotto gli occhi di tutti. Il M5S si è messo a fare da mediatore. Farlo qualche anno fa avrebbe rappresentato un ossimoro. Questo è sintomo di maturità da parte nostra» aggiungendo di aver mediato anche con Carlo Tansi e di averlo invitato proprio «a nome del M5S su richiesta anche di altre forze politiche diverse dal Pd perchè riteniamo che un progetto politico alternativo al centrodestra che sia capace di ribaltare le sorti della Regione Calabria debba portare con sè le istanze di cui è portatore Carlo Tansi».

Certo, ci sono stati poi dei veri e propri “catfight” virtuali tra il commissario del Pd Stefano Graziano e il leader di Tesoro Calabria Carlo Tansi che hanno portato quest’ultimo ad abbandonare il tavolo di trattative salvo poi tornare grazie alla moral suasion dell’altro coordinatore del M5S, il deputato Riccardo Tucci che è riuscito a far superare i dissapori personali intercorsi, suggellati anche dalle scuse pubbliche dello stesso Graziano (fortemente caldeggiate dal Nazareno).

Sotterrata l’ascia di guerra? Al tavolo di ieri i partecipanti hanno notato un complessivo spirito costruttivo e collaborativo, tanto da darsi una roadmap per proseguire oggi con un M5S che dalle barricate è diventato punto di riferimento della mediazione “al rialzo” per trovare una quadra ancora raggiungibile.

Ed è forse anche per questo che, nonostante la presa di distanza, Carlo Tansi sia tornato a sedersi al tavolo delle trattative del centrosinistra allargato.

Giornalista
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