Anche stavolta si è dimostrato il più scaltro di tutti. Con la classica mossa del cavallo Roberto Occhiuto ha annunciato le dimissioni da presidente della giunta regionale. Lo ha fatto con un video, come sempre senza alcuna intermediazione con i cittadini, parlando direttamente ai calabresi. Con buona pace di Carlo Calenda che solo la mattina prima lo accusava di essere un bulletto che non si confronta con nessuno.

Ma Occhiuto sa bene cosa fa. Voci di sue dimissioni da qualche giorno già circolavano negli ambienti di Forza Italia. Nessuno pensava però fossero così imminenti. Occhiuto invece ha deciso di rassegnarle alla vigilia degli Stati Generali di Forza Italia in programma fino a domenica a Reggio Calabria. Arriverà alla convention da dimissionario e non è da escludere che riceverà una sorta di acclamazione o qualcosa di simile. Insomma la mossa del cavallo significa fare un passo indietro per farne due in avanti e prendere in contropiede prima la sua coalizione e poi quella avversaria che è ancora in alto mare (Il segretario regionale del Pd, senatore Nicola Irto, continua a giurare di non essere interessato).

E’ evidente che Occhiuto ha capito che un anno così non poteva reggerlo e rischiava di arrivare alle elezioni logorato dall’inchiesta e anche sul piano amministrativo. Del resto lui stesso nel video dice che la burocrazia regionale non rispondeva più perchè tutti erano convinti che l’esperienza era finita. Non solo, ma fra otto mesi rischiava di non essere più il candidato del centrodestra nel caso in cui l’inchiesta avesse preso una brutta piega. Dal poco che trapela dalla Procura di Catanzaro le indagini vanno avanti e il fascicolo che prima era unico è stato sdoppiato. A supporto di uno dei filoni, fra l’altro, ci sono un numero davvero copioso di intercettazioni molto delicate.

Ma torniamo alla politica. Ad oggi, invece, nessuno del centrodestra può negare la ricandidatura ad Occhiuto che obiettivamente in questo momento è il più forte. Nessuno degli alleati ha pronto un nome alternativo e lo stesso Fausto Orsomarso (FdI) ha detto ai microfoni di LaC che il forzista è il candidato ideale. In questa situazione, il presidente dimissionario rischia davvero di condurre in scioltezza la campagna elettorale visto che il centrosinistra è ancora alla discussione fra tavoli e primarie, lontanissimo da una proposta elettorale per i calabresi.

I tempi sono strettissimi. In base allo Statuto il presidente del consiglio regionale, Filippo Mancuso, deve riunire entro dieci giorni dalle dimissioni del presidente il consiglio regionale che deve prendere atto del passo indietro. Dopo il consiglio il vicepresidente della giunta, Filippo Pietropaolo, ha sessanta giorni di tempo per convocare nuove elezioni. E’ vero che l’inchiesta giudiziaria ancora resta, ma intanto la mossa del cavallo è servita.