In un Consiglio comunale “militante” il Pd ha presentato una mozione parlando di «genocidio» a Gaza. Il Psi chiede di interrompere le relazioni istituzionali con i rappresentanti di Israele. Il sindaco Caruso: «Non staremo zitti come il Governo italiano»
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Passo importante dell’amministrazione Caruso che approva una mozione pro-Palestina aprendo le porte del Municipio ad una trentina di attivisti che hanno assistito al Consiglio comunale di Cosenza. Tra loro anche Rossella Gallo, candidata a sindaco di Rende all’ultima tornata elettorale per conto di M5S, Avs e Rifondazione Comunista ed eletta nel pubblico consesso. In sala bandiere e striscioni per annunciare il prossimo 14 giugno una manifestazione in città dopo quella del 24 maggio. Non hanno inteso partecipare alle operazioni di voto gli esponenti di Fratelli d’Italia.
Non è la prima volta che il pubblico consesso bruzio si esprime in una pluralità di posizioni con chiare condanne a ogni episodio di violenza, in particolare stigmatizzando ogni azione tesa a causare vittime civili e la morte di persone innocenti. Passi simili sono stati mossi in altre assisi italiane: Torino, Firenze, Milano, Pescara, Modena, Ivrea, Pesaro hanno approvato atti analoghi a questo e in altri comuni si è proceduto a depositare testi affini a seguito di una campagna lanciata dalla Rete Pace e Giustizia in Medio Oriente.
La mozione del Partito Democratico
Nell’ordine del giorno era calendarizzato l’intervento del primo firmatario Francesco Alimena, capogruppo del Partito Democratico, che si è fatto promotore dell’iniziativa ricordando le parole di Sergio Mattarella. Nel suo discorso ha evidenziato le tante realtà quotidianamente impegnate a promuovere politiche di pace, solidarietà e dialogo tra i popoli. Poi ha ribadito la richiesta al Parlamento e al Governo italiano «di riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all'occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa. Non possiamo lasciare la difesa della Palestina a chi nega la Shoah o l’Olocausto, la nostra è una mozione politica».
«Si lavori – ha aggiunto - affinché altrettanto venga fatto anche presso il Parlamento Europeo. Si agisca in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità».
Alimena ha quindi chiesto «l’impiego di tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per fermare la colonizzazione e l’annessione dei Territori Occupati Palestinesi». Alla fine del suo intervento ha invitato il sindaco e la giunta a trasmettere l’atto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai Ministri competenti e alle Camere del Parlamento affinché l'Italia riconosca lo Stato di Palestina nelle sedi competenti e si faccia promotrice di analogo processo di riconoscimento presso l'unione Europea mediante ratifica da parte degli organi competenti».
Giuseppe Ciacco ha parlato di «pulizia etnica», accusando il premier israeliano Netanyahu, definito «criminale» di alimentare sentimenti tribali nelle nuove generazioni. Ha auspicato «l’esistenza di due popoli e di due stati, perché l’alternativa è la distruzione di uno dei due».
A Francesco Graziadio l’argomento non è caro da un anno e mezzo, «ma da 45 anni di occupazione illegittima come tutte le comunità internazionali sostengono». «Nonostante questo atto importante che parte da Cosenza - ha aggiunto - resta dentro di me un sentimento di frustrazione perché non è sufficiente. Mai come in questo caso c’è un sentimento popolare forte che la politica sfuma balbettando. Si tollera che la maggioranza degli israeliani tolleri una dittatura che si basa sulla supremazia di una razza su un’altra».
«La posizione deve essere intransigente dinanzi alle immagini ripugnanti del genocidio in atto – ha aggiunto Bianca Rende -. Vedere i bambini palestinesi che sgomitano per una razione di cibo è inumano. L’intento è chiaro: annientare una popolazione bombardando perfino gli ospedali. Scovare dei terroristi lì dentro, non è una scusa sufficiente per farlo. Noi siamo cresciuti a pane e Shoah, commuovendoci dinanzi a quanto fu fatto agli ebrei. Oggi diciamo no, diciamo che tutto ciò non può essere fatto nel nostro nome.
La posizione del Partito Socialista
A rincarare la dose, schierando ulteriormente Palazzo dei Bruzi, c’ha pensato il Partito Socialista, presente in Consiglio comunale con tre consiglieri e in giunta con l’assessore all’Urbanistica. «Si chiede - si legge nella loro richiesta - alle strutture del Comune di Cosenza di interrompere ogni forma di relazione istituzionale con i rappresentanti del Governo di Israele e con tutti i soggetti ad esso direttamente riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di porre fine al massacro in corso o dare cure e accoglienza alle persone in fuga dai territori in guerra, fino a che il rispetto del diritto internazionale non venga ripristinato».
La consigliera Chiara Penna è andata ancora più in profondità, con dichiarazioni nette senza possibilità di interpretazione alcuna. «Sono già intervenuta ad ottobre 2023 per chiedere alla comunità internazionale di intervenire a Gaza. Oggi non sono più attendista come due anni fa e non me ne voglia il consigliere Alimena, ma i democrat fino allo scorso anno invitavano ad esporre solo bandiere della pace alle manifestazioni. Il 7 ottobre 2023 non può essere più raccontato come il nuovo Olocausto, ora possiamo affermare che l’Idf sia una forza che uccide i palestinesi da 76 anni? Possiamo dire che non ci sia differenza tra sionismo e nazismo?»
«Il 7 ottobre c’erano 4mila ostaggi palestinesi detenuti illegalmente in Israele. La Corte di giustizia internazionale ha sancito che Israele pratica apartheid e detenzione e occupazione illegale da anni in Cisgiordania e per il diritto internazionale va inteso come atto di guerra. A ciò si risponde con la resistenza armata che è un atto legittimo - ha sottolineato -. L’8 giugno 2024 per liberare quattro ostaggi, quattro soldati israeliani messi di guardia nei campi di sterminio dove si praticano esperimenti medici e amputazioni senza anestia, hanno ucciso 80 bambini palestinesi e non esiste una vera opposizione al sionismo. Nemmeno in Israele, dove verresti perseguitato politicamente».
Caruso: «Azione dalla grande carica politica e simbolica»
«Il nostro è un atto fortemente politico, dalla grande carica simbolica. Rivendico l’azione della mia maggioranza e discutere di queste vicende dà dignità a Cosenza e ai cittadini che rappresentiamo – ha concluso Franz Caruso -. Esprimo la mia piena e incondizionata adesione, anche con l’emendamento proposto da Chiara Penna dinanzi al genocidio in atto dopo l’occupazione armata. Anche nel nostro piccolo, abbiamo la possibilità di incidere con un pensiero attivo. A Gaza ci sono rigurgiti fascisti che noi rigettiamo forti della nostra cultura. Non stiamo zitti, a differenza di quanto sta facendo il nostro Governo che tace dinanzi al massacratore Netanyahu».