Verso le Regionali

Meloni in Calabria a settembre: il centrodestra si ricompatta intorno alle previsioni di vittoria

La leader di Fratelli d’Italia sarà a Catanzaro il 14. L’annuncio in concomitanza del patto tra Berlusconi e Salvini sulla Federazione di governo. Il voto di ottobre deciderà i futuri rapporti di forza

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di Claudio Labate
21 agosto 2021
17:43
Occhiuto, Salvini, Spirlì e Meloni
Occhiuto, Salvini, Spirlì e Meloni

Il countdown è ormai partito. Nel giro di due settimane i partiti dovranno presentare le liste ufficiali dei candidati per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria. Atteso che il quadro attuale dei pretendenti alla presidenza, soprattutto a sinistra, potrebbe non essere ancora definitivo, tutti – o almeno quelli che si sono affidati al controllo preventivo della Commissione parlamentare antimafia – sono in attesa di ricevere indicazioni. In particolar modo nel centrodestra che, con Roberto Occhiuto, ha deciso di inviare per primo i nominativi che comporranno le liste a suo sostegno, al contrario del centrosinistra (eccezion fatta per le liste legate a Carlo Tansi e quelle del Movimento 5 stelle) e di Luigi de Magistris che non ha mai mostrato entusiasmo per il nuovo regolamento approvato dalla Commissione parlamentare.

Il ritorno di Giorgia

Nonostante un avvio di campagna elettorale in sordina il centrodestra mostra di aver superato in bello stile anche le recenti scaramucce interne che avevano addirittura fatto paventare una sorta di scissione con Fratelli d’Italia che, a causa del pasticcio relativo alle nomine Rai e all’idea del partito unico di centrodestra nel frattempo diventata federazione, aveva congelato l’appoggio al candidato indicato da Forza Italia, minacciando di far scendere in campo Wanda Ferro. Strategia o mera provocazione sarà proprio Giorgia Meloni a dirlo, visto che il prossimo 14 settembre sarà in piazza a Catanzaro a sostegno di Roberto Occhiuto nell’ambito dell’incontro a tema “L’Italia del riscatto”.


Berlusconi-Salvini verso la federazione

La comunicazione arriva dopo l’incontro a Villa Certosa tra i leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e della Lega, Matteo Salvini, reduce dal tour elettorale in Calabria.
In un clima di grande amicizia, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini hanno affrontato i principali temi di attualità”, riferisce una nota congiunta diffusa al termine dell'incontro a Porto Rotondo. Sul futuro del centrodestra “è stato condiviso - si legge - il calendario di iniziative da assumere da qui ai prossimi mesi per costruire una federazione tra le forze politiche di centrodestra che sostengono il governo e rendere ancora più efficace e incisiva la collaborazione soprattutto a livello parlamentare. Forza Italia e Lega -continua la nota- sono nel frattempo impegnate per affidare al buongoverno del centrodestra la Regione e i Comuni che andranno al voto in ottobre: c’è molto ottimismo circa i risultati”.

Dall’idea di Federazione si è però chiamata fuori la Meloni. Nei giorni scorsi fonti interne al partito hanno fatto sapere che la proposta per quanto sensata, non coinvolge Fratelli d'Italia, che si trova all'opposizione del governo. La Federazione ipotizzata così potrà godere dell’appoggio di Coraggio Italia, partito fondato da Luigi Brugnaro e Giovanni Toti, per incidere meglio – è l’auspicio dei due leader – nelle scelte del governo Draghi.

Gli equilibri calabresi

Ora, gli equilibri in Calabria sono appesi ad un filo. Le regionali, complice anche il caos che fa registrare il centrosinistra, sembrano far pendere l’asticella dalla parte del centrodestra. Proprio nella compagine che sostiene Occhiuto, il risultato sarà determinante per stabilire i futuri rapporti di forza.

Il punto di partenza è la grande crescita del partito di Giorgia Meloni che si contende con la Lega il primato nazionale nel gradimento dei partiti. Fratelli d’Italia ha investito molte risorse in questa campagna calabrese, mostrando di voler fare “le cose perbene”, e mandando niente poco di meno che il numero due del partito, Giovanni Donzelli, a fare una scrematura delle candidature da mettere in campo per non incorrere in brutte sorprese come in passato, togliendo le castagne dal fuoco ai dirigenti locali in difficoltà per qualche “no” solo sussurrato a candidature considerate a rischio. E se le quotazioni sono in crescita, ottimismo si respira rispetto al risultato finale.

Il compito difficile è per chi si deve riconfermare. Forza Italia l’ha fatta da padrone alle scorse regionali ed ha tutta l’intenzione di mantenere questo ruolo. Anche per questo si sta lavorando su liste forti in ogni circoscrizione non lasciando nulla al caso. D’altra parte la, per certi versi complicata, legge elettorale regionale non assicura seggi basandosi sulla previsione della forza delle singole liste e potrebbero non mancare sorprese, come pure ci furono a gennaio del 2020. In questo scenario, e reduce dai successi in tandem con Jole Santelli, continua a vestire i panni del mattatore il deputato reggino Francesco Cannizzaro che, dicono i soliti ben informati, non è in grande sintonia con Occhiuto, e che starebbe piazzando candidati a lui vicino un po’ dappertutto. Anche in questo caso c’è grande fiducia nel risultato finale.

Poi c’è la Lega. Il partito calabrese sta attraversando un momento di transizione, in cui i mal di pancia manifestati dalla base si sono tradotti in veleni e abbandoni. Le contestazioni maggiori riguardano la gestione (commissariale) del partito, insieme al cerchio magico che si ritrova attorno al presidente facente funzioni Nino Spirlì. È chiaro che il voto del 3 e 4 ottobre rappresenterà la cartina di tornasole dell’indice di gradimento della Lega, che comunque ha guidato per un anno la Regione. Salvini in Calabria è venuto anche per catechizzare i suoi e per capire quale campana ascoltare. Fino ad ora si è affidato a quel cerchio magico, e non c’è dubbio che il voto dirà la verità sul vero stato di salute del Carroccio calabrese. I più pessimisti parlano addirittura di un partito che difficilmente raggiungerà la doppia cifra, e se così fosse, la verifica interna sarà d’obbligo, come d’obbligo sarà la verifica sui rapporti di forza all’interno della coalizione.

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