Nascono i partigiani del Sud, l’Anpi reggina si ribella al commissariamento: «Siamo militanti non “militonti”»

VIDEO | A capo dei fuoriusciti Sandro Vitale che racconta la delusione di quanti dicono di aver subito un atteggiamento staliniano: «Roma dispone e in Calabria si obbedisce»

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di Agostino Pantano
9 luglio 2021
18:28

La storia è nota, ma l’appendice è inedita: dopo il commissariamento delle sezioni reggine dell’Anpi, si va verso il varo di una associazione dei partigiani del Mezzogiorno. «Perché anche rispetto al Sud – spiega Sandro Vitale uno dei fuoriusciti – esiste una Costituzione non appplicata». L’annuncio della volontà dei dirigenti che hanno subito il commissariamento, fatto nel corso di una conferenza stampa a Polistena, è stato l’occasione anche per leggere in filigrana quanto avvenuto dopo la lettera che, a inizio pandemia, le strutture locali avevano inviato al ministro Speranza senza consultare il livello nazionale, subendo per questo una prima sospensione anticamera del commissariamento.

«Roma dispone e in Calabria si obbedisce – prosegue il fondatore dell’Anpi reggina – e questo ricorda molto il perenne commissariamento che subisce la sinistra e più in generale il popolo calabrese: aveva ragione Livia Menapace quando affermava che nei partiti ci sono militanti e mili-tonti». Battute a parte Vitale appare molto scosso. «Per mesi è stata talmente forte la rabbia che ho evitato di parlare in pubblico dopo 10 anni di impegno a favore dell’Anpi – prosegue – ma poi sono talmente evidenti i comportamenti staliniani che abbiamo subito, che ho trovato conforto in quello che giuristi democratici ma anche Luciana Castellina hanno detto a proposito di una vicenda davvero fuori dal comune». Vitale non ha dubbi: «Hanno voluto far pagare la nostra capacità di essere autonomi rispetto ai partiti e ai gruppi partitici, che già si erano fatti vedere nelle elezioni di Reggio».


Giornalista
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