Una nuova visione di cooperazione territoriale sta prendendo forma tra i Comuni di Montalto Uffugo e Rende, uniti da una strategia condivisa che guarda al futuro della sanità e dello sviluppo infrastrutturale calabrese.

A guidare questo percorso è l’intesa tra il sindaco di Montalto Biagio Faragalli e il sindaco di Rende Sandro Principe, che in questi giorni hanno ribadito la volontà di lavorare fianco a fianco per la realizzazione del nuovo polo sanitario regionale, strettamente collegato alla Facoltà di Medicina dell’Università della Calabria.

Faragalli: «Non una battaglia di campanile, ma un progetto per la Calabria intera»

Nel suo intervento, Faragalli ha espresso piena condivisione per la visione espressa dal collega Principe, parlando di una sinergia istituzionale solida e concreta, nata già all’indomani delle elezioni rendesi. «Questa non è più un’area da pensare a compartimenti stagni – ha dichiarato il sindaco di Montalto – ma un territorio che deve unirsi. Il ponte di Santa Maria di Settimo, la pista ciclabile in progettazione, il nuovo svincolo autostradale e la stazione ferroviaria che collegherà il Tirreno con l’Università rappresentano un sistema integrato capace di unire sanità, università e infrastrutture».

Il cuore della visione condivisa tra i due Comuni è la costruzione di un nuovo ospedale regionale in prossimità della Facoltà di Medicina, progetto sostenuto dalla Regione Calabria con il presidente Roberto Occhiuto e il contributo dell’ex rettore Nicola Leone e del nuovo rettore Luciano Greco, cui Faragalli ha rivolto gli auguri per un mandato proficuo.

Il primo cittadino ha chiarito che non si tratta di una competizione con Cosenza, ma di una scelta razionale: «Cosenza dispone già di un hub ospedaliero, con il Mariano Santo e il Civile. Non serve una nuova struttura in città. Il nuovo polo, vicino alla Facoltà di Medicina e alle nuove infrastrutture, potrà servire meglio l’intera Calabria e decongestionare i flussi sanitari».

Faragalli ha voluto anche inviare un messaggio di unità ai rappresentanti istituzionali del territorio: «Non si tratta di appartenenza politica né di rivalità tra territori. Noi sindaci siamo servitori dello Stato, di passaggio, e abbiamo il dovere morale di lasciare un territorio più unito e più forte. Lavoriamo insieme per offrire servizi reali e duraturi alle nostre comunità».