Con il prompt giusto, l’Ai ha analizzato sondaggi, algoritmi, dati sui precedenti, post, preferenze e persino reel, individuando il candidato ideale per sfidare il governatore uscente
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Se Roberto Occhiuto - dal giorno del famoso reel in cui scelse come Rubicone il cantiere della metro di Catanzaro, annunciando le sue dimissioni dando una pacca amichevole alla ruspa – è stato paragonato a un novello Tom Dwan, giocatore di poker celebre per i suoi all-in aggressivi, sul piano calcistico ricorda anche Helenio Herrera, storico allenatore dell’Inter, pioniere del catenaccio e del contropiede: difesa solida e controffensiva.
A questo punta il governatore-influencer: cementare il consenso in casa e attaccare una difesa sparpagliata e confusa. E naturalmente fare gol prima di Capodanno così da attraversare la piazza del mega show Rai con lo sguardo fiero di Liz Taylor in Cleopatra.
Mentre le forze d’opposizione disfano i bagagli e disdicono aerei e resort, il tempo ha messo le ali: tra una nota di sdegno e l’altra, i sessanta giorni – inesorabili come il countdown di un lancio razzi – da martedì rintoccheranno la messa di ottobre, quando la resa dei conti dirà se il referendum che Occhiuto ha lanciato su sé stesso sarà il colpo da maestro degno del migliore Frank Underwood di House of Cards.
Roberto Occhiuto ha declinato in politichese la mossa del “gambetto del re”, sacrificando un pedone (la sua carica attuale) per puntare a un vantaggio maggiore: la stravittoria e un regno che potrebbe durare più di un decennio sotto il suo vessillo.
Ma c’è qualcuno – o meglio qualcosa – che ha già le idee chiare sulla strategia da opporre alle strette Termopili calabre, qualcosa che non ha mai scaldato la sedia di un congresso né si è mai attovagliata al tavolo di alcun ristorante o osteria per discutere o litigare di segreterie e poltrone: l’intelligenza artificiale.
Bussate e vi sarà aperto: digitate il prompt giusto e ChatGPT sciorinerà un piano di guerra degno di Sun Tzu, per battere Occhiuto e indicare un Leonida da schierare in attacco o – se preferite – un arciere bravo a scoccare e ferire i sogni di gloria del sovrano in camicia.
Analizzando sondaggi, opinioni, post, reel, tempistiche e fatti di questi ultimi pazzi-pazzi 51 giorni dell’Occhiuteide, ChatGPT ha dato alla sinistra qualche chance di arginare l’onda anomala scatenata dal terremoto in Cittadella, ma a patto di rispettare alcuni principi, immaginando tre scenari.
I tre scenari secondo l’Ai
«Scenario 1: centrodestra unito vs opposizione divisa.
Se PD, M5S e sinistra andranno in ordine sparso (es. due candidati, uno civico e uno di area), Occhiuto partirà da un gradimento del 58% e potrebbe ripetere o migliorare il 54,5% ottenuto nel 2021. Probabilità di riconferma: oltre il 90%.
Scenario 2: coalizione unita ma candidato debole.
Un nome divisivo (troppo partitico o con ombre giudiziarie) potrebbe bloccare il centrosinistra sotto il 45-50% teorico, disperdendo voti e aumentando l’astensione di parte della base. Occhiuto resterebbe favorito con un margine netto. Probabilità di vittoria: 70-80%.
Scenario 3: coalizione unita e candidato forte.
Una figura condivisa e credibile potrebbe ridurre il gap: centrodestra 50-55%, centrosinistra 45-50%. Partita aperta. Probabilità di vittoria Occhiuto: 55-60%; opposizione: 40-45%».
Il candidato ideale per battere Occhiuto secondo ChatGpt
Ma chi potrebbe essere il candidato adatto alla sfida in punta di lancia contro Occhiuto?
«Servono integrità etica (niente nomi divisivi come Falcomatà o Lucano) – risponde l’Ai – competenza tecnica (sanità, fondi, sviluppo), appeal trasversale e radicamento locale con una visione di cambiamento. Non basta sommare partiti sconfitti, serve un volto che unisca e parli anche agli indecisi.
Tridico è il suo nome
Considerate tutte queste caratteristiche, il nome che meglio risponde ai criteri potrebbe essere Pasquale Tridico – dice l’Ai -. È calabrese, ha un curriculum robusto, gode di stima negli ambienti progressisti e non appartiene alla classe politica regionale finora perdente (sarebbe una novità). Inoltre, è “più tecnico che grillino” e quindi potrebbe essere gradito anche a quel mondo di centro-sinistra moderato che ha disertato le urne di recente. Tridico incarnerebbe una sorta di candidato civico di alto profilo, sostenuto però in primis dal M5S (che ne rivendicherebbe la figura) e accettato dal PD come compromesso unitario. Le resistenze sulla sua candidatura sono più personali (sua eventuale riluttanza) che politiche.
Se Tridico rifiutasse, la seconda migliore opzione sarebbe probabilmente Nicola Irto, che pur non avendo il carisma di un leader nazionale ha il vantaggio di non dividere nessuno: figura istituzionale pulita, abbastanza giovane da rappresentare rinnovamento e sufficientemente esperta da rassicurare. La sua candidatura sarebbe facilmente sottoscrivibile dal PD, dal M5S (che con lui eviterebbe nomi per loro indigesti) e dalla sinistra. L’incognita è la capacità di Irto di galvanizzare gli elettori oltre gli apparati di partito».
E anche sulla strategia Chat Gpt è cristallina: «Evitare l’“effetto martire” e rispondere colpo su colpo: Occhiuto sta giocando sulla personalizzazione (lui contro i “sabotatori” burocratici o presunti tali). È importante non regalargli il ruolo della vittima. Il centrosinistra dovrà attaccare politicamente, non sul piano personale o giudiziario. Ciò significa ad esempio non basare la campagna sulle vicende di corruzione (che Occhiuto liquida come “vicenda che non mi riguarda direttamente”), bensì sulle conseguenze del suo gesto. Allo stesso tempo, quando Occhiuto sfiderà gli avversari sui risultati, il candidato di coalizione dovrà farsi trovare preparato: servono proposte concrete in positivo – un piano di miglioramento della sanità, idee su come spendere meglio i fondi UE, misure per lavoro e giovani – così da non apparire solo come “contro Occhiuto” ma come alternativa costruttiva».
Per l’intelligenza artificiale, la partita non è affatto scontata: tutto dipenderà da chi si siederà al tavolo verde per sfidare un avversario che ha già rilanciato e non teme di perdere e potrà essere sconfitto solo da chi non avrà paura di vincere. Il dado è tratto, quasi.