Pd Calabria, dopo il forfait di Irto è rivolta contro il Nazareno: Graziano si dimette e sale il dissenso

Boccia prova a organizzare una riunione on line ma rispondono solo Viscomi, Falcomatà e Cuda. Il commissario regionale rassegna le dimissioni ma gli viene chiesto di restare. Nel frattempo grande fermento anche tra le correnti nazionali

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di Riccardo Tripepi
11 giugno 2021
21:23

Adesso è guerra tra Pd calabrese e nazionale. Dopo il pasticcio combinato a Roma da Francesco Boccia e Enrico Letta che praticamente, cambiando linea rispetto alla settimana prima, hanno chiesto a Nicola Irto di farsi da parte e magari indicare il nome di un candidato donna per sugellare l’alleanza con il M5s.

Inevitabile che Irto sbattesse la porta ribadendo il suo no a decisioni calate dall’alto che, nel caso di specie, vanno anche contro a una indicazione corale venuta dalla Calabria già diversi mesi fa.


Dopo una smentita che non smentisce Francesco Boccia prova a correre ai ripari convocando una nuova riunione del gruppo dirigente calabrese che risponde picche. A presentarsi on line soltanto Antonio Viscomi, Gianluca Cuda e il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà che continua a scavare un solco con Nicola Irto e il suo gruppo nonostante l’apporto avuto alle ultime comunale. Assenti, oltre a Irto, Franco Iacucci, Enza Bruno Bossio, Enzo Insardà, Sebi Romeo e lo stesso capogruppo in Consiglio regionale Domenico Bevacqua.

Con tre sole presenze, inevitabile per Boccia aggiornare la riunione e riconvocarla per domani sperando in migliore fortuna. Un segnale forte dalla Calabria che protesta per essere diventata la pedina da sacrificare sull’altare dell’alleanza Pd e M5s che salta in tutta Italia ma si deve imporre in Calabria dove peraltro i grillini avranno anche difficoltà concrete a mettere insieme una lista competitive considerando le abituali basi di consenso.

Ma anche le aree nazionali del Pd sono in fermento con Base Riformista sul piede di guerra, così come Prossima (l’area di Oddati, Vaccari e Furfaro) che non accettano che venga messo in discussione il lavoro unitario fatto negli scorsi mesi su Irto. Ma anche l’area di Orfini e quella di Franceschini, in Calabria rappresentata da Bevacqua, hanno espresso perplessità su quanto avvenuto.

Lo stesso commissario regionale Stefano Graziano, tra i fautori della candidatura Irto fin dalla prima ora, ha rimesso il mandato nelle mani di Francesco Boccia che, però, gli ha confermato la fiducia e chiesto di rimanere in sella almeno fino a quando non si risolverà la crisi. Probabilmente già da domani riprenderà il confronto nazionale tra Enrico Letta e Giuseppe Conte per evitare un completo patatrac.

Solidarietà nei confronti di Irto è stata espressa dal presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, secondo cui «se Irto non poteva essere il candidato da presentare al tavolo con Giuseppe Conte, sarebbe stato molto più trasparente da parte di Francesco Boccia porre la questione nel corso della recente riunione che si è svolta nella sede del partito di Lamezia Terme». Per Iacucci è «disarmante» l'accantonamento di Irto e auspica «un rapido rinsavimento collettivo per non disperdere unità e autonomia politica all’interno del Pd regionale ma, soprattutto, per non disperdere il senso di responsabilità del centrosinistra nel dover rappresentare la Calabria migliore e del cambiamento».

Giornalista
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