A pochi giorni dall’appuntamento elettorale il dato incontrovertibile è il poco interesse fisico verso i luoghi di confronto: scarso pubblico alle iniziative sulla consultazione dell’8 e 9 giugno
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Le giornate dell’8-9 giugno si avvicinano, ma gli elettori sembrano essere già sazi o comunque poco interessati sull’argomento, quanto meno nell’assistere a dibattiti e muoversi fisicamente per raggiungere le varie conferenze.
I tempi sono cambiati, ma c’è un problema di fondo che resta nonché un fenomeno sempre più da considerare: il pubblico non frequenta i vari dibattiti, spesso il tavolo dei relatori supera di volume quello dei presenti ad assistere.
Non che in streaming i numeri siano clamorosi su queste tematiche, anzi, ma di certo il cambio di tendenza e un “sano” ritorno al passato, almeno al momento, sembrano lontani anni luce.
Nelle scorse ore, giusto per rimanere in tema, a Bisignano c’è stato il primo dibattito in merito ai quesiti referendiali. In questo caso, hanno argomentato sui cinque quesiti gli esponenti del sì ma c’è stato spazio per varie opinioni, come quella del sindaco locale Francesco Fucile: «Bisogna comunque esercitare il diritto al voto, lo dico da amministratore e da cittadino. Vado a votare per dare l’esempio ai concittadini, non voterò tutti no ai quesiti ma nemmeno tutti sì…».
Al di là delle scelte possibili e immaginabili, e della piena disponibilità nel poterle esprimere all’interno della cabina elettorale, resta uno scollamento tra la presenza in una sala (in terra cratense si arrivava a venti-trenta unità sedute ad ascoltare) e l’analisi dell’argomento col banchetto informativo.
Lì dove, magari, gli organizzatori hanno avuto un maggior contatto diretto e soprattutto hanno avuto confronti più che civili con ogni tipologia di votante. Sull’assenza dagli appuntamenti più canonici, invece, Giovanbattista Nicoletti, responsabile della campagna referendaria per la Cgil Calabria, ha aggiunto: «Partiamo dal dire come questo non è un referendum del Pd o della sigla sindacale, ma lo è del popolo. Il problema del numero dei presenti non me lo pongo, visto l’oscurantismo generale».
Domenica e lunedì l’ardua sentenza: i dati maturati confermeranno o meno se ci sarà bisogno anche di un cambio di passo nel presentare comunicativamente i referendum.