Regionali, Occhiuto e Santelli si affidano a Vittorio Sgarbi: è l’ora della disperazione

L’ultima  disperata carta dei sostenitori del sindaco di Cosenza: affidare al critico d’arte la caciara mediatica per tentare di spuntarla. Sotto accusa i presunti veti dei fratelli Gentile. L’accusa a  Salvini? Essere un “Gentile dipendente”

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di Pa. Mo.
13 novembre 2019
19:15
Vittorio Sgarbi, Mario Occhiuto e Jole Santelli
Vittorio Sgarbi, Mario Occhiuto e Jole Santelli

L’ultima linea difensiva degli Occhiuto e company è ormai affidata a Vittorio Sgarbi, improbabile e poco credibile megafono della ormai piccola fazione politica di Forza Italia raccolta intorno a Iole Santelli. E mentre a Roma si cerca di salvare capre e cavoli tentando di surrogare Mario, con il fratello Roberto Occhiuto, vice presidente del gruppo FI alla camera, magari sperando in un improbabile colpo di reni di Silvio Berlusconi, in Calabria invece, la partita è stata affidata al noto critico d’arte, il quale a inizio legislatura era stato nominato da Mario Occhiuto assessore nella sua giunta. Una collaborazione finita con le dimissioni pochi mesi dopo. Dimissioni ancora oggi avvolte dal mistero.

La difesa di Sgarbi

Vittorio Sgarbi da mesi sta cercando di far digerire la candidatura di Occhiuto a Matteo Salvini, ma il leader della Lega ha sempre risposto picche. A questo punto, quando tutto sembrerebbe perduto, ecco che Sgarbi cala l’asso vincente, o perlomeno meno quello che lui ritiene essere l’asso vincente: accusare Matteo Salvini di essere condizionato dai consigli dei fratelli Tonino e Pino Gentile, da tempo in rotta di collisione sia con i fratelli Occhiuto che con Iole Santelli, ma comunque fuori da Forza Italia da oltre un anno e mezzo. Secondo il critico d’arte, la cui abilità politica è inversamente proporzionale alla sua preparazione artistica, infatti, la candidatura di Occhiuto alla presidenza della Regione verrebbe ostacolata da un presunto veto degli storici fratelli della politica cosentina. Affermazione poco credibile, se risultasse vera, infatti, dimostrerebbe non solo l’abilità politica dei Gentile, ma renderebbe plasticamente evidente agli occhi dell’opinione pubblica calabrese, la totale incapacità politica dell’asse Occhiuto- Santelli, i quali avrebbero trascinato il centrodestra nel pantano politico non riuscendo ad andare oltre la candidatura degli Occhiuto. La sciagurata ipotesi messa della Santelli, quella di optare per Roberto al posto del fratello Mario, infatti, si sarebbe rivelata una pezza peggio del buco. Allora l’ultima disperata carta è quella di affidare a Vittorio Sgarbi la caciara mediatica, screditando coloro che non hanno mai aderito al lodo Occhiuto targato Santelli.


Il ruolo dei fratelli Gentile

E il critico d’arte che di caciare politiche e mediatiche s’intende bene, ha utilizzato un’ospitata nella trasmissione televisiva di Rai3, Carta Bianca, condotta dalla Berlinguer, per lanciare la sua sparata di cartone e accusare  Salvini di essere un Gentile dipendente. Insomma, Matteo Salvini, il leader del movimento che viaggia verso il 34% dei consensi sarebbe, secondo Sgarbi, un fantoccio nelle mani di altri. Il critico d’arte, tra l’altro, smentendo il suo notorio garantismo radicale si abbandona anche all’evocazione di presunti affari e complotti a corredo della posizione anti Occhiuto. Insomma, spinta da Sgarbi, sembra essere partita l’operazione mediatica che dovrebbe screditare i Gentile, presunti “consiglieri” di Salvini. Difficile ipotizzare i risultati di questa operazione targata Sgarbi, tuttavia, una cosa è certa, Occhiuto è al centro di un mare di guai giudiziari, i Gentile, invece,  pur essendo abili uomini di potere non risultano essere coinvolti in vicende giudiziarie di nessun tipo. E tra l’altro, al momento lavorano dietro le quinte e non sembrano essere al centro della scena politica. Il sindaco di Cosenza, invece, è al centro di pesanti scandali giudiziari e al centro di pesanti polemiche politiche. Infine, è abbastanza curioso che Vittorio Sgarbi definisca “miglior sindaco del Sud” uno che è stato rinviato a giudizio per una bancarotta fraudolenta per la sua attività privata, che è indagato su Roma per riciclaggio transnazionale e, nella sua qualità di sindaco,  risulta indagato  in numerosi procedimenti, tra i quali,  uno insieme allo stesso governatore di centrosinistra della Regione Calabria.  

Il miglior sindaco del Sud?

Inoltre, quello che Sgarbi definisce il miglior primo cittadino del sud, è colui che  ha  decretato un dissesto finanziario del comune  per 350 milioni di euro. Definire un Sindaco con questo background, il migliore del Sud, è un’offesa al lavoro di tanti sindaci del Meridione, di destra e di sinistra, che amministrano correttamente i loro comuni, nonostante difficoltà finanziarie inimmaginabili. Appare evidente, dunque, anche ai ciechi e ai sordi, che il problema della mancata candidatura di Mario Occhiuto alla presidenza della Regione per il centrodestra, non può essere realmente attribuito ai fratelli Gentile, ma alla qualità del suo operato e alla pesante situazione giudiziaria che si ritrova sulle spalle. Matteo Salvini ormai rappresenta un partito e un movimento di oltre il 30% e non può assolutamente permettersi scivoloni soprattutto nel Sud e in Calabria in particolare. Ciò è abbastanza evidente, anche ai più duri nella comprensione delle dinamiche politiche. Difficile immaginare, dunque, che Vittorio Sgarbi possa invertire il paradigma che contiene il veto della  Lega alla candidatura di Mario Occhiuto.

Perchè candidare Mario Occhiuto

Inoltre, Sgarbi, risulta essere anche incoerente rispetto alle cose sostenute pochi giorni fa in un gruppo di chat di amici calabresi della Lega. Il critico d’arte, infatti, sosteneva che bisognava candidare Occhiuto per non darla vinta al procuratore Nicola Gratteri. In capo a qualche giorno, invece, siamo passati dal “non darla vinta al procuratore antimafia al non darla vinta a Pino e Tonino Gentile”. Il confine tra l’incoerenza e la cazzata è un soffio. Ma per mutuare uno storica frase, per Sgarbi si potrebbe coniare lo slogan: “che un assessorato regionale alla Cultura val bene una cazzata d’autore”. Evidentemente sì! E poi uno si chiede: ma se questi fratelli Gentile sono cosi abili e potenti, perché mai con loro non è stato siglato un accordo? D’altronde sarebbe stata “la politica bellezza”.

Pa.Mo.

 

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Giornalista
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