Rosy Bindi: ‘I voti della 'ndrangheta puzzano’

La presidente della Commissione parlamentare antimafia intervenendo a Reggio Calabria al convegno organizzato da Cgil, Cisl e Uil: ‘Il potere delle istituzioni va usato per combattere la mafia, non per riconoscerle il ruolo di interlocutore. Perché quando succede questo vincono loro’
di Redazione
26 febbraio 2016
18:55

«Dobbiamo dedicarci ad una nuova normativa sullo scioglimento dei Comuni con infiltrazioni mafiose. Non perché non debbano essere sciolti quelli che sono infiltrati, ma perché bisogna trovare un modo per colpire davvero chi è responsabile, e non creare attorno un deserto politico. Perché anche questo non sta aiutando».


È quanto dichiarato dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi intervenendo a Reggio Calabria al convegno sul tema «Legalità e lavoro. Il futuro per i giovani. Reagiamo uniti contro l'offensiva della 'ndrangheta» organizzato da Cgil, Cisl e Uil.
«Dobbiamo chiedere alla politica - ha aggiunto - di essere all'altezza della sfida e dobbiamo continuare a scommettere sulla forza della politica come quel potere che più di tutti può contrastare il potere mafioso».


 

«Il Governo deve e vuole fare la sua parte ma resto convinta che la forza della Calabria sta nei calabresi. Il Mezzogiorno che continua a pensare che c'è qualcun altro che ci deve pensare e non forma la propria classe dirigente, che non si rigenera nel proprio interno, che non fa solidarietà tra chi è più debole, non va da nessuna parte. Credo che a questo punto il ministro della Giustizia, il Csm e tutto il Governo debbano guardare a questa parte del Paese. Anche perché, è inutile negarlo: parte della recrudescenza dipende dal fatto che quando sentono il morso dello Stato vicino, i criminali si ribellano.


E in questo periodo lo Stato è stato particolarmente vicino e particolarmente efficace ed ha ottenuto alcuni risultati. Ma non basta l'attività repressiva. E soprattutto, anche se la 'ndrangheta è la prima causa dei problemi della Calabria, non c'è solo 'ndrangheta. Io voglio rinnovare da qui la solidarietà a tutti coloro che, quotidianamente ormai, sono oggetto di intimidazioni, di atti violenti. Non so se è sempre 'ndrangheta. Lo accerteranno le indagini. Credo che ci dobbiamo ricordare delle parole del Presidente della Repubblica, che quando si è insediato ha affermato che la questione meridionale deve essere al centro dell'azione di Governo». «Anche io - ha detto la Bindi - credo questo. Perché fin quando le scuole, gli ospedali, i trasporti della Calabria non saranno uguali a quelli del resto del Paese, non potremo chiedere a questa terra di reagire, come ha chiesto il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci. Ho sempre pensato che le vittime di mafia non sono degli eroi. Sono dei cittadini che fanno il loro dovere».

 

«I voti della 'ndrangheta 'puzzano'. Nessun cedimento è ammesso. Dico questo soprattutto alla politica. A tutti noi, che abbiamo ed esercitiamo delle responsabilità. Non possiamo chiedere al cittadino comune, che è senza lavoro - ha aggiunto - di resistere alla 'ndrangheta, se i primi a cedere sono coloro che hanno il potere. Il potere delle istituzioni va usato per combattere la mafia, non per riconoscerle il ruolo di interlocutore. Perché quando succede questo vincono loro. La forza della 'ndrangheta sta fuori dalla 'ndrangheta. Se i magistrati non fanno i magistrati, se i poliziotti non fanno i poliziotti, gli imprenditori non fanno gli imprenditori, se i politici non fanno i politici. Basta solo essere sfiorati una volta sola dalla tentazione di considerare la 'ndrangheta come un'interlocutrice, per darle un credito e una forza con la quale presenta il conto».

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