Iniziato a Crotone il pressing per tentare di far ritirare le dimissioni al sindaco Vincenzo Voce dopo l’episodio che lo ha coinvolto e poi portato alle dimissioni volontarie, ma senza mai usare la parola “irrevocabili”.

Quello che sembra essersi messo in moto negli ultimi giorni è una cabina di regia che muova le fila per evitare di disperdere quanto fatto finora e che il progetto di centrodestra diventi totalmente a favore, ribaltando così gli impegni assunti da Forza Italia, del candidato a sindaco di Noi Moderati Sergio Torromino. Non a caso sulla vicenda si registrano silenzi che pesano, come quello del neo consigliere regionale Sergio Ferrari, sostenitore di Voce, che ha contribuito alla spaccatura nel centrodestra e che oggi rischia di vedere il proprio progetto sulla città vacillare qualora il sindaco non ritiri le proprie dimissioni.

Ricordiamo che il sindaco Voce si è dimesso lo scorso 28 ottobre a causa dell’aggressione compiuta nei confronti di un consigliere comunale, Vincenzo Ioppoli, nel corso di una riunione sul progetto di creare degli alloggi di residenza popolare in via Israele nel quartiere di Tufolo. Entro il 17 novembre le dimissioni possono essere ritirate. In caso di conferma la guida del Comune di Crotone passerà ad un commissario prefettizio in attesa delle elezioni di primavera 2026.

Sin da subito si intuiva che le dimissioni avrebbero portato ad un ripensamento entro i venti giorni stabiliti, ma in queste ultime 48h le voci di un possibile ritorno si fanno sempre più concrete ed iniziano ad arrivare anche i primi segnali pubblici a sostegno di questa scelta.

Di ieri la nota congiunta di Confindustria Crotone, Ance Crotone, Confcommercio Crotone e Confartigianato Crotone nella quale esprimono “grande preoccupazione per la situazione di incertezza amministrativa determinatasi nel Comune di Crotone”. In pratica chiedono che il primo cittadino ritorni sui suoi passi e aggiungono: “L’attuale fase di stallo giunge in un momento particolarmente delicato per il tessuto economico e sociale della città, nel quale erano in corso progetti strategici che avrebbero inciso sullo sviluppo economico territoriale”. “È opportuno – si legge nella nota – dare al mondo delle imprese certezze sull’attuazione degli interventi programmati e sul rispetto dei tempi e dei finanziamenti previsti. L’impossibilità di un’azione amministrativa stabile mette a repentaglio la fiducia degli operatori economici, dei cittadini e degli investitori”.

Ma a rafforzare l’uscita delle associazioni arriva oggi l’endorsement di ben 18 consiglieri di maggioranza che riconfermano piena fiducia al sindaco Enzo Voce chiedendogli di restare al loro fianco. “I giorni susseguenti alle dimissioni del sindaco per noi consiglieri sono stati oggetto di un confronto approfondito sulla situazione politica e amministrativa. La scelta del sindaco ha suscitato una forte e diffusa preoccupazione non solo all’interno della maggioranza, ma anche tra i cittadini, le categorie economiche e produttive, le associazioni e gli organismi del territorio”.
Paolo Acri, Danilo Arcuri, Domenico Ceraudo, Vincenzo Familiari, Alessia Lerose, Paola Liguori, Domenico Lo Guarro, Fabio Manica, Fabiola Marrelli, Antonio Mazzei, Antonio Megna, Mario Megna, Floriana Mungari, Antonella Passalacqua, Ginetta Tallarico, Dalila Venneri, Giada Vrenna e Pier Francesco Vrenna sottolineano come “numerose e qualificate voci si sono levate in questi giorni a sottolineare quanto sia importante garantire continuità amministrativa e stabilità politica in un momento delicato che richiede visione, concretezza e capacità di governo”.
Pertanto, aggiungono, “interrompere questo percorso non solo significherebbe disperdere il lavoro svolto ma bloccare progetti già finanziati e mettere a rischio processi futuri ed in via di definizione. Il tempo saprà chiarire fatti e circostanze”.
E arriva l’appello, al sindaco, “affinché riconsideri la propria decisione e confermi il suo impegno alla guida dell’Amministrazione. In un momento di grande complessità come quello attuale la città ha bisogno di una guida stabile”. 

Infine si rivolgono anche alla minoranza richiamandoli ad agire con responsabilità e superando logiche di contrapposizione, invitandoli a mettere al centro l’interesse collettivo con la convinzione di una possibile apertura di dialogo in nome del rispetto istituzionale.