Il caso

Sistema bibliotecario vibonese, 15 giorni per salvare 90mila libri: «La politica faccia qualcosa per la biblioteca più grande della Calabria»

Il presidente uscente Simonetta: «Si interviene per i Consorzi di bonifica, si può fare anche per la cultura». La dirigente che ha firmato lo sfratto: «Ho solo fatto il mio dovere ma non ho creato io i problemi, c’è anche un’inchiesta della Procura»

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di Cristina Iannuzzi
29 febbraio 2024
18:05

Tempi bui per la cultura a Vibo Valentia. Dalla falsa partenza del teatro comunale allo sfratto del Sistema Bibliotecario Vibonese. L’ex capitale italiana del libro rischia di perdere la più grande biblioteca della Calabria per un debito che supera i 200mila euro. Una morosità che ha costretto la dirigente di Palazzo Luigi Razza Adriana Teti a spedire il provvedimento di sfratto, intimando al Sbv di lasciare Palazzo Santa Chiara dal primo marzo.

Una notizia inaspettata per il presidente uscente del Sistema Bibliotecario, il sindaco di Jonadi Fabio Signoretta che intende opporsi al provvedimento: «Ho già interessato tutti gli organi competenti per assumere le decisioni del caso». Il primo cittadino di Jonadi non nasconde la preoccupazione legata ai 90 mila volumi custoditi e alle sorti della dipendente e dei volontari del servizio civile oltre che degli utenti che perderanno l'importante presidio culturale. «Fino alla fine del mandato garantirò tutte le attività che potranno essere espletate per impedire che il Sbv chiuda. Dal 16 marzo – prosegue – l’Ente resterà senza una guida».


Una corsa contro il tempo per il presidente uscente che invita tutti ad assumere decisioni. «Intanto bisogna individuare una figura che possa far proseguire l’attività». Ricorda poi l’impegno profuso nel corso del suo mandato per mettere i conti in ordine, «abbiamo cristallizzato la situazione debitoria per consentire alla politica di aiutare l’ente ad uscire dalla crisi e non certo per buttare nel cestino il lavoro. Abbiamo 15 giorni per cambiare il destino di questo Ente», chiosa per poi ricordare che «ci sono tantissimi enti pubblici che si trovano in situazioni debitorie peggiori del Sbv. Ad esempio i Consorzi di Bonifica. In passato ci sono stati diversi enti che hanno avuto difficoltà, non sempre per cattiva gestione, ma anche per oggettivi definanziamenti, in quei casi è intervenuta la politica a tutti i livelli. A maggior ragione dovrebbe essere fatto quando si parla di cultura e in un territorio come quello di Vibo Valentia in cui già i servizi essenziali tendono a sparire completamente. Mi auguro - l'auspicio - che si trovi una soluzione».

«Giusto fare chiarezza sul passato, io sarò in trincea»

Si dice pronto a combattere «anche oltre il termine di prorogatio, sarò in trincea a combattere, ma da solo non posso farcela». Chiama tutti alla responsabilità: «La politica a livello nazionale, regionale ma anche provinciale, i giornalisti, le associazioni fino ai cittadini. È un problema che riguarda tutti. Insieme dobbiamo impedire la chiusura della più grande biblioteca pubblica della Calabria. Se ciò avvenisse, sarebbe una sconfitta per tutti». Sulle cause che hanno portato il Sbv ad affondare nei debiti, il sindaco spiega: «Ci sono delle responsabilità del passato? È giusto che si faccia chiarezza. Lo auspichiamo, ma questo prescinde dalle decisioni della politica che deve guardare al futuro di questo Ente».

La dirigente che ha deciso lo sfratto: «Ho soltanto fatto il mio dovere»

Nel frattempo è la stessa Adriana Teti, dirigente del Settore Patrimonio del Comune di Vibo Valentia ad inviare una replica al sindaco di Jonadi. Nella missiva la dirigente Teti spiega di essere stata chiamata, per approvare il bilancio consuntivo, «a determinare i residui di tutti i fitti attivi del patrimonio del Comune di Vibo Valentia e attuare le azioni di recupero crediti. E per onorare il mio ruolo ho fatto il mio dovere, pur essendo alla fine del mio percorso professionale, senza risparmiarmi neanche quando sarebbe stato più comodo lasciare la patata bollente a chi mi avrebbe sostituito. In tutti questi anni il Comune di Vibo Valentia – continua la dirigente del settore - si è accollato tutti gli oneri per l’apertura del Sistema bibliotecario, a differenza di tutti gli altri enti, morosi. L’avvio della procedura di risanamento varata dall’ente, poi, non consente il perpetuarsi di questo stato di cose e ciascuno deve fare la sua parte, con i fatti e non a parole. Io, ci tengo a ribadirlo, non faccio politica e i miei sono atti di gestione, dovuti per giunta, non ripicche o capricci: io rispondo alle leggi e alla Corte dei conti. Appare opportuno ricordare, inoltre, come sulla gestione del Sistema Bibliotecario vi siano in atto accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria, grazie ai quali, ne sono convinta, si riuscirà a comprendere meglio chi e come ha gestito l’ente».

Teti: «Il comune può agire politicamente per salvare il Sistema bibliotecario vibonese»

Teti risponde a Signoretta: «Dal primo giorno del suo insediamento in qualità di presidente del Sistema Bibliotecario Vibonese, lei era a conoscenza delle mie note nelle quali ribadivo la necessità di apportare le necessarie modifiche alla convenzione tra gli enti. Consegnare la mia lettera alla stampa, come se giungesse come un fulmine a ciel sereno, è un modo per scaricare le responsabilità sugli altri; in questo modo, e già sta accadendo, si cavalca l’indignazione facile, che non ha bisogno di troppe informazioni per accendersi, contro il Comune che interviene nei confronti di una istituzione morosa e nessuno si indigna contro i responsabili di quelle morosità. È sempre la solita storia: il malato è grave e ce la prendiamo col medico che ha diagnosticato la malattia, il ponte crolla e accusiamo l'ingegnere che aveva evidenziato le crepe. E chi ha lasciato che le crepe si formassero conciona senza vergogna. Capisco la sua giovane età, ma non la giustifico, perché queste sono cose serie e non si gioca in maniera populista con temi che andrebbero discussi sul piano giuridico. Ad ogni modo, a prescindere da questi aspetti, ci tengo ad evidenziare come l’azione intrapresa dal Comune miri esclusivamente a preservare il diritto del Comune di Vibo Valentia di tornare in possesso di una parte dell’immobile, quella dell’auditorium. Infine, resta ferma la possibilità per l’amministrazione comunale di intraprendere tutte le azioni ritenute necessarie per mantenere in essere un servizio che, in sé, è certamente patrimonio di tutti, attraverso un’iniziativa di carattere politico che non spetta a me illustrare o motivare».

Giornalista
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