Il vicepremier, ministro degli Esteri, segretario nazionale degli Azzurri continua a collezionare incarichi. Roberto Occhiuto gli fa gli auguri (che non sembrano disinteressati) ed esalta il ruolo del partito
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Così come ampiamente prevedibile Antonio Tajani è stato confermato vice presidente del Ppe, carica che riveste dal lontano 2002. Un evento significativo politicamente, perché comporta nuovi equilibri per il Governo italiano con il tentativo di Tajani di attrarre sempre più Giorgia Meloni e il gruppo dei Conservatori nell’orbita del Ppe e lasciando fuori dai giochi da un lato socialisti e verdi e dall’altro i sovranisti come Le Pen, Orban e soprattutto la Lega dell’amico/nemico Matteo Salvini.
Le cronache dicono che Tajani è stato il secondo più votato, tra i dieci vicepresidenti eletti, con ben 428 voti. Il vice premier italiano si è subito messo al lavoro per costruire nuovi equilibri in Europa, che possano dare un maggior peso all’Italia e magari far crescere ancora Forza Italia, che tutti davano per spacciata dopo la dipartita di Berlusconi.
Di certo a Tajani la fatica non lo spaventa. Infatti continua a collezionare, imperterrito, incarichi di vertice, al punto che Licia Ronzulli scherzando, ma non troppo, lo ha definito «uno e trino». Ma la stima di Ronzulli era per difetto. Segretario nazionale di Forza Italia, vice premier, vice presidente del Ppe ed infine ministro degli Esteri. Non si capisce bene dove trovi il tempo per mettere insieme tutte queste figure, considerando soprattutto le tensioni geopolitiche del momento e il gran caos che caratterizza la politica estera italiana.
Per capirlo dobbiamo tornare a Salvini che non solo a Bruxelles, ma anche verso la Russia e Israele ha posizioni diverse da quelle ufficiali della Farnesina. Questo ha creato non pochi corti circuiti sulle posizioni dell’Italia sulla scena internazionale, con Tajani che si è lamentato di ingerenze del Ministro dei Trasporti su dossier che non lo riguardavano e Salvini che ha rivendicato il diritto di dire la sua su queste questioni nel suo ruolo di leader della Lega. Forse anche per questo Tajani cerca di isolarlo in Europa.
Tornando alla convention di Siviglia, i delegati di Forza Italia erano presenti in maniera compatta. Tra questi anche il vice segretario vicario del partito, il presidente della giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto. Questi ha immediatamente rilasciato una dichiarazione al miele per la nomina. «Congratulazioni ad Antonio Tajani, rieletto dal Congresso del Partito popolare europeo vicepresidente, ruolo che ricopre ininterrottamente dal 2002 – ha dichiarato Occhiuto –. Tajani raccoglie quanto di buono seminato in tanti anni di impegno intenso e costante nelle istituzioni europee. È il secondo più votato tra i vicepresidenti, un grande riconoscimento per lui e una bella affermazione anche per tutta Forza Italia».
Il risultato, per il governatore calabrese, rafforza il ruolo dell’Italia e del partito nello scenario europeo, in vista delle sfide future: «Siamo al lavoro per costruire un’Europa più forte, più autorevole e protagonista. L’esperienza e la visione europeista di Tajani saranno fondamentali in questo percorso». Una dichiarazione che sembra mettere da parte le vecchie tensioni tra lui e lo stesso Tajani che si sono registrate all’ultimo congresso di Forza Italia, quando Occhiuto voleva un ruolo da vice in solitaria e aveva portato con sé le sue truppe di delegati, convinto che si sarebbe votato. Tajani ha deciso il contrario e Occhiuto si è trovato sì vice segretario, ma all’interno di una terna di nomi.
Allora, forse, le sue dichiarazioni sono un po’ interessate e dettate dalla speranza che Tajani si stanchi di essere uno e, ormai, quadruplo e magari molli qualcosa, come la poltrona di segretario degli Azzurri lasciando uno spazio libero.