L'usciere che sapeva troppo: i sospetti sulla voce fuori campo nell'intervista a Cotticelli

Le risposte al termine del servizio Rai sulle terapie intensive in Calabria arrivano da un misterioso personaggio mai inquadrato, ma che per molti dipendenti regionali avrebbe un nome e un cognome ben precisi. E di Sanità si occupa da anni

di Camillo Giuliani
7 novembre 2020
13:24

«Io voglio fare l'usciere» è la battuta chiave del demenziale trailer, firmato Maccio Capatonda, del film (inesistente) “L'uomo che usciva la gente”, reso celebre dalla Gialappa's band su Italia 1 qualche anno fa. «No, io faccio un altro mestiere, io faccio l’usciere», ascoltata ieri su Rai 3 al termine dell'intervista al commissario Cotticelli, sembra essere quella ideale per il sequel della “pellicola” di Capatonda. Forse meno comica, visto che stavolta di mezzo c'è la salute dei calabresi e non la parodia dei film sulla danza, ma altrettanto surreale. La voce fuori campo che la pronuncia – dopo la puntata di “Titolo quinto”, tra i corridoi della Cittadella e nelle chat dei dipendenti regionali sembrerebbero tutti concordi a riguardo – pare infatti proprio quella, arcinota negli uffici regionali, di Saverio Mosciaro. O, in alternativa, di qualcuno che sa imitarla alla perfezione.

L'incarico ai tempi di Loiero

Proprio come il Fernandello protagonista del trailer, Mosciaro vorrebbe fare l'usciere ma la vita lo ha costretto ad occuparsi di altro. È da una quindicina di anni, infatti, che questo dipendente regionale si ritrova ad accantonare il suo sogno professionale per occupare posti meglio retribuiti nel dipartimento Presidenza e in quello Salute, dove sua moglie Daniela Greco si occupa degli accreditamenti alle cliniche private. Niente persone da accompagnare alla porta per lui, purtroppo, ma solo incarichi da responsabile amministrativo o componente nello staff del dirigente di turno, con relative indennità da aggiungere al suo stipendio base. A questo sacrificio lo ha costretto per primo Giuseppe Fragomeni, direttore generale della Presidenza in epoca Loiero, chiamandolo come componente nella sua struttura ausiliaria.


La maledizione continua con Scopelliti

A tarpare ulteriormente le ali a Mosciaro ci si è messo pure l'arrivo di Giuseppe Scopelliti. Pur condividendo con l'ex governatore la passione per la pallacanestro, neanche con il reggino il dipendente regionale era riuscito a coronare il suo sogno di regolare gli ingressi del pubblico nella Cittadella, finendo invece a fare il responsabile amministrativo nello staff del dirigente più vicino al governatore (e allora commissario alla Sanità), Francesco Zoccali.
Mesi duri quelli, in cui a tenerlo lontano dalle agognate porte si era messo pure l'incarico da membro, per conto della Presidenza, del comitato interdipartimentale che si è occupato del trasloco alla Cittadella degli uffici regionali. A fine settembre del 2014, però, l'incarico a Mosciaro viene revocato e lui riprende a inseguire il suo sogno. Invano.

Oliverio si accanisce

La malasorte pare avere un conto aperto con lui perché anche col cambio ai vertici della Regione e l'arrivo di Mario Oliverio il funzionario si ritrova vittima dei voleri del dirigente di turno. Nella prima metà di febbraio del 2015, infatti, il destino riprende ad accanirsi su di lui sotto forma di Bruno Zito. Il giorno dopo essere stato nominato a capo del Dipartimento Tutela della Salute, Zito manda una nota in cui comunica di volere proprio Mosciaro come responsabile amministrativo della sua struttura.
Il dirigente lascia il dipartimento pochi mesi dopo, ma per Mosciaro la sorte ha in serbo un altro dispetto. Al posto di Zito arriva Riccardo Fatarella, che non solo gli rinnova l'incarico ma lo nomina pure capostruttura. L'aspirante usciere si ritrova perfino a dover fare il commissario ad acta per l'esecuzione di sentenze avverse alle Asp, sostituendo i suoi superiori. E a infierire sulle sue aspirazioni si unisce nel 2018 Antonio Belcastro, quando prende in mano le redini del dipartimento. Anche con lui, a Mosciaro tocca lo sgradito ruolo di responsabile amministrativo.

I compiti con Santelli

Niente da fare neanche con l'arrivo di Jole Santelli. La dirigente ad interim Francesca Fratto, a maggio di quest'anno, conferma anche lei nel suo staff Mosciaro. Il primo luglio, però, col nuovo dirigente Francesco Bevere in sella le cose cambiano. Il funzionario finalmente non sarà più responsabile amministrativo. Si è liberato l'agognato posto da usciere? No, Mosciaro resta nella struttura del dirigente, stavolta come componente però. E venti giorni dopo gli viene assegnato un compito specifico: occuparsi del monitoraggio del Piano sanitario, attraverso la «predisposizione ed attuazione annuale progetti del Programma Nazionale CCM e degli obiettivi di Piano,di competenza regionale». Avrà snocciolato numeri sulle terapie intensive al giornalista Rai per questo? Probabile, se la voce fuori campo fosse davvero la sua. Ma quello che l'ha imitata così bene da ingannare tutti i suoi colleghi fa un altro mestiere. Fa l'usciere. Chissà che non ci sappia indicare pure l'uscita dal commissariamento.


giuliani@lactv.it

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