L’analisi

Le Europee in Calabria rischiano di diventare un referendum sulla Sanità. E per Occhiuto può essere un problema

La “partitissima” di giugno per il governatore si incrocia, come in un semaforo lampeggiante, con i tanti nodi irrisolti e con la possibilità che si trasformi in una consultazione con il camice bianco

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di Domenico Martelli
4 aprile 2024
07:45

«L'ha voluta fortemente lui in mano la sanità, c'è poco da fare. E ha fatto bene perché è stato coraggioso e si è comportato da leader ma purtroppo la salute dalle nostre parti è un po' come un farmaco con gli effetti collaterali che nessuno legge. Quando meno te l'aspetti, o quando si assume “male” il farmaco, si presentano...».

Serve a poco violentare il “patto” dell'anonimato con un consigliere regionale di maggioranza, suo l'incipit nel virgolettato. Resta il contenuto però, non banale. E resta il tema, soprattutto. L'ossessione della sanità, l'overdose di sanità. Impareggiabile vento in poppa quando si passeggia nel verde della prima campagna elettorale, quella della scalata. Intrattabile palla al piede quando c'è da correre per nuovi traguardi. Come una palla di piombo, per fortuna solo figurata perché quello vero, di piombo, lo ha conosciuto solo Franco Fortugno fin qui in materia di controindicazioni “mediche”.


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I dubbi e le ansie di Roberto Occhiuto, commissario e presidente di Regione, sono tutti qui. Sparso e risparso il “balsamo” della rete ospedaliera, duellato a sufficienza e con mediatica risonanza con Fitto sui fondi sottratti (dalla sua stessa maggioranza), stampato sui social l'amore sviscerato per l'erogazione pubblica della sanità (con quella privata però a tratti e localmente entusiasta lo stesso...) il problema tuttavia resta intatto alla “squagliata della neve” come amano dire nel Cosentino. Ci si cura male, poco, tardi, spesso e volentieri si parte con valigie di cartone e speranza, si duella nelle corsie tra consulenze borderline e unità complesse assegnate nelle segreterie digitali dei capi corrente.

Farà in tempo il commissario e presidente Occhiuto e con quali argomenti a spostare prima del voto e su altri temi quello che sembra un inevitabile referendum di Calabria in materia di sanità? La filiera unica del destracentro da Roma a Germaneto non aiuta, per niente proprio. Della serie, l'alibi che sono stati “quelli lì” è poco spendibile stavolta. Più utilizzabile, per il commissario e presidente Occhiuto, quello che chi c'è stato prima di lui in Cittadella ha lasciato la “dispensa” come dopo un party tra adolescenti senza tracce di acqua. Basterà per scansare il “missile” del referendum naturale di giugno sulla sanità di Calabria?

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Il contingente non aiuta. Le prime stime rintracciate da Anci Campania sulle ricadute dell'autonomia differenziata tra le corsie di salute, quella degli alleati con cui non si può nemmeno litigare più di tanto, narrano di oltre il 42% in meno di risorse in arrivo per la Calabria. A tirare la cinghia Lombardia in testa, poi Veneto, Toscana, Lazio. Gettito fiscale per investimenti in sanità che ognuno terrà per sé. Qualcosa come quasi 4 miliardi di euro. E hai detto niente. Nel mentre un altro studio su scala nazionale “immortala” la provincia di Bolzano come beneficiaria di una aspettativa di cura e di vita di 16 anni in più rispetto alla Calabria.

I Lea in decrescita e a rischio e l'emigrazione passiva (poco meno di 300 milioni di euro all'anno, indotto fuori sacco) fanno da corollario a un retaggio complessivo e complesso che non promette nulla di buono in termini di “umore”. E quindi di consenso. Il commissario e presidente, però, prova a giocare di fino e di rilancio. Il mestiere e le ambizioni non mancano. Camicia bianca, Ryanair in cabina, sorriso pieno e sguardo verso il futuro. Verso le Europee più che verso l'Europa. C'è il pieno da prendere e poi si vede, rimpasti di governo non ne mancheranno. Ma prima il bottino. «Ad ogni consigliere regionale di maggioranza non di Forza Italia ha più o meno chiesto di impegnare comunque una dote di consensi per Martusciello, sennò Tajani fa la guerra». Continua a confessare il “nostro” di cui sopra. A meno che, alla fine, non sarà Tajani stesso a candidarsi facendo felice Gallo così potrà darsela felicemente a gambe. «Intanto per il momento è stress test per la maggioranza in Cittadella. Con Mancuso ormai sempre più vicino a Forza Italia, forse già prima del voto di giugno». Chissà. L'istmo di Germaneto ne ha visto di vento a portar via parole...

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