Astrazeneca e mix vaccini, l'Ema: «Servono più dati ma spetta ai singoli Paesi decidere»

Il presidente della task force sui vaccini dell'Agenzia europea del farmaco: «Non è facile esprimere una netta raccomandazione». Contro le varianti sarebbe però meglio «accorciare l'intervallo tra le due dosi»

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di Redazione
17 giugno 2021
20:26

«Sulla base delle esperienze del passato», mischiare vaccini «sembra una strategia che può essere impiegata, ma su quelli Covid-19 ci sono prove limitate ed è importante raccogliere maggiori informazioni e monitorare con attenzione». È quanto afferma Marco Cavaleri, presidente della task force sui vaccini dell'Agenzia europea del farmaco (Ema).

Mix vaccini

«Da una prospettiva dell'Ema - aggiunge - non è facile in questa fase esprimere una netta raccomandazione» sul mix di vaccini anti coronavirus, «anche perché non è chiaro se la compagnia abbia interesse a chiedere l'autorizzazione per aggiungere informazioni sul prodotto». Ma non appena «avremo più dati, ad esempio dallo studio britannico, valuteremo se fare una dichiarazione sul mix». 


La variante delta

E ancora: «Abbiamo visto sulla base dei dati del Regno Unito che la prima dose del vaccino di AstraZeneca è efficace contro la variante delta, ma una seconda dose aumenterebbe la protezione in modo significativo. Visto che la protezione con la prima dose è bassa nei confronti della variante alfa che vediamo circolare in Europa, sarebbe importante che l'intervallo tra le due dosi sia accorciato». 

Le seconde dosi di AstraZeneca

Il vaccino di AstraZeneca «è stato approvato nell'Ue sulla base della somministrazione di due dosi, e perciò in principio, in base alle informazioni sul prodotto, è da somministrare una seconda dose in un intervallo tra quattro e dodici settimane». Se un Paese per un numero di ragioni «vuole fare un mix con un vaccino MRna» sta al Paese decidere. «Sulla base delle prove che abbiamo – conclude - questo non è problematico, ma il livello di prove è basso e perciò occorre restare vigili».

Trombosi rare

Secondo l'Ema, comunque, sono rari i casi di trombosi in soggetti che si sono sottoposti a vaccinazione con il siero Astrazeneca. «Su 45 milioni di vaccinati con AstraZeneca abbiamo 405 casi potenziali di queste trombosi atipiche con bassi livelli di piastrine», è il dato riferito da Georgy Genov, responsabile della Farmacoviglianza dell'Agenzia europea del farmaco.

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