Disagio psichico, Silvia e il dramma della solitudine: «Rinascere si può»

VIDEO | L’associazione catanzarese Ave Ama lancia un appello alle istituzioni affinché vengano potenziati i servizi di sostegno sul territorio

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di Daniela  Amatruda
5 agosto 2019
06:54

«Io oggi mi sento una ragazza molto felice e molto piena di gratitudine». Lei è Silvia ed è un vulcano di idee, di passioni e di desideri. Grazie alle cure ed al sostegno della sua famiglia e dell’Associazione di volontari "Ave-Ama" di Catanzaro guidata dalla dottoressa Anna Cristallo, Silvia è uscita dal dramma della solitudine e ha superato molte problematiche che non le avevano consentito di vivere appieno la sua età. Le difficoltà nell’imparare a leggere l'hanno costretta a tempi molto lunghi per riuscire a completare ogni giorno i compiti di scuola e alla fine è finita con il chiudersi in sé stessa. Sino a poco tempo fa non conosceva neanche i suoi vicini di casa e non riusciva mai a trovare il tempo per socializzare.  

 


Il racconto

«Aver frequentato il Centro diurno e l'Associazione – ha raccontato Silvia – mi ha aiutata ad aprirmi agli altri e a fare tutte quelle cose che si fanno alla mia età e che spesso si danno troppo per scontato: andare ad un centro commerciale, ad un cinema ed avere una migliore amica che ti vuole davvero bene». «Il mio non è un male senza cura – ha spiegato Silvia – per fortuna le cure ci sono ed insieme all’affetto delle persone che amiamo, si può ritornare a vivere».

 

«Una reazione a catena»

Anche il papà di Silvia è stato coinvolto dalla vitalità di sua figlia ed è diventato un volontario dell'Associazione Ave-Ama e svolge il suo ruolo all'interno del reparto di Servizio diagnosi e cura dell'Ospedale "Pugliese - Ciaccio": "Mi sono anche io dato da fare - ha spiegato - e l'ho voluto fare in un reparto delicato in cui bisogna avere molta sensibilità, ma alla fine si riceve più di quello che si dà. E' per me un'esperienza preziosa».

 

I sogni nel cassetto di Silvia

«Ho tanti sogni e tanti cassetti», ha detto Silvia con una gioia negli occhi che solo chi la conosce bene sa quanto sia stata dura arrivare a questa felicità. «Uno dei miei più grandi sogni da quando frequento il conservatorio – ha detto Silvia – è quello di trovare la musica per un’opera che ho scritto che si chiama “La stella della speranza”. Io ancora non ho le competenze tali per trovarla, però so che questa musica è dentro di me».  Silvia ha realizzato anche molti quadri e scritto diverse poesie dai cui traspare non solo il suo indiscusso talento, ma con quell’esplosione di colori, presente in tutte le opere, trasmette tutta la sua gioia di vivere.  

 

Scarsi i presidi sul territorio e lunghe le liste d'attesa 

Rispetto a tanti altri ragazzi, Silvia è riuscita a usufruire delle terapie di specialisti, ma non tutti hanno questa opportunità poiché sul territorio provinciale è rimasto un solo centro diurno e le liste d’attesa sono infinite. «Quando le loro famiglie non ci saranno più – ha detto la presidente dell’Associazione Ave –Ama, Anna Cristallo – i ragazzi che non sono stati preparati a percorsi di autonomia e di inserimento lavorativo, che fine faranno»? «I centri diurni, il centro di salute mentale, insieme alle associazioni di familiari e alla società tutta – ha detto ancora la Cristallo – devono farsi carico di questi problemi. Potenziare i presidi ed i centri significa anche poter abbattere i costi sanitari».  

 

 

Daniela Amatruda

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