Coronavirus e bambini, il pediatra: «Sintomi lievi ma possono contagiare facilmente»

VIDEO | Il medico che cura la bambina di 14 mesi positiva al Covid-19 a Santo Stefano di Rogliano spiega come il virus agisce in età pediatrica

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di Daniela  Amatruda
24 marzo 2020
12:32

«I sintomi del Coronavirus in età pediatrica, secondo la casistica attuale, sono lievi e attenuati». Ad affermarlo il segretario provinciale della Federazione italiana medici pediatri di Cosenza, Alfonso Mazzuca, il pediatra di famiglia che ha in cura la bimba di 14 mesi positiva al covid 19 a Santo Stefano di Rogliano (Cs). 

«La bimba sta bene – ha rassicurato Mazzuca – non ha nessun tipo di sintomatologia, ma sono sempre in contatto telefonico con la famiglia per monitorare la situazione». Così come questa bimba, positiva al Coronavirus, ma senza sintomi, anche tanti altri bambini, possono essere potenziali trasmettitori della malattia: «Un bimbo positivo – ha detto il pediatra - può trasmettere molto facilmente la malattia ed è una delle problematiche maggiori che ci potrebbero eventualmente essere non solo in famiglia, ma anche nel caso in cui vengono portati negli studi medici con la possibilità di contagio di altre persone e degli operatori sanitari». 


I tamponi 

Secondo il segretario della Federazione italiana medici pediatri i Cosenza, bisognerebbe fare più tamponi possibili: «Più se ne fanno meglio è, sia per chi ha avuto contatti diretti che a tutti i sanitari che sono esposti in prima linea, ma anche i pediatri che potrebbero essere, a loro volta, dei diffusori del virus, proprio per il fatto che i bambini hanno una più alta probabilità di trasmettere la malattia». 

Quando chiamare il 118

«Se dovessimo avere un bambino – ha spiegato Mazzuca - con febbre, tosse o con qualche piccola difficoltà respiratoria, sintomi comuni ad altre forme influenzali, normalmente si consiglia un’attesa di 48-72 ore, poiché spesso le malattie da raffreddamento tendono ad andar via da soli. Nel caso specifico, con questa situazione, si raccomanda un isolamento domiciliare ed il monitoraggio continuo con il medico per via telefonica. Nel caso in cui ci dovesse essere un aggravamento come dispnea da sforzo o cianosi o incoscienza alterata, è necessario allertare i presidi di emergenza». 

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