«La Calabria nega il diritto alla cura dei tossicodipendenti»

VIDEO | La denuncia del responsabile dipendenze della Progetto Sud Roberto Gatto che racconta in numeri come la Regione stia sottostimando il fenomeno e creando lunghe liste d’attesa

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di Tiziana Bagnato
4 luglio 2019
13:29

Anche se non ci sono più le campagne massicce degli anni Novanta la tossicodipendenza è un fenomeno che non solo non si è arenato ma è in continua evoluzione. I Serd sono pieni di richieste, le dipendenze spesso si associano, si è abbassata l’età media, l’eroina non solo è tornata in auge ma i prezzi di mercato l’hanno portata a tornare ad essere una delle droghe più diffuse.

 


E se l’Italia è rimasta indietro con una legge degli anni Novanta, oggi inadeguata, la Calabria è tra le regioni che ne pagano le conseguenza più gravi. «Ad essere negato è il diritto alla cura dei tossicodipendenti» spiega Roberto Gatto, responsabile dell’area dipendenze della Comunità Progetto Sud e vice presidente di Crea Calabria, che da tempo cerca di sollecitare l’attenzione su quanto sta accadendo. Basti pensare che la Regione Calabria destina solo lo 0,15 per cento del bilancio alle tossicodipendenze, contro una media nazionale dell’1 per cento. Quattro in Calabria i tipi di comunità regolamentate, due quelle operative: terapeutica riabilitativa e pedagogico riabilitativa. In Lombardia, ad esempio, sono 23.

 

A preoccupare è poi la situazione dei posti letto. La Regione Calabria ha stimato il fabbisogno in 490 posti residenziali e 117 semiresidenziali. In realtà ne ha accreditato 462 residenziali e 94 semiresidenziali, spiega Gatto, e li ha ridotti ancora di più perché l’Asp ne acquista soltanto 175 residenziali e 20 semiresidenziali. «La nostra Comunità – afferma Roberto Gatto - ha una lista d’attesa di utenti calabresi che gli stessi Serd ci chiedono di inserire nei nostri servizi, ma non possiamo includerli nel percorso terapeutico nonostante i posti accreditati (29 posti residenziali e 19 semiresidenziali) perché la regione ha acquistati solo 13 dei 29 posti residenziali e 4 dei 19 semiresidenziali. Rispetto al budget assegnato rischiamo di dover dimettere, dopo l’estate, gli utenti a causa dell´esaurimento dei fondi». Caso a parte il gioco d’azzardo entrato nei Lea ma non previsto nel privato sociale così come la Calabria non lo inquadra nel regime residenziale delle comunità.

 

Giornalista
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