Sanità, 45 mln di euro per le assunzioni Covid ma la Calabria non sa quanto ha speso

Il dipartimento Tutela della salute ha avviato una verifica sulle aziende sanitarie e ospedaliere per comprendere quante risorse stanziate siano state effettivamente spese per il nuovo personale (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Luana  Costa
30 ottobre 2020
12:00

Nel pieno della seconda ondata di contagi la Regione inizia a far di conto. E convoca le aziende sanitarie e ospedaliere calabresi per aver ragione dei fondi spesi dall'inizio dell'emergenza fino ad oggi.

 


Sembra, infatti, che il quadro sia ancora tutt'altro che chiaro e così il dipartimento Tutela della Salute ha fissato un fitto calendario di incontri per chiarirsi le idee su quante risorse siano state fino ad ogni impegnate per fronteggiare l'emergenza sanitaria negli ospedali e sul territorio.

 

Fiumi di denaro

E il denaro di certo non è mancato. Già ad aprile la giunta regionale, ad esempio, si riuniva per approvare una variazione al bilancio di previsione che tenesse conto dei fondi assegnati dal Governo finalizzati alla «realizzazione di interventi urgenti volti a fronteggiare l'emergenza epidemiologica».

 

Con il decreto legge 14 del 9 marzo 2020 la Regione Calabria riceveva dal Mef 21 milioni e l'autorizzazione all'assunzione di personale sanitario anche attraverso il conferimento di incarichi temporanei di lavoro autonomo e incarichi individuali a tempo determinato.

 

Ancora il 17 marzo con il decreto legge 18, il ministero dell'Economia e delle Finanze stanziava alla Calabria quasi 24 milioni di euro; 23.981.849 per la precisione. Le prescrizioni sempre le stesse, assumere personale e laddove questo non sia possibile si autorizzano le aziende del servizio sanitario a stipulare anche contratti con le strutture private accreditate.

 

Altri 75 milioni

In totale, al primo di aprile la Calabria dispone complessivamente di 45 milioni di euro. Ma non sono le uniche risorse inviate da Roma in Calabria per far fronte all'emergenza.

 

Si attende a giorni, non appena il dipartimento Tutela della Salute perfezionerà gli iter amministrativi, l'iscrizione in bilancio di ulteriori somme: 75 milioni di euro stanziati dal Mef. Denaro contante immediatamente disponibile sul conto della Regione che però ancora annaspa nel tentativo di capire quanto sia stato effettivamente speso dalle aziende sanitarie e ospedaliere durante la prima ondata di contagi.  

 

La rendicontazione

E non è forse un caso che il dirigente generale del dipartimento Tutela della Salute, Francesco Bevere, abbia convocato in Regione tutte le aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria. Una due giorni di incontri dalla quale si spera di venire a capo delle risorse effettivamente impegnate finora dai singoli ospedali e dalle asp.

 

In particolare, le due fitte giornate di riunioni hanno avuto come fulcro una verifica sulle assunzioni di personale fin qui effettuate. Dopo sei mesi dall'assegnazione delle risorse, la Regione insomma decide di vederci chiaro sull'impiego delle somme e, soprattutto, sulla corrispondenza delle figure sanitarie autorizzate e quelle effettivamente assunte tra le corsie ospedaliere. 

 

I numeri di Spirlì

Un'operazione che dovrebbe restituire un quadro più chiaro sulla mole delle risorse pubbliche finora spese benché il presidente ff della Regione Calabria, Nino Spirlì, si sia già sbilanciato a snocciolare cifre.

 

In un recente comunicato diramato dall'ufficio stampa ha dichiarato che «7.993.950 euro sono stati impegnati per la remunerazione di lavoro del personale del servizio sanitario regionale, della dirigenza e del comparto, direttamente impiegato nelle attività di contrasto all'emergenza covid; mentre 3.197.580 euro sono stati destinati alle assunzioni – da parte delle aziende sanitarie – degli infermieri scolastici e di altro personale delle professioni sanitarie».

 

Ha affermato inoltre che «e aziende del servizio sanitario regionale sono state già nel mese di marzo, autorizzate ad assumere personale per 18.040.000 euro. Gli ulteriori 15 milioni risultano già spesi per acquisti accentrati (dall’acquisizione di dispositivi di protezione individuale ai reagenti, dai tamponi alle apparecchiature sanitarie) e, per una parte, sono stati rendicontati dalle singole aziende».

 

Risorse tutte spese?

Si tratta dei 45 milioni stanziati dal Governo a marzo e iscritti in bilancio ad aprile dalla Regione. Le stesse risorse su cui il dipartimento Tutela della salute ha avviato, di recente, il giro di vite sulle aziende per comprendere effettivamente quanto denaro sia stato utilizzato ai fini dell'assunzione di nuovo personale sanitario e se il reclutamento rispetti in effetti i criteri imposti dalle autorizzazioni.

 

Una verifica che rischia di lasciare in capo alle aziende il costo di personale utile al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza ma che non rientra nel novero delle figure autorizzate e quindi immediatamente remunerabili con le risorse stanziate dal Mef. Nulla si aggiunge però sugli ulteriori 75 milioni di euro che a breve dovrebbero essere iscritti in bilancio e che porterebbero l'asticella del tesoretto nella disponibilità della Calabria a 120 milioni di euro. 

Giornalista
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