Autonomina di Scura all’Asp di Reggio, esposto in Procura

La Uil Fpl punta il dito contro il commissario alla Sanità e due dirigenti: «Il provvedimento fu illegittimo. La triade restituisca quanto indebitamente percepito»

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19 novembre 2018
18:13
Sanità, Massimo Scura
Sanità, Massimo Scura

«Il ‘Tavolo Adduce’ di verifica del piano di rientro dal disavanzo nella sanità calabrese nella riunione del 15 novembre scorso ha bollato come illegittima l’autonomina di Scura come soggetto attuatore dell’Asp di Reggio Calabria, in quanto avrebbe creato una sovrapposizione tra controllata (Asp) e controllore, cioè lo stesso Scura». Lo riporta una nota stampa a firma del segretario territoriale della Uil Fpl Nicola Simone nella quale si specifica che «a tale proposito, discende che il soggetto attuatore-direttore generale Scura, il direttore amministrativo Elisabetta Tripodi e il direttore sanitario Pasquale Mesiti, risultano privi di titolo e requisiti per poter ricoprire tali ruoli istituzionali, quindi, bisognerebbe, peraltro, che quest’ultimi restituissero le laute retribuzioni indebitamente percepite dal 3 settembre, data del dca che ha sospeso dalle funzioni di direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Giacomino Brancati, ovvero dal 21 settembre data della deliberazione n. 392 con la quale la Giunta regionale Calabria ha revocato l’incarico di direttore generale della predetta Asp conferito allo stesso Brancati».

«Funzioni indebitamente esercitate»

Il segretario, nel parlare di «funzioni da essi abusivamente esercitate» ha precisato: «Scura non poteva non rendersi conto della illegalità della sua autonomina in quanto l’art. 4 della legge 29 novembre 2007, n. 222 al comma 2 prevede espressamente: “… La nomina a commissario ad acta è incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la regione soggetta a commissariamento….”. Mesiti e Tripodi, a loro volta, non potevano ignorare la chiara disposizione dell’art. 15 della legge regionale 19 marzo 2004, n. 11, peraltro richiamata nei rispettivi contratti di lavoro stipulati con il revocato direttore generale Brancati: “Gli incarichi di direttore sanitario e di direttore amministrativo hanno natura esclusivamente fiduciaria e possono essere revocati anche prima della scadenza contrattuale; gli incarichi hanno comunque termine ed i relativi rapporti di lavoro sono risolti di diritto, nell’ipotesi di cessazione, per revoca, decadenza, dimissioni o qualsiasi altra causa, del direttore generale. Nessun compenso o indennizzo è corrisposto al direttore sanitario ed al direttore amministrativo in tali ipotesi. Sopraggiunta ora l’accertata illegittimità dell’auto nomina dell’ing. Scura, le posizioni dei suddetti assumono una gravità ancor più inaudita non solo perché hanno tratto un ingiusto vantaggio patrimoniale rappresentato dalla indebita percezione delle retribuzioni, ma anche contribuito, con i rispettivi pareri, a far emanare all’auto nominato soggetto attuatore centinaia di provvedimenti inesistenti dal punto vista legale”».


 

Tra questi, anche «le delibere emanate, a tamburo battente, la scorsa settimana concernenti decine di avvisi di mobilità per l’assunzione di personale, conferimenti di incarichi dirigenziali, comandi di personale di altre amministrazioni e persino il distacco/assegnazione (delibera n 964 del 3 ottobre 2018) di un consigliere di comune sciolto dal prefetto, le disposizioni di servizio (n.ri 81 e 83 dell’8.11.2018) che perpetuano illegalità oggetto di attenzione della stessa Procura della Repubblica. Il tutto in aperta violazione di legge».

Quali ragioni «dietro la triade abusiva?»

Infine il sindacalista si chiede: «Quali inconfessabili ragioni si celano dietro il tempismo deliberativo della triade abusiva? La campagna per le elezioni regionali ed europee è già partita! Forse qualcuno pensa di ripetere la “furbata” di mettersi nuovamente in ferie o congedo/aspettativa (retribuita?), come la volta precedente in occasione della propria candidatura alle elezioni politiche del 2017, riprendendo poi a svolgere le stesse funzioni, in barba alle beneamate norme di legge sulla incompatibilità/inconferibilità, senza che nessuno, compreso il responsabile dell’anticorruzione aziendale, abbia ritenuto di farle osservare? Il tempo è ormai scaduto».

L'esposto in Procura

Infine il sindacato «chiede l’intervento, a vista, della Procura della Repubblica per interdire quanti, abusando del proprio ruolo rimangano ancora a ricoprire ruoli ed incarichi, perseguendo eventuali responsabilità penali; del prefetto e Commissione di accesso per interdire amministrativamente agli abusivi di esercitare importanti funzioni pubbliche, ripristinando l’ordine e la legalità, nonché della Procura della Corte dei Conti per perseguire eventuali responsabilità per danni erariali».

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